[Nome del commissario]
Rue de la Loi 200/Wetstraat 200
B-1049 Bruxelles/Brussel
Belgique/België

Gentile Commissario,

Le comunico le mie preoccupazioni relative all'intenzione del Parlamento dell'Unione Europea di applicare i brevetti ad algoritmi informatici e tecniche software. Ho letto che il fine dichiarato è quello di ottenere ricadute positive in campo economico, ivi compresa la creazione di nuovi posti di lavoro, e di incentivare l'innovazione. Tra le cause ispiratrici, come risulta da una nota interna (http://europa.eu.int/comm/dg15/en/intprop/indprop/8682it.pdf, Sezione 3.2), c'è la constatazione che un sistema analogo negli Stati Uniti ``ha avuto un impatto molto positivo sull'industria dei programmi, tanto da permettere a Microsoft di detenere attualmente circa 400 brevetti americani relativi a programmi...''.

Le mie preoccupazioni si basano su semplici considerazioni. La realizzazione di un programma informatico di una certa complessità richiede l'utilizzo di numerose tecniche ed algoritmi. Per uno sviluppatore la necessità di controllare che nessuna di esse sia coperta da copyright costituirebbe un sovraccarico di lavoro impensabile; d'altra parte la scelta tra dover pagare i diritti e correre il rischio di essere citato scoraggerebbe molti, soprattutto quegli sviluppatori che non lavorano per grandi ditte.
Gravemente danneggiati sarebbero anche gli sviluppatori di software in ambito accademico e quelli che non traggono vantaggi economici dal software che scrivono, preferendo invece cederlo alla comunità gratuitamente, guadagnando piuttosto sulla pubblicazione di documentazione o assistenza alla clientela.
Non si può trascurare, tra l'altro, che è proprio quest'ultima categoria di programmatori che ha reso possibile la creazione di software tra il più considerevole, con importanti ed innegabili risvolti a livello sociale ed economico, ivi incluso quello che ha permesso lo sviluppo di Internet.

L'introduzione dei brevetti sugli algoritmi informatici renderebbe lo sviluppo di programmi appannaggio di grandi ditte statunitensi che, forti dei loro enormi capitali, possono permettersi sia di investire fondi considerevoli nella ricerca che di intraprendere con disinvoltura azioni legali nei confronti della concorrenza (inutile qui ricordare che la Microsoft, il cui ``successo'' negli Stati Uniti è interpretato nel documento sopra come esempio da incoraggiare in un sistema europeo formato sul modello americano, è al momento sotto indagine per pratiche monopolistiche e anticoncorrenziali).
Sorprende che gli organi di governo europei siano propensi a ceder a grandi ditte software statunitensi questa poderosa arma legale con lo scopo dichiarato di favorire lo sviluppo del mercato informatico comunitario.

Per quanto riguarda l'aspetto dell'impulso all'innovazione, la concentrazione dei brevetti nelle mani di poche multinazionali ed i costi aggiuntivi nella produzione di software, necessari per assicurarsi licenze per l'uso degli algoritmi più comuni, ridurrebbe la presenza di piccole compagnie dinamiche. Inoltre dal punto di vista economico diventerebbe più redditizio possedere un brevetto che creare vera innovazione: meglio pagare buoni avvocati che riescano a far passare il brevetto di una tecnica già consolidata, magari con qualche minima variazione o descritta in contesto differente, piuttosto che ricercatori che espandano le frontiere del settore. Né questa è una preoccupazione infondata, visti precedenti negli Stati Uniti (esempi eclatanti si trovano all'indirizzo Internet http://utenti.tripod.it/altamore/brevetti/brevetti.html#par7 e http://www.freepatents.org/examples/) e considerato poi, che, tenersi aggiornati su lavori pubblicati ma non brevettati, sarebbe un' opera di difficile realizzazione per farsì che il brevetto possa garantire i necessari requisiti di novità.

Piuttosto che illustrare altri problemi relativi alla questione, La invito a considerare ciò che personalità autorevoli e indipendenti del settore hanno da dire al riguardo, indicandole l'indirizzo internet http://www.freepatents.org/against/.

Consapevole, peraltro, che una legge comunitaria sui brevetti e sui diritti d'autore sarebbe auspicabile per tanti versi, le sottopongo le seguenti richieste:

  • Potrebbe inviarmi gli studi economici che sono stati utilizzati per stabilire l'utilità di introdurre i brevetti sul software?

  • Potrebbe indicarmi la proporzione di editori di software europei da Voi consultati?

  • Potrebbe indicarmi quanto le opinioni della comunità accademica hanno influito sulle vostre conclusioni?

  • Potrebbe indicarmi le misure che vengono prese in considerazione per proteggere gli sviluppatori di software indipendenti?

  • Potrebbe indicarmi gli studi condotti sull'impatto che l'uso di brevetti sul software avrebbe sull'avanzamento delle scienze informatiche?

  • Potrebbe dirmi le misure che vengono prese in considerazione per proteggere il software libero come Linux o Netscape Navigator?

  • Potrebbe inviarmi una relazione sulla Conferenza di Londra, a proposito di brevetti software?

  • Potrebbe inviarmi la lista delle persone consultate per la direttiva europea e la loro professione?

  • Ritiene che brevetti su tecniche claromosamente elementari, emessi dall'ufficio brevetti USA, saranno riconosciute anche in Europa?

  • Ritiene che un programma che genera un altro programma che include procedimenti brevettati possa violare un brevetto?

  • Pensa che il rispetto di brevetti sul software potrebbe essere imposto a compagnie di servizi che forniscono servizi di sviluppo software su misura? Che tipo di controllo prevede?

Distinti saluti

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