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Editoriale



Rimembro ancor...

Che delusione!

Il 28 Ottobre scorso, c'è stata una riunione del PLUTO Padova.

Doveva essere una riunione importante, essendo la prima effettuata dopo le vacanze; la prima cioè a ranghi effettivi, visto che la maggior parte dei pluto-patavini sono studenti universitari; le decisioni da prendere e le cose da discutere erano parecchie, ed erano importanti: bisognava impostare l'attività dell'anno a venire, sistemare l'organizazzione del PLUTO Meeting che si svolge qui a Padova, e nominare un nuovo coordinatore della sezione di Padova, e quindi di tutto il gruppo PLUTO. Insomma la carne al fuoco era parecchia.

Nonostante ciò, le presenze hanno superato di poco la decina.

Eppure nella sola sezione di Padova, ci sono una 60ina di iscritti. Alcuni di questi lavorano, altri sono in giro per il mondo, qualcun'altro aveva problemi di vario genere: non lo metto in dubbio. Ma sinceramente mi aspettavo di vedere almeno 25, 30 persone.

E soprattutto speravo di vedere faccie nuove: le faccie di tutti quelli che si sono iscritti ultimamente al nostro gruppo e non hanno ancora avuto modo di collaborare. Invece sempre i soliti, che mi sono anche stancato di vedere :-).

Non ci sono stati grossi problemi, visto che ognuno si è preso qualcosa da fare, e tutto continuerà come prima.

Ma io non sono contento, non sono soddisfatto. Anzi, sono proprio schifato: sono stanco che siano sempre i soliti a fare tutto e che nessun'altro si faccia avanti.

Iscrizioni inutili?

Come coordinatore nazionale del PLUTO ho scritto dappertutto che non serve a niente iscriversi al PLUTO se poi ci si estrania totalmente da qualunque attività. Credevo di averlo messo ben in evidenza, sul PLUTO Manifesto e sul form di iscrizione. Ma non è servito a niente. Le iscrizioni aumentano, ma il numero di persone che collabora attivamente al gruppo no.

Qui c'e` qualcosa che non funziona, ragazzi.

Stiamo lavorando, molto e bene, per migliorare Linux, ma ci siamo completamente dimenticati di migliorare anche gli utenti.

Non stiamo diffondendo lo spirito Linux nelle nuove leve: chi si avvicina a Linux in Italia, oggi trova un valido aiuto e supporto nel materiale prodotto dal nostro gruppo. Ma non è questo il nostro obiettivo. Non il solo, almeno.

Quello che dovevamo fare noi era diffondere una nuova cultura informatica che fosse basata sul free software, sulla collaborazione spontanea, sul lavoro disinteressato. E invece: niente.

E stiamo ancora qua a discutere su come rendere più bello Linux, più facile, più attraente, migliorando le interfaccie grafiche, i tool di gestione, e via dicendo? Boiate.

Se ho imparato cosa vuol dire Linux, se ho imparato cosa vuol dire ``libertà'' nel senso più assoluto del termine, se ho imparato quanto importante sia collaborare con gli altri per costruire qualcosa di grande, è perché a suo tempo, ho dovuto affrontare difficoltà che i ``novelli'' di oggi neanche possono immaginare. Perché ho visto Linux quando non aveva il supporto per niente, quando non c'erano distribuzioni serie, quando i tool grafici neanche esistevano, quando insomma nessuno si lamentava se qualcosa non funzionava, e se proprio non funzionava ci si tirava su le maniche, si sistemava il tutto e poi, felici, contenti e orgogliosi, lo si metteva a disposizione degli altri.

Ricordatevi sempre che Linux trae la sua forza tecnica dal fatto di essere uno UNIX, la sua forza morale dal fatto di essere FREE. Chiaro, semplice, lineare e non contestabile. Questo è ciò che dobbiamo insegnare!

Conclusioni

Pensavo che bastasse usare Linux per imparare tutto questo. Invece mi sbagliavo.

Poi in questi giorni, qualcuno mi domanda perché ho deciso di lasciare la coordinazione del PLUTO... e chi ha più la forza per continuare a urlare ad una platea di sordi?

Gli unici che ascoltano sono sempre i soliti: quelli che leggeranno questo editoriale e quelli che continuano a lavorare nel PLUTO, nonostante tutto.

Ringrazio di cuore tutti i ragazzi che mi hanno seguito entusiasti in questa avventura, creando progetti, lavorando sodo, rinunciando a soldi, tempo e altri impegni, pur di sentirsi parte di questo gruppo, di questo progetto.

E nonostante tutto, io non cedo, non mollo. Continuerò a collaborare in varie forme nel PLUTO, soprattutto attraverso il PLUTO Journal, perché non mollerei questo gruppo neanche se rimanessi da solo, visto che ci ho sputato sopra sangue. Non lo mollerei perché mi ha dato troppe soddisfazioni. Mi sono troppo divertito, ho conosciuto tanti amici, ho visto realizzarsi molti sogni e mi sono sentito parte di qualcosa di veramente grande.

A chi non collabora al PLUTO perché non gliene frega niente, a chi non collabora al PLUTO perché si crede troppo incapace, a chi non collabora al PLUTO perché ha paura di tutto e di tutti, dico che può continuare tranquillamente a starsene fuori ed avere la coscienza a posto, ma non si renderà mai conto di quanto bello sia farne parte e di quanto divertente sia cambiare il modo di pensare della gente, comportandosi come nessun'altro osa fare: creando, pensando e lavorando liberamente.


Questo editoriale l'ho scritto subito dopo la riunione, "a caldo" come si suol dire, ed è più duro e cattivo di quanto doveva essere, ma l'ho lasciato così come era per far capire che, spesso, capitano anche momenti di sconforto nel tipo di attività che svolgiamo noi;

l'unica cosa che ci tira un po' su sono i grazie che riceviamo ogni tanto e qualche rara mail di giovani incauti che si offrono per collaborare alle nostre pazzie.

Un evviva per i pazzi e per chi li segue!

di Davide Barbieri


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