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Quattro domande a...

Questa volta le nostre quattro domande le abbiamo rivolte a Davide Cerri, uno degli ideatori del LinuxDay, l'iniziativa a livello nazionale svoltasi il mese scorso riscuotendo un grosso interesse di pubblico.

PJ. Come è nata, e soprattutto con quale scopo, l'idea di realizzare un LinuxDay a livello nazionale?

L'idea è stata abbozzata per la prima volta, insieme con quella del progetto lugware, al Linux Expo di Milano lo scorso Giugno, e l'ho poi proposta "ufficialmente" ai LUG, a nome di ILS, tra la fine di Agosto e l'inizio di Settembre. L'organizzazione dei singoli eventi locali è stata poi gestita dai relativi LUG, mentre io e Antonio Gallo di ILS ci siamo occupati del coordinamento nazionale della manifestazione. Lo scopo che ci siamo proposti con il Linux Day è duplice: da una parte, il fine principale dell'evento era quello di far conoscere ad un pubblico il più ampio possibile la realtà di Linux e del software libero (ricordo che la definizione ufficiale del Linux Day è "prima giornata nazionale di Linux e del software libero") organizzando una manifestazione su scala nazionale (e quindi con una certa risonanza) ma distribuita sul territorio, in modo da facilitare la partecipazione dei semplici curiosi. D'altra parte, la manifestazione voleva anche dare risalto all'insieme dei LUG italiani, i quali molte volte organizzano ottime iniziative che però purtroppo rimangono spesso confinate nei relativi ambiti locali. Con il Linux Day abbiamo quindi voluto fare in modo che i LUG collaborassero tra di loro e con ILS per la realizzazione di un progetto concreto, e speriamo che il Linux Day sia stato un buon passo in questa direzione.

PJ. Quante adesioni avete ricevuto e dove si sono svolte le manifestazioni locali?

Le adesioni sono state una quarantina, distribuite in tutta Italia anche se in misura maggiore al centro-nord. Sono arrivate sia da centri grandi (come Torino, Milano, Firenze, Roma...) che da numerosi centri più piccoli. Anche questo è significativo, perché si è portata una manifestazione nazionale anche nella "provincia", e non solo nelle grandi città.

PJ. Quale è stato il feedback da parte degli organizzatori locali e dei partecipanti?

Tirare le somme di un evento di questo tipo, vista la sua natura distribuita, non è facile. I riscontri che abbiamo avuto sono stati comunque decisamente positivi, e molti LUG ci hanno detto di essere molto contenti e di aver avuto un'affluenza superiore a quanto si aspettavano. Credo che, per essere la prima volta che si tentava di organizzare un evento di questo genere e di queste dimensioni in Italia, le cose siano andate molto bene.

PJ. Quali progetti avete per il futuro?

Per quanto riguarda il Linux Day, ci prendiamo un pochino di pausa e poi ci potremo ragionare con più calma, ma a mio parere, visto il successo, è un'esperienza da ripetere. In generale poi, come dicevo prima, vorrei che il Linux Day fosse il simbolo di una maggiore collaborazione tra i vari gruppi che in Italia lavorano alla diffusione di Linux e del software libero, in modo che, pur nel rispetto delle diversità, si possa lavorare insieme per portare avanti altre iniziative, che probabilmente un solo gruppo non avrebbe la forza di realizzare.

Bene ringraziamo Davide per la disponibilità prestata.
Un saluto a tutti e ... alla prossima :-)))

di Giampaolo Podda


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