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Impressioni di un utente Linux

Quando Michel "Zio Buddha" Morelli mi ha chiesto di scrivere un articolo per il Pluto Journal in cui avrei dovuto parlare delle diverse distribuzioni di Linux, ho accettato con piacere, ma anche con un po' di preoccupazione. Infatti, come ho scritto anche a Michele, non pretendo di illuminare nessuno con il mio "Verbo", né tantomeno di sponsorizzare questa o quella distribuzione a danno delle altre. Tutte le distribuzioni di Linux, che si sono affermate negli ultimi anni, hanno la loro collocazione sul mercato e la loro ragion d'essere. La scelta di una piuttosto che di un'altra puo' dipendere da molti fattori: disponibilità economiche, tipo di utilizzo che se ne vuole fare, gusto personale o altro.

Quello che mi propongo qui di fare è di descrivere la mia esperienza personale nel campo dell'acquisto e dell'installazione di sistemi Linux.

Considerazioni generali

Negli ultimi anni ho avuto modo di installare e provare varie distribuzioni di Linux e diverse release delle medesime. Ho potuto così apprezzare i cambiamenti e le migliorie che i vari distributori hanno apportato ad ogni nuova uscita del loro prodotto. Attualmente la facilità di installazione è anni luce più avanti rispetto alle prime versioni: tutte le distribuzioni forniscono a tal fine programmi dall'uso abbastanza intuitivo che spesso sono in grado di identificare automaticamente l'hardware del sistema su cui vengono lanciati. L'unica cosa che non è cambiata, e non poteva essere altrimenti, è la necessità di ripartizionare l'hard disk (o gli hard disk) se si vuole far convivere Linux con sistemi operativi precedentemente installati o se si desidera distribuirlo su più di una partizione (scelta sconsigliata ai neofiti). Nella prima ipotesi è necessario deframmentare la partizione contenente l'altro sistema operativo e ridimensionarla, senza cancellarne il contenuto, con programmi tipo "fips" o "Partition Magic", i quali permettono di liberare dello spazio in cui potrete poi creare le partizioni necessarie per Linux. Questi passaggi, almeno alla prima installazione, non ve li scamperete con nessuna distribuzione, quindi, se le operazioni che ho sommariamente descritto vi suonano arabo, avete due scelte:

  1. leggere bene tutta la documentazione che troverete nei CD o nei manuali che li accompagnano (fase che per alcuni può risultare dolorosa ma che evita dolori più grandi nel seguito);

  2. sfruttare quel "nerd" del vostro amico che si sta laureando in Ingegneria Informatica (non so perchè ma ho sempre odiato questa soluzione, specie quando l'hanno adottata i miei amici :-) ).

Come ho detto nella premessa, i fattori che determinano la scelta di una distribuzione sono vari. Per quel che riguarda l'aspetto economico, la soluzione più a buon mercato (escludendo lo "scrocco" del CD del solito amico, che tra l'altro può comportare violazioni del copyright) è l'acquisto di una delle tante riviste che di tanto in tanto allegano un dischetto contenente una delle distribuzioni. Se optate per questa soluzione e se il direttore della rivista non ha la bontà di dedicare un articolo alle istruzioni per l'installazione, l'unica documentazione di cui disporrete sarà quella contenuta nel CD. Talvolta i manuali sono disponibili anche su Internet. Sinceratevi comunque che i dischi siano in buone condizioni e che non abbiano passato qualche ora sotto la pioggia o sotto il solleone (capita, capita...)

Le distribuzioni

Le distribuzioni che ho potuto provare sono: Caldera OpenLinux 1.3, Debian, RedHat, Slackware, S.u.S.E., e, per non far torto a nessuno, le tratterò in ordine alfabetico.

Debian.

L'ultima versione della Debian è la 2.0. Il nome per esteso della distribuzione è "Debian GNU Linux", dal che arguisco che è rilasciata sotto licenza GNU. In passato avevo provato la release 1.1.0, che avevo ricevuto in omaggio con un abbonamento ad una rivista. Più di recente mi sono procurato la versione 2.0, che si trova sul numero di ottobre di "Inter.net". Il CD della Debian è incluso anche nel cofanetto della InfoMagic, che contiene anche Slackware, SuSE e RedHat. Per quel che riguarda la copia in omaggio con la rivista "...Tutti i tool e la documentazione sono disponibili sotto la directory debian del CDROM, un po' di documentazione in italiano è disponibile in debian/hamm/hamm/disks-i386/doc" (frase presa pari pari da un file html che ho trovato sul dischetto ;-) ).E' possibile accedere al manuale di installazione all'indirizzo http://www.debian.org/2.0/install.html e, sul sito http://cdimage.debian..org, sono disponibili le immagini dei CD Debian per chi se li vuole masterizzare in proprio.

Il dischetto che ho provato è avviabile, nel senso che (se il vostro hardware lo consente) è possibile fare il boot del sistema direttamente dal CD. All'inizio appare il prompt di LILO (il boot manager di Linux) e, prima di avviare il sistema operativo, è possibile consultare un help in italiano. Una volta eseguito il bootstrap, parte automaticamente il programma di installazione (in italiano), corredato da molti messaggi che spiegano passo per passo cosa si sta facendo e cosa si dovrà fare. Il programma stesso suggerisce, al completamento di ogni fase, i possibili passi successivi. In questa prima parte dell'installazione si eseguono tutte le operazioni necessarie per configurare e rendere operativo il sistema base, dopodiché Linux viene riavviato e parte la routine di installazione dei pacchetti software. I file che li contengono hanno l'estensione "deb" (ma questa è una cosa che durante l'installazione l'utente non vede). Per passare da questo formato al più diffuso "rpm" (Redhat Package Management) è possibile utilizzare il programma "alien".. La routine di installazione dei pacchetti aiuta anche a risolvere le dipendenze tra programmi, nel senso che, se abbiamo selezionato un pacchetto che ne necessita di altri per funzionare, il programma lo segnala e permette di selezionare anche questi ultimi.

Per correttezza devo dire che non ho avuto modo di provare estesamente questa distribuzione ma l'impressione che ho ricavato è che si sia fatto da più parti un grande sforzo per arricchire questa "edizione" italiana (quella in regalo con Inter.net, per intenderci) con messaggi ed help di ogni tipo per sopperire al fatto che in genere chi se la procura non ha un manualetto di accompagnamento. Non ho provato i CD Debian del cofanetto Infomagic, ma ritengo che l'utente se la possa cavare con la documentazione acclusa o disponibile in rete.

Caldera OpenLinux 1.3

Di tutte le distribuzioni è quella che credo costi di più, ma è anche la più testata ed ha alle spalle un'azienda con lunga e consolidata esperienza. Personalmente l'ho ordinata presso la Future Technologies, scrivendo all'indirizzo di posta elettronica aorlando@futuretg.it. Prezzo: Lit. 150.000 più spese di spedizione. Al momento della pubblicazione dell'articolo dovrebbe essere disponibile anche in alcuni negozi. La scatola contiene un manuale in cinque lingue (italiano compreso), un floppy disk da 1,44Mb per il boot e l'installazione, e due CD, uno avviabile di installazione e l'altro contenente i codici sorgente. Nel CD numero 1 si trova anche Star Office 4.0, la suite da ufficio della Star Division, molto facile da usare per chi è abituato al look and feel dei prodotti Microsoft. In un'unica interfaccia integrata permette di utilizzare un programma di video scrittura, un foglio elettronico, un data base management system relezionale, un programma per preparare le presentazioni, un browser html, un news reader, un mail client, un editor html e un file manager (e scusate se è poco :-) ). Nel CD numero due è invece presente Sybase Adaptive Server , per chi è interessato all'uso dei data base. Star Office e Sybase hanno i loro script di setup e vanno installati quando la vostra Linux box è già pienamente operativa (o quasi :-) ).

OpenLinux 1.3 include il kernel 2.0.35 e, tra le altre cose, un client Netware, il K Desktop environment (un window manager molto curato e accompagnato da molte applicazioni), Netscape Communicator 4.0.6, il programma per il backup BRU, un emulatore di DR-DOS e l'editor per programmatori CrispLite.

Per quello che riguarda l'assistenza, Caldera offre varie formule. Quella garantita per la versione in mio possesso mi è parsa un po' limitata, almeno dal punto di vista quantitativo: 30 giorni o 5 incidenti (problemi non scomponibili in sotto-problemi, quindi non pensate di fare i furbi mandando un'unica mail con 30 quesiti :-) ). L'assistenza termina quando viene raggiunto uno dei due limiti. Ad onor del vero devo dire che non ho avuto grossi problemi e non ho dovuto far ricorso all'assistenza.

Il programma di installazione è anche in italiano, il suo utilizzo è intuitivo ed ha rilevato automaticamente l'hardware del mio sistema. Per l'amministrazione viene fornito un tool con interfaccia a caratteri chiamato Lisa, che permette di configurare i vari aspetti hardware e software, compresi client e server NIS.

Per la configurazione dell'X server è fornito un programma con interfaccia grafica, che nel mio caso ha ben funzionato.

In definitiva, l'impressione generale che ho ricavato è quella di un sistema affidabile, destinato ad un pubblico aziendale, in cui si è preferito includere solo software sufficientemente testato.

S.u.S.E. Linux 5.3

Delle distribuzioni che ho provato è la più ricca di software: 4 CD di installazione più uno contenente un live-filesystem, che può essere montato per provare le applicazioni che non sono state ancora installate. Se il vostro hardware lo consente, potete eseguire il boot anche da quest'ultimo CD e provare Linux ancora prima di averlo installato (con tutte le limitazioni del caso). Il manuale in inglese è bello "corposo" ed illustra in modo esauriente parecchi aspetti dell'installazione, dell'amministrazione e del normale uso della vostra Linux box. Alcuni paragrafi sono dedicati alle applicazioni di produzione S.u.S.E. (SuSEFax, YaST, Sax, suseppp, etc.). Il manualetto in italiano è più mingherlino ma prende in esame gli argomenti più importanti e comunque non è più piccolo dei libretti di accompagnamento che ho trovato in altre distribuzioni. Purtroppo presenta diversi errori ma gli autori se ne scusano simpaticamente all'inizio e invitano gli utenti (italiani) a segnalarli. L'assistenza per l'installazione dura 60 giorni, senza limiti per il numero di interventi ed è attivo tutta la settimana (almeno quello via e-mail che ho potuto sperimentare). Olaf Borkner DelCarlo (uno dei curatori della distribuzione) ha risposto personalmente (e molto cortesemente) ad una mia richiesta di aiuto e la sua mail portava la data di una Domenica. L'unico problema che ho avuto (forse per limiti o errori miei) è stato quello di non riuscire a far convivere il server Hylafax (al quale si "appoggia" SuSEFax) con i programmi per la connessione ppp dial-up.

Il programma di installazione è anche in italiano ed è facile da usare e, nel mio caso ha funzionato a dovere. Una caratteristica che mi è piaciuta è che, nella parte relativa alla scelta del software, rileva le dipendenze tra pacchetti, quindi, se se ne seleziona uno che necessita di altri per funzionare, questi possono essere selezionati automaticamente. Ho parlato di "un"programma di installazione, ma in realtà l'installazione avviene in due fasi: nella prima viene utilizzato linuxrc, nella seconda viene avviato YaST (Yet another Setup Tool), che è anche il tool per la configurazione e la gestione del sistema. YaST è molto semplice da usare e rende agevole il compito dell'amministratore. Una caratteristica di SuSE è quella di gestire molti aspetti della configurazione in modo centralizzato, tramite il file /etc/rc.config, e YaST si occupa di apportare ad esso e agli altri file di configurazione le opportune modifiche, quando le circostanze lo richiedono. Permette anche di fare un backup differenziale del sistema, in cui vengono inclusi solo i file che sono stati modificati dopo l'installazione. E' anche possibile indicare le directory da escludere dal backup.

Per l'impostazione dei parametri dell'X server si può usare il programma ad interfaccia grafica SaX, che, oltre ai normali settaggi che si possono configurare anche con lo script xf86config, permette di testare le scelte operate e di regolare le dimensioni e la centratura dello schermo. Usando SaX ho avuto un solo problema. Praticamente accadeva che alla risoluzione 800x600 e solo se avevo selezionato anche la modalità 1024x768 tra quelle possibili, nonostante le regolazioni effettuate nella fase di test, la linea più in alto nello schermo non veniva tracciata completamente e variava di lunghezza. Eliminando la risoluzione 1024x768 (che tra l'altro non uso mai) il problema scompariva. Tengo a precisare che in fase di test avevo controllato che tutte le modalità venissero visualizzate correttamente. In ogni caso, se SaX non dovesse funzionare, c'è sempre il vecchio xf86config che non tradisce mai :-).

Per quel che riguarda il software incluso, si possono citare KDE, una versione demo di Applixware (suite per ufficio), Adabas (per chi è interssato ai data base), il pacchetto suseppp per la connessione ppp dial-up, SuSEFax, un front-end per Hylafax scritto in Java (necessita l'installazione di JDK).

La documentazione in formato elettronico è ricca. Di default vengono installate le manpages, gli howto e vari strumenti per la consultazione di help in linea, quali SuSEhelp (comodo strumento per la ricerca tramite cgi e la consultazione di testi di aiuto all'interno di Netscape) e Tkman (tool grafico per la consultazione delle manpages).

Prezzo (almeno al negozio dal quale mi fornisco :-) ) 89.000 lire.

RedHat 5.1

Per essere corretti fino in fondo devo fare una precisazione: l'ultima release da me provata è la 5.0. Possiedo un CD contenente la 5.1 ma non l'ho ancora installata per mancanza di un computer pronto ad accoglierla. Mi sono perciò documentato un po' presso il sito della RedHat e presso un rivenditore, per sapere quali sono le novità rispetto alla versione precedente.

Nell'ultima release è stato incluso un CD denominato "Linux Application CD", che contiene molte applicazioni commerciali in versione demo o lite. La guida di installazione è stata migliorata e contiene una lista di FAQ aggiornata, l'elenco dei pacchetti software e un capitolo "what I do now" per aiutare l'utente dopo l'installazione.

Il disco in mio possesso non è direttamente avviabile all'accensione del computer ma è possibile, dal prompt del Dos (Dos, mi raccomando, non Windows), richiamare la directory "\dosutils" e digitare "autoboot". Questo darà inizio al boot da CD.

Il software di installazione, come dicono alla RedHat, è stato internazionalizzato, nel senso che è possibile scegliere tra più lingue. Sfortunatamente nell'elenco che ho letto sul sito del produttore ci sono inglese, tedesco, francese, ceco, rumeno, norvegese e turco, ma non l'italiano. Non so se nella confezione disponibile presso i rivenditori nostrani sia stato incluso qualcosa anche per noi, poveri abitanti dello "stivale" :-). RedHat, come le altre distribuzioni, permette di creare un rescue disk durante l'installazione, nel quale viene salvata la configurazione scelta per il sistema. Questo permette il recovery in caso di catastrofi di vario tipo. Per il resto, il funzionamento del programma di installazione non si discosta molto da quello delle altre distribuzioni (anche perché le operazioni da compiere, bene o male, sono sempre quelle). Nella nuova versione hanno finalmente aggiunto il bottone "back" nelle varie schermate, che permette in ogni momento di tornare alla fase precedente e correggere eventuali errori.

Per quel che riguarda l'amministrazione del sistema, i programmi della RedHat nella versione 5.0 erano usrcfg (amministrazione utenti), fstool (gestione file system), glint (gestione pacchetti software), netcfg (configurazione della rete), modemcfg (configurazione del modem), printtool (configurazione della stampante), sndcfg (per l'uso di schede sonore come la Sound Blaster PnP) e un runlevel editor, per decidere le applicazioni da avviare in ogni livello di esecuzione (se non capite cosa sto dicendo non fa molta differenza ;-) ). Mi sono sempre trovato bene con questi programmi che, pur essendo prodotti dalla RedHat, sono inclusi anche in altre distribuzioni come strumenti alternativi per l'amministrazione. Nella nuova versione si può accedere ai tool di configurazione in tre modi: interfaccia a caratteri, interfaccia grafica, accesso tramite web, per configurazione da postazione remota.

La distribuzione RedHat, oltre al server Xfree86, fornisce anche il server commerciale Metro-X, che ha il suo programma con interfaccia grafica per l'impostazione dei settaggi.

Per quel che riguarda il software incluso, si possono citare BRU2000-PE, per operare i backup, Electric Eyes, una utility grafica, RealAudio e RealVideo, per vedere filmati e ascoltare file sonori diffusi via Internet.

La lista completa del software contenuto nel "Linux Application CD" è disponibile all'indirizzo http://www.redhat.com/products/lac.html. L'elenco è lungo e le applicazioni riguardano i più svariati campi di utilizzo. Tra i tanti pacchetti si possono citare WordPerfect della Corel, Crisp e Dbmaker.

La confezione contiene 3 CD, il floppy disk per il boot, il manuale e un "bumper sticker".L'assistenza dura 90 giorni e il prezzo dovrebbe essere di 89.000 lire (49 $).

Slackware 3.5.0

La versione da me provata si trova nel cofanetto "Linux Developer's Resource" del giugno 1998 della Infomagic, che contiene in tutto 6 CD:

Il prezzo del cofanetto è di 60.000 lire e contiene un piccolo opuscolo in cui sono descritte le procedure di installazione della RedHat e della Slackware. Ci sono anche 4 appendici che spiegano l'uso di fdisk, di LILO, l'installazione del server Metro-X e indicazioni su come accedere al supporto tecnico che (udite, udite) è illimitato.

Il programma di installazione della slackware 3.5.0 non mi è sembrato molto differente nell'aspetto esteriore da quello delle precedenti release che avevo provato. Come facilità d'uso è in linea con quello delle altre distribuzioni. I passaggi fondamentali sono sempre gli stessi: partizionamento dell'hard disk, formattazione, individuazione della sorgente di installazione, selezione del kernel e dei pacchetti da installare, configurazione di rete, tastiera, modem, mouse, fuso orario, configurazione e installazione di LILO.

Questa distribuzione non è certo ricca di fronzoli e gadgets e, per quella che è stata la mia passata esperienza e per quel poco che ho potuto vedere della nuova, non accompagna per mano l'utente nei passaggi successivi all'installazione. Bisogna quindi armarsi di pazienza e leggere sempre bene la documentazione in formato elettronico (cosa che andrebbe sempre fatta, ma che non tutti hanno il tempo di fare per ogni singolo programma). Un sistemista Unix o un utente esperto Linux, che conoscono bene i file di configurazione e i vari aspetti di questa famiglia di sistemi operativi non hanno difficoltà ad utilizzare la Slackware, e per chi installa per lavoro reti con server linux c'e' l'indubbio vantaggio di una spesa inferiore rispetto ad altre soluzioni (e quindi più margini di guadagno ;-) ). Anche un utente meno esperto se la può cavare bene (del resto le mie prime installazioni linux sono state tutte Slackware, ed a quel tempo la mia conoscenza di Unix era vicina allo zero :-) ). La documentazione non manca e, come sempre, ci si può rivolgere ai vari newsgroup. Se qualcuno poi mi vuole segnalare help di vario genere che mi sono sfuggiti, è il benvenuto.

Per quello che riguarda la configurazione dell'X-server, se si usa Xfree86 credo che l'unico script fornito sia xf86config (che va benissimo), se si decide di installare il server Metro-X si dispone dell'apposita utility ad interfaccia grafica. (In effetti la Slackware, [già dalla 3.2], fornisce a corredo XF86Setup, che lavora in modalità grafica. Ndr)

Conclusioni

Come avete potuto vedere, le distribuzioni di Linux sono tante ed è possibile procurarsele in diversi modi ed a prezzi differenti. Non è assolutamente nelle mie intenzioni indirizzare le scelte degli altri verso questo o quel prodotto. L'unico consiglio che posso dare a chi si accinga ad acquistare o comunque ad installare una versione di Linux e sia indeciso su quale scegliere, è di valutare i seguenti fattori:

Buon lavoro.

di Roberto Puccinelli


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