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Debian, perchè?
UKI is Linux
Il Progetto UKI Linux ha scelto di sostenere la distribuzione Debian.

I motivi.
Bruce Perens.

I motivi
Il progetto UKI Linux, partito con un'ottica a largo raggio, va via via focalizzando il suo impegno verso quegli obiettivi che si sono dimostrati più a portata di mano, vuoi per l'esiguità delle sue forze, vuoi per l'immane vastità dell'impegno prefissato. Questo non è certo abbandonato, quanto piuttosto viene usato come un faro lontano verso cui dirigere la rotta nella speranza di riuscire a raggiungere il maggior numero di traguardi prima che l'abbrivio si esaurisca, cosa che ovviamente mi auguro non avvenga mai.

Ma sia una forte dose di sano realismo, che una continua disamina della realtà in cui UKI Linux si muove, impongono continue correzioni di rotta, scelte strategiche che non potranno però modificare la direzione presa.

Sono quindi diversi gli argomenti di cui si dovrebbe parlare, dall'adesione al PLUTO alla mancata (per ora) creazione di una realtà Linux locale, dai vari progetti di sviluppo software in corso con l'aiuto essenziale di Stefano Campadello, Michele Dalla Silvestra e Marco Gaiarin (per tacer di Giancarlo Bisso e di Luca Ronchi, al momento in tutt'altre faccende affaccendati), fino alle sforzo di creare una distribuzione europea di Linux.

E proprio quest'ultimo è l'argomento che voglio affrontare ora, sia perchè è quello che mi ha visto maggiormente impegnato negli ultimi mesi, sia perchè è senza dubbio il più grosso ed ambizioso tra tutti gli obiettivi di UKI Linux. Immane, ma non irraggiungibile, grazie alla particolare caratteristica di Linux, che consente all'ultimo arrivato di partire col suo sforzo esattamente dal punto a cui altri erano giunti, senza dover faticosamente ripercorrere tutto il cammino. Caratteristica questa che, se ben notate, è propria anche del cammino che la scienza ha percorso in questi ultimi due secoli (ed anche da prima, in verità), e che è nei fatti contrastato da coloro che (in piena legittimità, sia ben inteso) prediligono lo sviluppo industriale ed economico.

Ma questo, visto che leggete il PLUTO JOURNAL, vi è certamente noto, e preferisco dibatterlo sul newsgroup it.comp.linux.pluto , dove tutti possono contribuire alla discussione, piuttosto che starmene qui in cattedra ad ammorbarvi con le mie visioni distorte anche a causa della latitudine.

Ma proprio la latitudine è all'origine di tutto, il fatto cioè di vivere in un paese dove si parla una lingua cosiddetta straniera (qui due, a dir la verità) e poter toccare con mano quel che questo può significare per un utente di Linux. Mi spiego: di solito l'argomento lingua evoca visioni di nazionalizzazione di Linux, alla Windows, cioè di mera sostituzione dei testi originariamente in inglese con testi tradotti in un'altra lingua. Questo è uno degli obiettivi che il Pluto si è prefisso con varie iniziative, prima tra tutte la traduzione degli HOWTO e delle pagine di manuale dei programmi di Linux, ma non è l'obiettivo di UKI Linux, o meglio, ne è solo una parte, necessaria, ma non sufficiente. Alla Windows, dicevamo, perchè proprio questo è quanto ha fatto la Microsoft con le versioni nazionali dei suoi prodotti, in grado però di soddisfare le esigenze di utenti che vivano in ambienti sterili ed isolati. Il che non può certamente essere vero in questa Europa che tutti noi stiamo edificando non senza fatica e rinuncie.

UKI Linux sarà quindi un ambiente multilingue, in grado cioè di essere contemporaneamente utilizzato da utenti che parlino lingue diverse o, meglio, da utenti che parlino più lingue. Non pretendo di poter invertire una tendenza alla proliferazione delle tastiere nazionali, cosa che ha radici profonde nella dattilografia, e che potrebbe essere risolta solo con un intervento dall'alto (certo autoritario ed anche molto oneroso), ma almeno, laddove questo è tecnicamente possibile, permettere l'agevole utilizzo a chi, singolo utente o grande azienda, ha necessità di utilizzare lingue dotate ciascuna di particolari caratteristiche.

Poichè attualmente non riesco a vedere una soluzione tecnica al problema, ho limitato l'ambito di questa realizzazione alle lingue che utilizzano l'alfabeto Latin-1 (iso 8859-1), ambito già strettino nonostante il fatto che questo alfabeto sia usato in tutti i paesi che al momento compongono l'Unione Europea, con la sola, ma gigantesca, eccezione della Grecia, che usa l'alfabeto iso 8859-7.

Il futuro, anche molto prossimo, vede avvicinarsi il giorno in cui anche i paesi che usano il Latin-2 (la polonia e i paesi slavi) ed addirittura quelli che usano l'alfabeto cirillico (iso 8859-5) saranno partecipi a pieno titolo di questa unione. Per quel giorno sarà forse disponibile la soluzione (assolutamente insoddisfacente, a mio vedere) del cosiddetto unicode, una specie di sommatoria di tutti gli alfabeti del mondo, che crea più problemi di quelli che risolve e che, credo, non farà altro che rinverdire i fasti dell'obsoleto (e rinnegato) alfabeto ASCII.

L'obiettivo della internazionalizzazione di Linux impone, tra l'altro, modifiche ai programmi, e questo, a meno che non vogliamo sperare che l'intera comunità di Linux aderisca al progetto, presuppone il controllo sui programmi, cioè, la creazione di una distribuzione ad hoc.

Il che significa:

  • creazione o scelta di un sistema di installazione
  • creazione o scelta di un sistema di pacchettizzazione
  • raccolta, verifica ed eventuale modifica di ciascun pacchetto software
  • creazione di un sistema di raccolta dati sui malfunzionamenti (siamo realisti! non può funzionare al primo colpo) e sulle correzioni relative
  • predisposizione di un sito FTP (almeno)
  • eventuale produzione di CD.
il che non è certo poco, ma ... come abbiamo ricordato prima, Linux ci consente di partire con la realizzazione del nostro progetto esattamente dal punto raggiunto da altri. E così non abbiamo alcun bisogno di creare ex novo tutte queste cose che sono state fatte e rifatte, se siamo soddisfatti di come sono state realizzate.

Per questo motivo dopo una attenta anche se forzatamente superficiale ricerca ho fermato la mia attenzione sulla distribuzione Debian e, dopo averla provata per tutta l'estate, ho deciso di usarla come base su cui sviluppare la distribuzione UKI.

Infatti Debian è dotata:

  • di un sistema di installazione minimale simile a quello usato dalle altre distribuzioni, ma che consente di proseguire l'installazione agendo in un ambiente già Linux e persino multi-console.
  • del miglior sistema di pacchettizzazione attualmente disponibile, in grado di installare/disinstallare, verificando le dipendenze ed i conflitti tra i pacchetti e nello stesso tempo di preservare completamente le configurazioni individuali tra gli aggiornamenti, persino in presenza di cambiamenti sostanziali nei pacchetti.
  • di una raccolta di 500 pacchetti, ciascuno verificato e modificato in modo da aderire a pochi standard minimali che Debian si è dato, quali il FHS (già FSSTND); ciascun pacchetto è in carico ad un manutentore che funge da tramite tra Debian, i suoi utenti ed i creatori originali del pacchetto.
  • di un sofisticato sistema di tracciamento dei bachi rilevati nei singoli pacchetti e delle correzioni apportate o fatte apportare dai curatori dei pacchetti originali.
  • di un sito FTP non commerciale che ha già numerosi mirror sparsi per tutta la Rete.

Inoltre Debian non è:

  • collegata ad alcuna azienda commerciale che ne possa condizionare le scelte, che sono invece dettate da pure motivazioni tecniche.
  • produttore ufficiale di CD, cosa che potrebbe se non creare conflitto, almeno mettere in ombra una eventuale distribuzione di UKI Linux su CD.
  • più supportata ufficialmente dalla FSF; ha rinunciato proprio per evitare di essere condizionata nelle sue scelte da considerazioni esterne, benchè non-commerciali.
  • forzatamente legata all'uso degli strumenti GNU, tipicamente emacs e texinfo, ma ha, in piena autonomia, deciso di trasformare tutta la documentazione in HTML. Si dimostra quindi orientata all'innovazione.



Bruce Perens

Per completare la mia indagine ho voluto fare una chiaccherata con il coordinatore di Debian, Bruce Perens, 39 anni, programmatore, californiano.

Il mio intento era soprattutto quello di investigare l'atteggiamento di Debian verso le nazionalizzazioni ed il progetto UKI nel suo complesso.

UKI Tra le maggiori distribuzioni di Linux, Debian può essere considerata l'ultima arrivata, avendo rilasciato la sua prima versione (la 1.1) nel Giugno 1996, ma la prima a distribuire il kernel 2.0.

Perens Credo che Ian Murdock (il fondatore del progetto Debian) rilasciò la sua prima versione nel 1994. Ricordo di aver installato il suo Debian 0.91 un bel pò di tempo fa. Attualmente abbiamo sofferto un pochino nel rilasciare Debian 1.1 con il kernel 2.0 nuovo fiammante, perchè ci sono stati un certo numero di crash e di sistemi che non volevano avviarsi. C'era da aspettarselo, c'è sempre una certa dose di rischio nel farsi pionieri.

UKI Quali sono, nelle sua opinione, le peculiarità che differenziano Debian da Slackware, Red Hat, ed il nuovo Caldera FT?

Perens Debian cerca di mantenere rapporti cordiali con gli altri distributori di Linux. Il mercato di Linux è sufficientemente grande da permettere a tutti noi di riuscire ad avere successo senza sopprimere gli altri. Perciò, mentre esaminerò le nostre differenze, non sto per dire alcunchè di negativo sulle altre distribuzioni di Linux.

Credo che la maggior differenza tra Debian, Red Hat, e Caldera stia nel modello di business. Debian è tanto open quanto lo possiamo fare - non c'è un consorzio, chiunque può unirsi al suo sviluppo e partecipare allo stesso livello di tutti gli altri sviluppatori. Non c'è una versione ufficiale di Debian, Debian è un'organizzazione senza scopo di lucro, ed ogni cosa che scriviamo per il progetto è free software. Noi distribuiamo il sistema tramite FTP, e parecchia gente lo vende su CD. Non chiediamo mai pagamenti alla gente che distribuisce Debian su CD, benchè stiamo incominciando a sollecitare donazioni.

Per contro, Red Hat è una azienda commerciale, producono una versione ufficiale che utilizzano per sostenersi, e preferiscono, ma non esigono, che le aziende che distribuiscono Red Hat su CD paghino loro un qualcosa. Red Hat rende disponibile il suo sistema anche gratuitamente tramite FTP, e loro sostengono vigorosamente la filosofia del free software. A noi piace la gente di Red Hat, e comunichiamo con loro ragionevolmente spesso. Abbiamo usato il sistema Red Hat per far partire il nostro sviluppo su DEC ALPHA, ed ha funzionato bene per costruire i pacchetti Debian. Ora, naturalmente, quel sistema ALPHA fa girare Debian. Credo che Red Hat ci abbia copiato alcune patch per risolvere quei problemi software che di tanto in tanto abbiamo in comune, e naturalmente questo ci va bene. Io ho spesso guardato al modo come Red Hat fa le cose quando stavo scrivendo programmi per Debian, e sono sicuro che altri manutentori Debian facciano altrettanto.

Attualmente non so molto sul modello commerciale di Slackware, benchè creda che sia molto simile a quello di Red Hat. Abbiamo preso alcune parti da Slackware per Debian e Patrick Volkerdering (il fondatore di Slackware) mi ha detto di aver copiato alcune patch da Debian.

Dai loro recenti annunci, sembra che Caldera si separi da Red Hat, e che farà il suo proprio Caldera Open Linux invece di semplicemente mettere valore aggiunto nel sistema Red Hat. Caldera ha detto chiaramente che ci sarà una quantità significativa di software non-free nel loro sistema. E hanno preso pochi impegni di mantenere la compatibilità con altre distribuzioni di Linux. Hanno fornito una parte del codice IPX (il networking compatibile con Novell) del kernel Linux, e, per quanto ne sappia, questo è ora free software. Naturalmente Debian usa quel codice, così abbiamo ricevuto da Caldera come le altre distribuzioni di Linux. Credo che Caldera tutt'ora funga da sito mirror di Debian, e naturalmente apprezziamo questo aiuto. È evidente che Caldera sta cercando di inseguire il mercato della Microsoft. La loro recente causa contro la Microsoft vuole costringere la Microsoft a fornire a Caldera dettagli sulle loro API, ma non costringerà la Microsoft o Caldera a fornire quegli stessi dettagli a scrittori di free software come me. Comunque vada a finire la causa, farà un mare di pubblicità a Linux.

UKI Debian quindi non ha ancora annunciato il rilascio ufficiale di un CD. C'è una precisa scelta o è qualcosa di contingente che cambierà in futuro?

Perens Era originariamente inteso che la Free Software Foundation (sponsor del progetto GNU) vendesse un CD ufficiale di Debian, perchè erano gli sponsor di Debian. Quando abbiamo deciso che la FSF dovesse essere allo stesso livello degli altri sviluppatori di Debian, abbiamo tenuto aperta l'offerta di vendere un CD, ma non sarebbe più stato il CD ufficiale di Debian.

È molto più facile convincere i produttori di CD a fare i CD di Debian quando non esiste un CD ufficiale a mettere in ombra il loro prodotto. A questo punto, noi abbiamo la sensazione che avere un sacco di distributori di Debian sia il modo migliore per portare più gente a far girare Debian, così manterremo questa politica. Può darsi che in pochi anni il mercato cambi in modo da incentivarci a creare una distribuzione ufficiale, ma forse no. Naturalmente, dal momento che Debian è interamente free software, chiunque voglia può produrre e vendere CD senza pagarci, o persino senza chiedercelo.

Correntemente, parecchi sviluppatori di Debian sono loro stessi fabbricanti di CD. Io ho fatto su circa duemila dollari USA vendendo i CD di Debian, proprio abbastanza per pagarmi il registratore di CD e per darmi una lezione sui problemi del dirigere una piccola azienda. Distribuirò ancor più CD nel futuro, ma naturalmante non posso trasformare il mio business nel CD Debian ufficiale. Se mai ci sarà un CD ufficiale, bisognerà che tutti i suoi profitti vadano all'organizzazione senza scopo di lucro Debian. Io devo andare molto cauto con i CD che pubblico, perchè sarebbe una pessima pubblicità per me il darmi speciali privilegi che gli altri fabbricanti di CD non hanno.

UKI Fin dagli inizi Debian era un progetto GNU; all'improvviso, questa primavera, il divorzio. Come siete giunti a questo punto e quali ne furono i motivi?

Perens Le decisioni tecniche della FSF per il sistema divergevano troppo da quello che i nostri volontari volevano costruire. Ne abbiamo discusso con Richard Stallman ed altri, ed abbiamo avuto problemi a trovare un terreno comune su cui tutti noi potessimo convivere. Decidemmo che avevamo bisogno del completo controllo tecnico del progetto, e perciò rinunciammo ad accettare ogni ulteriore sostegno ufficiale dalla FSF. Comunque non li abbiamo mai buttati fuori dal progetto; a loro è stata offerta una posizione di uguale livello con ogni altro sviluppatore e, dopo un'attesa di pochi mesi, FSF sembra aver accettato questa posizione.

UKI Quella che lei chiama un'attesa di pochi mesi è stata in realtà una delle più sanguinarie flame war che Usenet ricordi, a tal punto da spingere Lars Wirzenius a minacciare di togliere Linux dal suo PC ed installarvi Windows 95.

Perens Non credo che la flame war abbia avuto radici in questioni tecniche. Credo fossero solo critiche malevole. Richard Stallman è rimasto sconvolto dalla reazione violenta ai suoi commenti - lui non se la aspettava affatto, benchè credo che molta gente avrebbe potuto dirgli esattamente cosa sarebbe successo. Richard ha contribuito grandemente al mondo del free software, ma non è per niente diplomatico. Credo che ora capisca cosa andò storto, e ci sono buone speranze che non ripeterà quell'errore.

UKI Così la FSF aveva una qualche forma di controllo sullo sviluppo di Debian. Volete dirci quali fossero queste decisioni tecniche che originarono il problema?

Perens Noi volevamo fare un buon sistema Linux, mentre la FSF voleva farne un primo traguardo per quel sistema GNU di cui hanno parlato per quasi 10 anni. Il problema era che FSF aveva pianificato il sistema GNU per così tanto tempo da aver già preso tutte le decisioni tecniche più importanti. Questo lasciava molta poca libertà ai volontari che stanno attualmente lavorando su Debian, quando non erano daccordo con le scelte del progetto FSF. Avevamo bisogno del completo controllo e rinunciammo al sostegno della FSF. Se dovessi mettermi a rivangare ora quei motivi tecnici, ricominceremmo a ricevere e-mail riguardanti cose che abbiamo già risolto. Questo distrarrebbe i nostri volontari dall'eccellente e produttivo lavoro che stanno facendo semplicemente per soddisfare futili curiosità di non-volontari. Così lascerò fuori questo punto con la dichiarazione che ora implementeremo la maggior parte degli obiettivi della FSF.

UKI Recentemente Debian e la FSF giunsero ad una riconciliazione maggiormente visibile per la riapparsa della parola GNU nella denominazione. A che condizioni è avvenuta?

Perens La FSF ha chiesto molto poco. La loro più grossa richiesta era che usassimo il nome GNU. Noi lavoriamo insieme per assicurare che il software GNU si adatti bene ai sistemi Debian: per esempio stiamo facendo sì che i makefile dei diversi progetti GNU costruiscano automaticamente i pacchetti Debian. Ora la FSF partecipa a Debian alla pari con tutti gli altri sviluppatori. Ho chiesto a Richard [Stallman, NdR] di andare cauto in quello che dice alla comunità Linux -- non sempre lui capisce come le cose che dice possano far diventare il popolo di Linux molto reattivo.

UKI Bene, questa era la più grossa richiesta. E quelle più piccole?

Perens Volevano assicurarsi che alcune componenti GNU lavorassero bene con Debian. Per esempio, Richard Stallaman ed io abbiamo avuto un dialogo continuo su come i Makefile di diversi strumenti GNU potessero generare automaticamente pacchetti Debian. Loro non vogliono avere due divergenti versioni degli strumenti GNU, una per Linux ed una per il resto del mondo, che è quel che è accaduto con la libreria C. Questo problema della LIBC, ad ogni modo, sta per essere risolto molto bene da parte di gente esterna al gruppo Debian. Noi stiamo già usando la LIBC GNU nel Debian su ALPHA CPU, ed in futuro girerà su tutte le altre architetture. Nulla di ciò che la FSF ha recentemente richiesto è qualcosa con cui noi potremmo avere il benchè minimo problema. Ora che la FSF non ha una priorità soverchia nel processo decisionale di Debian, sono diventati molto facili da trattare e noi ci troviamo a fare per loro più di quando potevano pretenderlo.

UKI La distribuzione Debian è divisa in parecchie directory, alcune con nomi esotici (buzz, rex). Può spiegarci il criterio di questa scelta ed il suo scopo?

Perens La ragione per cui abbiamo avuto bisogno di denominazioni quali buzz e rex era perchè ci serviva poter distribuire un intero sistema a tutti i siti mirror FTP prima di poter dire che era Debian 1.1. Così creammo una directory chiamata buzz, e quando avemmo finito ed era su tutti i siti mirror, creammo un link simbolico Debian-1.1 che puntava a buzz. rex è il sistema Debian 1.2 ancora in sviluppo.

Buzz e Rex sono personaggi di Toy Story. Io lavoro alla Pixar, lo studio di animazione che ha creato Toy Story per Disney. Io programmo strumenti software per fare film. Uno dei miei progetti recenti è parte del programma di ritocco usato nel sistema per film digitali Cineon della Kodak. Quando un attore vola o cade in un film, viene fermato da un grosso cavo. Voi non lo vedete perchè artisti lo dipingono via dal film, fotogramma per fotogramma, usando questo programma di ritocco. Il programma di ritocco è anche usato per restaurare vecchi film come Biancaneve riportandoli alle loro condizioni originali.

Pixar non dà sostegno al lavoro che faccio per Debian - è qualcosa che faccio nel mio tempo libero.

Sono lì da circa 9 anni, per la maggior parte lavorando alla programmazione di sistemi operativi e di sistemi di foto-composizione digitale. Ora lavoro nel gruppo Studio Tools, il che vuol dire che faccio gli strumenti che gli animatori usano per fare i film. Facciamo girare Linux in alcuni progetti di ricerca, ed in futuro avremo la possibilità di spostarli nei sistemi di produzione. C'è molta competizione tra i diversi studi cinematografici, e perciò siamo cauti nelle informazioni che diamo agli altri studi. Per questa ragione non posso parlare dei progetti su cui attualmente lavoro.

Steve Jobs era qui oggi [23 Agosto 96 NdR], e ho potuto avere una breve chiaccherata con lui. Mi sento molto onorato di poter lavorare con la gente di Pixar.

UKI Attualmente Debian è costituito da circa 500 pacchetti. Può spiegarci cos'è un pacchetto Debian e come è organizzato?

Perens Noi diciamo alla fonte (upstream) per riferirci alla forma di un programma prima che venga impacchettato per Debian. L'autore di quel programma viene generalmente chiamato il manutentore alla fonte (upstream maintainer), ed il volontario che impacchetta quel programma per Debian è chiamato il manutentore del pacchetto (package maintainer). È tra le responsabilità del manutentore del pacchetto di inoltrare i bachi che incontriamo fino al manutentore alla fonte in modo che vengano corretti nella versione originale del programma. Abbiamo un sistema di tracciamento dei bachi molto accurato, si possono vedere i bachi tuttora esistenti attraverso la pagina web www.debian.org .

Il manutentore del pacchetto prende il codice sorgente alla fonte, vi aggiunge un makefile specifico per debian che costruisce il pacchetto. Il manutentore costruisce un file che spiega i termini del copyright del pacchetto, che va nel direttorio /usr/doc/copyright una volta che il pacchetto è installato. C'è un piccolo file che spiega il nome e lo scopo del pacchetto e da quali altri pacchetti questo pacchetto dipende. Per dipende intendiamo quali altri pacchetti devono essere installati per far funzionare questo pacchetto. Per esempio, i pacchetti dipendono dalle librerie shared di cui hanno bisogno per girare, così una applicazione X Window si può dire dipenda dal pacchetto che contiene le librerie shared X. I nostri strumenti per i pacchetti, dpkg e dselect, mettono in rilievo quando un pacchetto dipende da un altro, e aiutano l'utente ad installare qualunque pacchetto sia necessario.

Costruiamo un file .deb, che è il pacchetto binario. Quando usate i nostri strumenti per installare questo pacchetto, i programmi che contiene vengono installati sul vostro sistema e configurati correttamente per voi. Generiamo inoltre un file .tar.gz con gli interi sorgenti del pacchetto, e un file .diff.gz con le differenze tra il nostro pacchetto ed il codice sorgente originario. Questo .diff.gz può essere passato al programma patch per Debian-izzare una nuova versione del codice originario.

UKI Se un certo programma non è incluso in un pacchetto Debian esistente, è possibile creare un nuovo pacchetto che lo contenga?

Perens Noi forniamo tutti gli strumenti per fare ciò. Comunque, noi scoraggiamo gli utenti dal creare pacchetti intesi per il loro uso personale. Preferiremmo che creassero pacchetti Debian che possano essere distribuiti a tutti i nostri utenti.

UKI Come si deve fare?

Perens Esiste documentazione sul processo di creazione di un pacchetto che si trova sul nostro sito sotto ftp://ftp.debian.org/docs/package-developer . Nuovi manutentori di pacchetti devono anche unirsi alla mailing list per sviluppatori, perchè lì c'è molto da imparare che non si trova nella documentazione, sia facendo domande che ascoltando le nostre discussioni.

UKI Quali sono gli impegni che un manutentore si deve prendere?

Perens Un nuovo manutentore di pacchetti deve contattarmi via e-mail a Bruce@Pixar.com . Io chiederò al curatore della mailing list di aggiungere il suo nome alla lista degli sviluppatori, ed io chiederò al gestore del nostro sistema FTP principale di creare un account per il nuovo manutentore per poter scaricare i pacchetti.

UKI Il Progetto UKI Linux intende creare una distribuzione internazionale di Linux, in più lingue e pronto per l'uso in un ambiente eterogeneo come quello Europeo. Qual'è l'atteggiamento di Debian verso questo scopo?

Perens Siamo molto in favore di questa opera. Noi già abbiamo le pagine del manuale di molti programmi in Tedesco [ed in Spagnolo, ora. NdR] così come quelle in Inglese, ed abbiamo sostegno per la localizzazione che permette ai programmi di operare in più lingue diverse. Abbiamo bisogno di ancor più volontari per lavorare a questo.

UKI Nella sua opinione, è possibile pensare a Debian come alla base per una simile distribuzione?

Perens Noi saremmo molto felici se alcuni o tutta la gente del Progetto Uki Linux si arruolasse come sviluppatori Debian ed usasse Debian come base per il sistema internazionale. Abbiamo bisogno di qualcuno che diriga il nostro progetto internazionale, e una scelta ovvia cadrebbe su qualcuno del gruppo Uki.

UKI Quindi Debian è disponibile a diventare questa distribuzione?

Perens Proprio così.

UKI Si parla di una possibile fusione tra il sistema di impacchettamento Debian e lo rpm usato da Red Hat. È vero?

Perens Non ancora. Il problema è che c'è una grossa differenza tra quello che ci piacerebbe fare, e quello che abbiamo tempo di fare. Avere più volontari desiderosi di lavorare a questo genere di progetti potrebbe aiutare.

UKI Ma è un obiettivo raggiungibile?

Perens Solo il tempo potrà dirlo. Non stiamo facendo nulla per fermarlo, ma del resto non stiamo facendo nulla neppure per farlo succedere prima, poichè abbiamo posto una priorità maggiore nel risolvere i nostri propri problemi. E sono sicuro che anche Red Hat ha fatto lo stesso con le sue priorità.

UKI Ma ci sono problemi tecnici o politici?

Perens Credo che il problema sia tecnicamente risolvibile, e non c'è alcun ostacolo politico. Credo che tutte le parti interessate vorrebbero vederlo succedere. Il solo problema è che non abbiamo ancora i volontari per lavorare su questo progetto complesso.

UKI Il recente annuncio dell'acquisto di Linux FT da parte di Caldera potrà cambiare questo sforzo?

Perens Di nuovo, credo che solo il tempo ce lo dirà. Caldera è ora un grosso punto di domanda. Hanno le potenzialità di sviluppare un terzo sistema di pacchetti ed altro software che sia incompatibile con Debian e Red Hat. Spero che non lo facciano. Rileveranno il mercato Linux? Sarebbe una buona cosa se succedesse? Renderanno la vita migliore per chi scrive free software o semplicemente prenderanno ciò che vogliono per poi andarsene via? Chiedetemelo tra pochi anni.

UKI Come ogni altra cosa targata GNU, anche Debian usa estensivamente emacs e texinfo. Un mucchio di gente che, come me, usa vi come editor e HTML come ipertesto, vorrebbero una maggiore flessibilità nella configurazione di Debian. È possibile immaginare un futuro svincolo da emacs/texinfo o la recente riappacificazione con la FSF lo preclude?

Perens Attualmente non siamo per niente collegati ad Emacs. Emacs ed i suoi sotto-programmi sono pacchetti, e potete installarli o no. Io non ho Emacs installato sul mio sistema personale, perchè sono anch'io un utilizzatore di vi. Abbiamo ben tre versioni di vi! Puoi sceglierne una, due, o tutte e tre ed installare i pacchetti che le contengono, ed essi non sono in conflitto l'uno con l'altro.

Abbiamo un pò di documentazione che è solo nel formato texinfo. Comunque, abbiamo deciso di fare di HTML l'agente unificante della documentazione. Tutte le forme di documentazione - texinfo, pagine del manuale, ecc. - sul sistema, saranno leggibili dal browser web di vostra scelta. Stiamo lavorando su questo ora. Alcuni documenti saranno convertiti sul momento dal loro formato originario a HTML, ed altri saranno convertiti all'atto della creazione del pacchetto ed installati in formato HTML.

UKI Lei è diventato famoso per aver fatto di Debian un sistema personalizzato per i Radioamatori (HAMs). Può spiegarci in quale modo i programmi HAM distribuiti con Debian possono influenzare la vita di un Radioamatore?

Perens Sono piuttosto imbarazzato perchè Linux per i radioamatori non è ancora stato rilasciato dopo che ne ho parlato per un intero anno. Ovviamente, il mio lavoro per Debian lo ha ritardato. Linux per i radioamatori raccoglie i bei programmi per radioamatori creati da gente come Jonathan Naylor e Alan Cox in un sistema Linux chiavi-in-mano basato su Debian. Molta gente pensa ai radioamatori che comunicano via voce, ma packet-radio è il mezzo di comunicazione dei radioamatori che cresce più rapidamente. Packet-radio connette i computer in una rete via radio più che per via telefonica. La forma più sofisticata di packet-radio usa TCP/IP, e perciò somiglia un sacco ad Internet. Un sistema Linux per i radioamatori andrà in onda ed automaticamente troverà i vicini raggiungibili via radio. Benchè ciascun sistema abbia raggio limitato, essi scoprono la rotta da uno all'altro ed inoltrano i pacchetti attraverso parecchie stazioni per giungere a destinazione.

Naturalmente gli entusiasti della Ham Radio fanno più che trasmettersi dati. Molti di loro si costruiscolo i propri apparecchi, e perciò ho incluso Spice ed altri programmi di simulazione dei circuiti che possono usare per progettare radio. C'è un programma di disegno dei circuiti stampati che rende molto più facile realizzare un progetto. Ci sono parecchi satelliti per radioamatori, e ci sono stazioni ham radio sullo Space shuttle americano e sulla stazione spaziale russa MIR. Questi veicoli spaziali non si trovano in orbite geostazionarie come i satelliti TV, e perciò dovete costantemente muovere la vostra antenna per inseguirli nel cielo. Linux per i radioamatori fornisce a questo scopo un programma per l'inseguimento dei satelliti.

Linux per i radioamatori dovrebbe venire presto rilasciato. Trovare il tempo per lavorare a lui invece che a Debian è stato un problema, ma farà progressi man mano più volontari si uniranno a Debian. Naturalmente passo un sacco di tempo alla Pixar, ed ho anche una vita lontano dai computer. Mia moglie Valerie ed io abbiamo recentemente festeggiato il nostro terzo anniversario. E abbiamo appena comprato una casa in Berkeley, California, dove ci trasferiremo presto.


Grazie.

di Fabrizio Polacco


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