1.6. /etc

Questo è il centro nevralgico del sistema; contiene al suo interno, o nelle sottodirectory, tutti i file di configurazione relativi al sistema. Un "file di configurazione" è definito come un file locale usato per controllare il funzionamento di un programma; dev'essere statico e non può essere un binario eseguibile. Per tutti questi motivi è buona norma fare un backup di questa directory regolarmente. Eviterà sicuramente all'utente una gran quantità di riconfigurazioni in caso di reinstallazione, o di perdita dell'installazione corrente. Di regola nessun binario è o dovrebbe essere collocato in questa directory.

/etc/X11/

Questo albero di directory contiene tutti i file di configurazione per il sistema X Window. Gli utenti potranno notare come molti dei file che si trovano in questa directory sono in realtà collegamenti simbolici alla directory /usr/X11R6. Così, la presenza di questi file in queste posizioni non può essere data per scontata.

/etc/X11/XF86Config, /etc/X11/XF86Config-4

File di configurazione di X. La maggior parte delle distribuzioni moderne hanno sistemi di autorilevamento dell'hardware che consentono la creazione automatica di un file valido. Se l'autorilevamento non ha successo è possibile creare un file di configurazione manualmente, sempre che si abbia una sufficiente conoscenza del proprio sistema. Sarebbe prudente non cercare di compilare un file ex novo; piuttosto, meglio usare i comuni programmi di configurazione come xf86config, XF86Setup e xf86cfg per creare un modello riutilizzabile. Quindi, servendosi di un'adeguata documentazione, si inizia l'ottimizzazione aiutandosi con l'intuizione o attraverso tentativi ed errori. Le opzioni che possono essere configurate con questo file includono i moduli X da caricare all'avvio, la tastiera, il mouse, il monitor e il tipo di chipset grafico. Spesso le distribuzioni commerciali contengono programmi propri di configurazione di X come XDrake su Mandrake e Xconfiguration su Redhat. Qui di seguito è riportato un file di configurazione d'esempio di X preso dal sistema di riferimento.


### BEGIN DEBCONF SECTION
# XF86Config-4 (file di configurazione del server XFree86) generato da
# dexconf, lo strumento di configurazione di X di Debian, utilizzando
# i valori del database debconf.
#
# Modificare questo file con attenzione, e vedere la pagina di manuale di
# XF86Config-4 (battere "man XF86Config-4" al prompt della shell).
#
# Per proteggere le modifiche a questo file da dexconf, scrivere le
# modifiche prima della riga iniziale "### BEGIN DEBCONF SECTION",
# o dopo la riga finale "### END DEBCONF SECTION".
#
# Per modificare qualcosa all'interno della sezione di debconf, eseguire
# il comando:
#    dpkg-reconfigure xserver-xfree86
# come utente root. Si veda anche "How do I add custom sections to a
# dexconf-generated XF86Config or XF86Config-4 file?" in
# /usr/share/doc/xfree86-common/FAQ.gz.

Section "Files"
        FontPath        "unix/:7100"                        
# server di font locale 
        # se il server di font locale ha dei problemi, 
# questi possono essere d'aiuto:
        FontPath        "/usr/lib/X11/fonts/misc"
        FontPath        "/usr/lib/X11/fonts/cyrillic"
        FontPath        "/usr/lib/X11/fonts/100dpi/:unscaled"
        FontPath        "/usr/lib/X11/fonts/75dpi/:unscaled"
        FontPath        "/usr/lib/X11/fonts/Type1"
        FontPath        "/usr/lib/X11/fonts/Speedo"
        FontPath        "/usr/lib/X11/fonts/100dpi"
        FontPath        "/usr/lib/X11/fonts/75dpi"
EndSection

Section "Module"
        Load        "GLcore"
        Load        "bitmap"
        Load        "dbe"
        Load        "ddc"
        Load        "dri"
        Load        "extmod"
        Load        "freetype"
        Load        "glx"
        Load        "int10"
        Load        "pex5"
        Load        "record"
        Load        "speedo"
        Load        "type1"
        Load        "vbe"
        Load        "xie"
EndSection

Section "InputDevice"
        Identifier        "Generic Keyboard"
        Driver                "keyboard"
        Option                "CoreKeyboard"
        Option                "XkbRules"        "xfree86"
        Option                "XkbModel"        "pc104"
        Option                "XkbLayout"        "us"
EndSection

Section "InputDevice"
        Identifier        "Configured Mouse"
        Driver                "mouse"
        Option                "CorePointer"
        Option                "Device"                "/dev/psaux"
        Option                "Protocol"                "NetMousePS/2"
        Option                "Emulate3Buttons"        "true"
        Option                "ZAxisMapping"                "4 5"
EndSection

Section "InputDevice"
        Identifier        "Generic Mouse"
        Driver                "mouse"
        Option                "SendCoreEvents"        "true"
        Option                "Device"                "/dev/input/mice"
        Option                "Protocol"                "ImPS/2"
        Option                "Emulate3Buttons"        "true"
        Option                "ZAxisMapping"                "4 5"
EndSection

Section "Device"
        Identifier        "Generic Video Card"
        Driver                "nv"
#        Option                "UseFBDev"                "true"
        Option                "UseFBDev"                "false"
EndSection

Section "Monitor"
        Identifier        "Generic Monitor"
        HorizSync        30-38
        VertRefresh        43-95
        Option                "DPMS"
EndSection

Section "Screen"
        Identifier        "Default Screen"
        Device                "Generic Video Card"
        Monitor                "Generic Monitor"
        DefaultDepth        16
        SubSection "Display"
                Depth                1
                Modes                "800x600" "640x480"
        EndSubSection
        SubSection "Display"
                Depth                4
                Modes                "800x600" "640x480"
        EndSubSection
        SubSection "Display"
                Depth                8
                Modes                "800x600" "640x480"
        EndSubSection
        SubSection "Display"
                Depth                15
                Modes                "800x600" "640x480"
        EndSubSection
        SubSection "Display"
                Depth                16
                Modes                "800x600" "640x480"
        EndSubSection
        SubSection "Display"
                Depth                24
                Modes                "800x600" "640x480"
        EndSubSection
EndSection

Section "ServerLayout"
        Identifier        "Default Layout"
        Screen                "Default Screen"
        InputDevice        "Generic Keyboard"
        InputDevice        "Configured Mouse"
        InputDevice        "Generic Mouse"
EndSection

Section "DRI"
        Mode        0666
EndSection

### END DEBCONF SECTION

Come si può vedere, la struttura del file è piuttosto semplice e tende a essere abbastanza standard nella maggior parte delle distribuzioni. All'inizio ci sono le posizioni dei vari file di font per X (nota bene: X non viene avviato se non è specificato un font valido); quella che segue è la sezione "Modules" che descrive nel dettaglio quali moduli devono essere caricati all'avvio. Le estensioni più conosciute sono probabilmente GLX (richiesta per il rendering 3D di grafica e giochi) e Xinerama che permette agli utenti di estendere il proprio desktop su diversi monitor. Poi ci sono le diverse sezioni "Device" che descrivono il tipo di hardware disponibile. Una configurazione impropria di queste sottosezioni può portare a situazioni angosciose e traumatiche con i tasti apparentemente fuori posto, mouse "stregati" e anche a un costante lampeggiamento quando X tenta di riavviarsi, in un ciclo a volte infinito. Nella maggioranza dei casi, nelle situazioni in cui qualsiasi scelta fallisce, i driver vesa sembra che possano inizializzare la maggior parte delle schede video. Nella sezione "Screen" è possibile modificare le impostazioni predefinite per i valori di risoluzione e profondità da caricare all'avvio. Molto spesso è possibile modificare istantaneamente questi attributi con le combinazioni di tasti alt-ctrl-+ o alt-ctrl- . Per ultime ci sono le sezioni "ServerLayout" e "DRI". Gli utenti non devono quasi mai modificare la sezione "DRI" e solo chi vuole utilizzare le estensioni di X Xinerama avrà bisogno di cambiare qualcuna delle opzioni di ServerLayout.

/etc/X11/Xmodmap

In generale la mappatura della tastiera dipende dalle impostazioni del server X. Se queste impostazioni sono insufficienti e si è riluttanti a seguire il processo di riconfigurazione o non si è il superutente, si dovrà usare il programma xmodmap. Questo è il file di configurazione globale del programma di utilità.

/etc/X11/xkb/

I vari simboli, tipi, geometrie delle mappe dei tasti che il server X supporta si possono trovare in questo albero di directory.

/etc/X11/lbxproxy/

I file di configurazione del server proxy Low Bandwidth X (LBX). Le applicazioni che vogliono avvantaggiarsi dell'estensione per X Low Bandwidth (LBX) devono stabilire le loro connessioni a un lbxproxy. Queste applicazioni non devono conoscere (riconoscere?) niente di LBX, si connettono semplicemente al lbxproxy come se fosse un regolare server X. Il lbxproxy accetta le connessioni del client, le trasmette in modalità multiplex su una singola connessione verso un server X, ed effettua diverse ottimizzazioni sul protocollo X per renderlo più veloce su connessioni a bassa larghezza di banda o ad alta latenza. Si dovrebbe far notare che tale compressione non incrementa il ritmo di rendering più di tanto. Il suo compito primario è quello di ridurre il carico della rete e incrementare in questo modo la latenza totale della rete. Un progetto concorrente chiamato DXPC (Differential X Protocol Compression) si è dimostrato più efficiente per questo compito. Alcuni studi hanno dimostrato tuttavia che in quasi tutti i casi un tunneling ssh di X produce risultati decisamente migliori che con ognuna di queste parti specializzate di software.

/etc/X11/proxymngr/

I file di inizializzazione del gestore dei servizi proxy per X. Il programma proxymngr si occupa di risolvere le richieste da xfindproxy (nel pacchetto xbase-clients) e altri client simili, avviando nuovi proxy al momento opportuno, e tenendo le tracce di tutti i sevizi proxy disponibili.

/etc/X11/xdm/

I file di configurazione per il display manager di X. Il display manager xdm gestisce una pluralità di server X, che possono essere sulla macchina locale o su macchine remote. Fornisce servizi simili a quelli forniti da init, getty e login su terminali a caratteri: presentazione del prompt per il nome di login e la password, autenticazione dell'utente e avvio di una sessione; xdm supporta XDMCP (X Display Manager Control Protocol) e può anche essere usato per eseguire un processo selezionatore, che si presenta all'utente con un menù di possibili host che offrono la gestione del display XDMCP. Se il pacchetto xutils è installato, xdm può usare il programma di utilità sessreg per registrare sessioni di login nel file utmp di sistema; questo, comunque, non è necessario perché xdm funzioni.

/etc/X11/xdm/xdm-config

Questo è il file di configurazione principale di xdm. Esso stabilisce dove saranno collocati tutti gli altri file di configurazione di xdm. È quasi scontato che deve rimanere inalterato.

/etc/X11/gdm/

I file di configurazione del Display Manager di GNOME. gdm fornisce l'equivalente di un prompt di "login" per i display di X; compare una finestra di login e viene avviata una sessione di X. Fornisce tutta la funzionalità di xdm, incluso il supporto per XDMCP per gestire display remoti. La finestra del login grafico è scritta utilizzando le librerie di GNOME e quindi appare come un'applicazione GNOME, anche per il numero di temi supportati! In modo predefinito, l'interfaccia di login viene eseguita per sicurezza come utente senza privilegi.

/etc/X11/gdm/gdm.conf

Questo è il file di configurazione principale di GDM. Tramite questo file gli utenti possono definire l'accesso automatico al sistema da parte di un determinato utente, un'immagine di sfondo all'avvio e anche l'avvio della macchina come una sorta di server terminale utilizzando il protocollo XDMCP.

/etc/X11/fonts

È la directory di partenza dei font di xfs.

/etc/X11/fs/

I file di configurazione dei font del server X. xfs è un demone che rimane "in ascolto" su di una porta di rete e fornisce i font di X ai server X (e quindi ai client X). Tutti i server X sono in grado di utilizzare i font installati localmente, ma xfs rende possibile togliere questo compito al server X, e avere un repository di font centralizzato su una macchina in rete che esegue xfs, cosicché tutte le macchine che hanno un server X in esecuzione su una rete non hanno bisogno di un proprio corredo di font; xfs può essere invocato anche dagli utenti, per esempio per rendere disponibile i font di X presenti negli account dell'utente che non sono disponibili nel server X o in un sistema con xfs già in esecuzione.

/etc/X11/fs/config

Questo è il file di inizializzazione di xfs. Specifica il numero di client a cui è permesso connettersi al server xfs in un dato momento, la localizzazione dei file di log, la risoluzione predefinita, la posizione dei font, etc.

	
# file di configurazione del server dei font
# $Xorg: config.cpp,v 1.3 2000/08/17 19:54:19 cpqbld Exp $

# consente la connessione di 10 client a questo server di font
client-limit = 10
# quando un server di font raggiunge il limite, ne viene avviato uno nuovo
clone-self = on
# registra i messaggi nel file /var/log/xfs.log (se non è usato syslog)
error-file = /var/log/xfs.log
# registra i messaggi di errore utilizzando syslog
use-syslog = on
# chiude la porta TCP in ascolto (sono ancora consertite connessioni
# Unix domain)
no-listen = tcp
# percorsi di ricerca per i font
catalogue = /usr/lib/X11/fonts/misc/,/usr/lib/X11/fonts/cyrillic/,
/usr/lib/X11/fonts/100dpi/:unscaled,/usr/lib/X11/fonts/75dpi/:unscaled,
/usr/lib/X11/fonts/Type1/,/usr/lib/X11/fonts/CID,
/usr/lib/X11/fonts/Speedo/,/usr/lib/X11/fonts/100dpi/,
/usr/lib/X11/fonts/75dpi/
# in decimi di punto
default-point-size = 120
# x1,y1,x2,y2,...
default-resolutions = 100,100,75,75

# controllo della cache dei font, indicata in kB
cache-hi-mark = 2048
cache-low-mark = 1433
cache-balance = 70

/etc/X11/twm

La directory di partenza dei file di configurazione di twm. È l'originale Tabbed Window Manager.

/etc/X11/xinit/

Contiene i file di configurazione di xinit. xinit è un metodo per configurare l'avvio di una sessione di X che è concepito per essere usato come parte di uno script. Normalmente questo è usato nei siti più grandi come parte di un processo di login personalizzato.

/etc/X11/xinit/xinitrc

Il file xinitrc di configurazione globale, usato da tutte le sessioni di X avviate da xinit (startx). Il suo utilizzo è ovviamente ignorato da un eventuale file .xinitrc presente nella directory di home di un utente.

/etc/adduser.conf

È la configurazione di "adduser". Il comando adduser può creare nuovi utenti e gruppi, e aggiungere utenti esistenti a grupi esistenti. Aggiungere utenti con adduser è molto più facile che aggiugerli manualmente. Adduser sceglie i valori di UID and GID appropriati, crea una directory di home, copia i file che compongono lo "scheletro" della configurazione utente da /etc/skel, permette di impostare una password iniziale e il campo GECOS. Opzionalmente può essere eseguito uno script personalizzato dopo questi comandi. Si vedano le pagine di manuale di adduser(8) e adduser.conf(5) per una documentazione completa.

/etc/iadjtime

Ha i parametri per migliorare la regolazione dell'ora del software (kernel) in modo tale che corrisponda all'RTC.

/etc/aliases

Questo è il file degli alias; informa su chi riceve la posta al posto di chi [contiene i nomi da usare in vece degli indirizzi di posta reali]. Originariamente fu generato da eximconfig, che fa parte del pacchetto exim distribuito con Debian, ma può essere compilato dall'amministratore del sistema di posta. Si veda la sezione info di exim per i dettagli delle cose che possono essere configurate in questo file. Tramite il programma di utilità newaliases viene generato un file di database degli alias (aliases.db) con le voci presenti nel file aliases.

/etc/alternatives

È possibile che diversi programmi, che compiono le stesse funzioni o funzioni simili, siano installati su un singolo sistema nello stesso momento. Per esempio, molti sistemi hanno diversi editor di testo installati contemporaneamente. Questo dà possibilità di scelta agli utenti di un sistema, permettendo a ognuno di usare un editor diverso, se lo desidera, ma rende difficile per un programma fare una scelta dell'editor da invocare quando l'utente non specifica una preferenza particolare.

Il sistema di alternative aiuta a risolvere questo problema. Un nome generico nel filesystem è condiviso da tutti i file che hanno funzionalità intercambiabili. Tramite il sistema di alternative l'amministratore di sistema determina quale file reale è referenziato da questo nome generico. Per esempio, se gli editor di testo ed(1) e nvi(1) sono entrambi installati sul sistema, il sistema di alternative stabilisce che il nome generico /usr/bin/editor sia riferito a /usr/bin/nvi in modo predefinito. L'amministratore di sistema può cambiare questo comportamento e prevedere che /usr/bin/editor sia riferito invece a /usr/bin/ed, e il sistema di alternative non modifica quest'impostazione fino a quando non gli viene specificatamente richiesto.

Il nome generico non è un collegamento simbolico diretto alle alternative selezionate. Invece è un collegamento simbolico a un nome nella directory alternatives, che a sua volta è un collegamento simbolico al file reale referenziato. Questo è ideato per fare in modo che le variazioni apportate dall'amministratore di sistema rimangano confinate all'interno della directory /etc.

/etc/apt

Questo è il front-end di prossima generazione di Debian per il gestore di pacchetti dpkg. Fornisce il programma di utilità apt-get e il metodo APT di dselect, che fornisce un modo semplice e sicuro per installare e aggiornare i pacchetti. Le caratteristiche di APT sono: la gestione integrale dell'ordine d'installazione dei pacchetti, la possibilità di sorgenti multiple e diverse altre funzionalità uniche, si veda la Users Guide in /usr/share/doc/apt/guide.text.gz

/etc/apt/sources.list


deb cdrom:[Debian GNU/Linux 3.0 r0 _Woody_ - Official i386 Binary-7 (20020718)]/
          unstable contrib main non-US/contrib non-US/main
deb cdrom:[Debian GNU/Linux 3.0 r0 _Woody_ - Official i386 Binary-6 (20020718)]/
          unstable contrib main non-US/contrib non-US/main
deb cdrom:[Debian GNU/Linux 3.0 r0 _Woody_ - Official i386 Binary-5 (20020718)]/
          unstable contrib main non-US/contrib non-US/main
deb cdrom:[Debian GNU/Linux 3.0 r0 _Woody_ - Official i386 Binary-4 (20020718)]/
          unstable contrib main non-US/contrib non-US/main
deb cdrom:[Debian GNU/Linux 3.0 r0 _Woody_ - Official i386 Binary-3 (20020718)]/ 
          unstable contrib main non-US/contrib non-US/main
deb cdrom:[Debian GNU/Linux 3.0 r0 _Woody_ - Official i386 Binary-2 (20020718)]/ 
          unstable contrib main non-US/contrib non-US/main
deb cdrom:[Debian GNU/Linux 3.0 r0 _Woody_ - Official i386 Binary-1 (20020718)]/ 
          unstable contrib main non-US/contrib non-US/main

# deb http://security.debian.org/ stable/updates main

Contiene una lista di fonti apt dalle quali possono essere installati i pacchetti utilizzando APT.

/etc/asound.conf

Il file di configurazione di ALSA (Advanced Linux Sound Architecture). Generalmente viene creato tramite alsactl, o con altri programmi di terze parti per la configurazione dell'audio che possono essere specifici per una distribuzione, come ad esempio sndconfig di Redhat.

/etc/at.deny

Utenti a cui è negato l'accesso al demone at. Il comando at permette all'utente l'esecuzione di programmi in un momento successivo.

/etc/autoconf

I file di configurazione per autoconf. Autoconf crea degli script per configurare i pacchetti dei codici sorgenti usando dei modelli. Per creare il file configure da configure.in eseguire il programma autoconf senza argomenti. Autoconf elabora configure.ac con l'elaboratore di macro m4, usando le macro di Autoconf. Con un argomento, autoconf legge quel file invece di configure.ac e scrive lo script di configurazione sullo standard output invece che in configure. Con l'argomento "-", autoconf legge lo standard input invece di configure.ac e scrive lo script di configurazione sullo standard output.

Le macro di Autoconf sono definite in diversi file. Alcuni di questi file sono distribuiti con Autoconf; autoconf legge questi file per primi. Poi cerca il file opzionale acsite.m4 nella directory contenente i file macro distribuiti con Autoconf, e il file opzionale aclocal.m4 nella directory corrente. Questi file possono contenere delle definizioni di macro già presenti nel sistema o definizioni di macro di Autoconf proprie del pacchetto. Se una macro è definita in più di un file che viene letto da autoconf, l'ultima definizione letta sovrascrive quelle precedenti.

/etc/bash.bashrc

Funzioni globali e file degli alias per le shell bash interattive.

/etc/bash_completion

Funzioni di completamento programmabile per bash 2.05a.

/etc/chatscripts/provider

Questo è lo script del programma chat usato per connettersi al proprio fornitore del servizio.

/etc/cron.d, /etc/cron.daily, /etc/cron.weekly, /etc/cron.monthly

Queste directory contengono gli script che il demone cron deve eseguire a intervalli regolari.

/etc/crontab

Il file di configurazione di "cron". Questo file serve per impostare nella tabella di cron l'esecuzione automatica di routine di sistema. Una tabella di cron può anche essere definita per singoli utenti. La posizione di questi file della tabella di cron dell'utente verrà spiegata più avanti.


# /etc/crontab: la "crontab" globale
# A differenza di tutte le altre "crontab" non si deve eseguire il
# comando crontab per installare la nuova versione quando si modifica questo
# file. Questo file ha anche un campo nomeutente, che non ha nessuna delle 
# altre crontab.

SHELL=/bin/sh
PATH=/usr/local/sbin:/usr/local/bin:/sbin:/bin:/usr/sbin:/usr/bin

# m h dom mon dow user command
25 6 * * * root test -e /usr/sbin/anacron || run-parts --report /etc/cron.daily
47 6 * * 7 root test -e /usr/sbin/anacron || run-parts --report /etc/cron.weekly
52 6 1 * * root test -e /usr/sbin/anacron || run-parts --report /etc/cron.monthly
#

/etc/csh.login

File di inizializzazione a livello globale della shell di login per csh(1). Questo file interviene su tutte le invocazione della shell. Contiene i comandi che devono essere eseguiti al login e a volte anche gli alias.

/etc/csh.logout

File .logout di configurazione a livello globale per csh(1). Questo file interviene su tutte le chiamate della shell. Contiene i comandi che devono essere eseguiti al logout.

/etc/csh.cshrc

File .cshrc di configurazione a livello globale per csh(1). Questo file interviene su tutte le chiamate della shell. Questo file contiene i comandi per impostare il percorso di ricerca dei comandi, oltre che altre variabili d'ambiente importanti. Questo file non dovrebbe contenere comandi che producono un output o comandi che presuppongono che la shell sia connessa a un terminale tty.

/etc/cups

I file di configurazione per il Common UNIX Printing System (CUPS). I file di questa directory sono usati per definire parametri specifici per il client, come il server predefinito o le impostazioni di codifica.

/etc/deluser.conf

I file di configurazione di "deluser". Il comando deluser può rimuovere utenti e gruppi, e rimuovere utenti da un determinato gruppo. Deluser può opzionalmente rimuovere e fare il backup della directory di home dell'utente e dello "spool" di posta, o di tutti i file presenti nel sistema di cui si è il proprietario. Opzionalmente può anche essere eseguito uno script personale dopo ogni comando.

/etc/devfs

Questo demone configura il filesystem /dev per l'uso. Crea i collegamenti simbolici in /dev e crea anche (se è configurato in questo modo, come lo è in modo predefinito) collegamenti simbolici ai "vecchi" nomi di dispositivo.

/etc/devfs/conf.d/

I file di configurazione di "devfsd". Questo demone configura il filesystem dev per l'uso. Crea i collegamenti simbolici richiesti in /dev e crea anche (se è configurato in questo modo, come lo è in modo predefinito) collegamenti simbolici ai "vecchi" nomi di dispositivo.

/etc/dhclient.conf, /etc/dhclient-script

File di configurazione rispettivamente di "dhclient" e dei file di script di "dhclient". Configura il sistema in modo che possa agire come un client su una rete basata su DHCP. Attualmente è essenziale per connettersi a Internet.

/etc/dict.conf


#  /etc/dict.conf Written by Bob Hilliard <hilliard@debian.org>
#  1998/03/20.  Last revised Sun, 22 Nov 1998 18:10:04 -0500 Questo è il
#  file di configurazione per /usr/bin/dict.  Nella maggior parte dei casi
#  è necessario specificare solo il nome del server. 

#  Questa configurazione predefinita tenta di accedere a un server dictd 
#  sull'host locale; se non ha successo, tenterà con il server pubblico. In
#  molti casi questa procedura potrebbe essere lenta, in tal caso si può 
#  decommentare la riga relativa al server che non si vuole usare. Per usare 
#  qualunque altro server, bisogna immettere il suo indirizzo IP al posto di 
#  "dict.org".  

#  Fare riferimetno alla manpage di dict (man dict) per altre possibili opzioni
#  da inserire in questo file.

server localhost 
server dict.org

dict è un client per il Dictionary Server Protocol (DICT), un protocollo del tipo interrogazione/risposta basato sulla transazione TCP che effettua l'accesso alle definizioni di dizionario da una serie di database di dizionari linguistici.

/etc/dosemu.conf

File di configurazione per il Linux DOS Emulator. DOSEMU è un'applicazione PC Emulator che permette l'esecuzione su Linux di un sistema operativo DOS in una macchina virtuale x86. Questo consente di eseguire molte applicazioni DOS. Include: il kernel FreeDOS, la colorazione del testo e l'emulazione completa della tastiera (attraverso tasti di scelta rapida) via terminale, supporto per X incorporato, set di font di caratteri IBM, possibilità di utilizzare la grafica con la console (con la maggior parte delle schede video compatibili), supporto per DPMI, che consente l'esecuzione di DOOM, supporto per il CDROM, IPX incorporato e supporto per pktdrvr. Nota bene: dosemu è semplicemente un porting della versione PC-DOS di Corel.

/etc/email-addresses

Fa parte del pacchetto exim. Questo file contiene gli indirizzi email da usare per inviare la posta. Ogni parte locale [dell'indirizzo] non presente in questo file verrà qualificata dal dominio del sistema come normale. Dovrebbe contenere delle righe nella forma:


  utente: qualcuno@isp.com
  altroutente: qualcunaltro@altroisp.com
  

Exim è un MTA considerato molto più facile da configurare di smail o sendmail. È un sostituto, a un livello più basso, di sendmail, mailq e rsmtp. Le caratteristiche avanzate includono la capacità di rifiutare connessioni da siti di "spam" noti, e un algoritmo di elaborazione delle code estremamente efficiente.

/etc/esound.conf

I file di configurazione di ESD. Il demone "Enlightened sound daemon" è progettato per combinare diversi flussi audio digitalizzati per farli riprodurre da un singolo dispositivo. Ha inoltre la capacità di riprodurre il suono da remoto, analogamente a nasd, artsd e rplay.

/etc/exports

Lista di controllo per i sistemi che hanno accesso al sistema via NFS, una lista di directory da condividere e i diritti d'accesso di ogni condivisione.


  # /etc/exports: la lista di controllo degli accessi per i filesystem che 
  # possono essere esportati verso i client NFS. Si veda exports(5).
  ## LTS-begin ##

  #
  # Le righe poste tra 'LTS-begin' e 'LTS-end' sono state aggiunte
  # in data: Sun Feb 23 05:54:17 EST 2003 dallo script d'installazione ltsp.
  # Per maggiori informazioni visitare la homepage di ltsp
  # all'indirizzo http://www.ltsp.org
  #

  /opt/ltsp/i386                  192.168.0.0/255.255.255.0(ro,no_root_squash)
  /var/opt/ltsp/swapfiles         192.168.0.0/255.255.255.0(rw,no_root_squash)

  #
  # Le voci che seguono devono essere decommentate se si vuole 
  # il supporto Local App in ltsp
  #
  #/home                  192.168.0.0/255.255.255.0(rw,no_root_squash)

  ## LTS-end ##

/etc/fdprm

Tabella dei parametri dei dischi floppy. Descrive le caratteristiche di diversi formati di disco floppy. Viene usata da setfdprm.

/etc/fstab

Il file di configurazione di "mount", e ora anche di "supermount". Elenca i filesystem montati automaticamente all'avvio dal comando mount -a (in /etc/rc o da un file di avvio equivalente). Sotto Linux contiene anche delle informazioni sulle aree di swap usate automaticamente da swapon -a.


  # /etc/fstab: static file system information.
  #
  # Quello che segue è un esempio. Si consiglia di vedere fstab(5) per 
  # ulteriori dettagli. Fare riferimento a mount(1) per una descrizione 
  # completa delle opzioni di mount.
  #
  # Formato:
  # <file system> <punto di mount> <tipo> <
  # opzioni> <dump> <pass>
  #
  # dump(8) usa il campo <dump> per determinare quale file system
  # accetta il comando dump. fsck(8) usa la colonna <pass> per 
  # determinare quale file system dev'essere controllato; il file system root 
  # dovrebbe avere un 1 in questo campo, altri file systems un 2, e i file 
  # system che non devono essere controllati (come i file system MS-DOS o NFS) 
  # uno 0.
  #
  # L'opzione "sw" indica che la partizione di swap deve essere attivata
  # con "swapon -a".
  /dev/hda2 none swap sw 0 0
  # L'opzione "bsdgroups" indica che il file system dev'essere montato
  # con la semantica di BSD (i file ereditano il gruppo proprietario dalla 
  # directory nella quale risiedono). Si può usare "ro" per montare un 
  # file system in sola lettura.
  /dev/hda3 / ext2 defaults 0 1 
  /dev/hda5 /home ext2 defaults 0 2
  /dev/hda6 /var ext2 defaults 0 2
  /dev/hda7 /usr ext2 defaults,ro 0 2
  /dev/hda8 /usr/local ext2 defaults,bsdgroups 0 2
  # L'opzione "noauto" indica che il file system non dev'essere montato
  # con "mount -a". "user" indica che gli utenti normali possono montare
  # il file system.
  /dev/cdrom /cdrom iso9660 defaults,noauto,ro,user 0 0
  /dev/fd0 /floppy minix defaults,noauto,user 0 0
  /dev/fd1 /floppy minix defaults,noauto,user 0 0
  # NFS file systems: server:
  /export/usr /usr nfs defaults 0 0
  # proc file system:
  proc /proc proc defaults 0 0
  

/etc/ftpaccess

Determina chi può avere un accesso ftp alla macchina.

/etc/ftpchroot

Lista degli utenti ftp a cui dev'essere cambiata la directory root.

/etc/ftpuser

Lista di utenti ftp disabilitati all'uso di ftp.

/etc/gateways

Elenca i gateway per "routed".

/etc/gettydefs

Configura i login da console.

/etc/gnome-vfs-mime-magic

I modelli magic MIME come usati dalla libreria Gnome VFS.

/etc/group

Simile a /etc/passwd. Elenca i gruppi di utenti configurati e chi ne fa parte.

/etc/group-

Il vecchio file /etc/group.

/etc/gshadow

Contiene le forme criptate delle password di gruppo.

/etc/gshadow-

Il vecchio file /etc/gshadow.

/etc/hostname

Contiene i nomi di host delle macchine (che può essere o non essere interamente qualificato).

/etc/host.conf

Determina l'ordine di ricerca per i look-up (generalmente il server dei nomi bind, cioè "controlla /etc/hosts per primo poi cerca un DNS").

/etc/hosts

Questo file viene usato per definire una combinazione di nome di sistema e dominio con uno specifico indirizzo IP. Questo file deve sempre contenere una voce per un indirizzo IP, se la macchina è connessa alla rete.


  ### etherconf DEBCONF AREA. DO NOT EDIT THIS AREA OR INSERT TEXT BEFORE IT.
  127.0.0.1 localhost ::1 localhost
  ip6-localhost ip6-loopback
  fe00::0 ip6-localnet
  ff00::0 ip6-mcastprefix
  ff02::1 ip6-allnodes
  ff02::2 ip6-allrouters
  ff02::3 ip6-allhosts
  192.168.0.99 debian.localdomain.com debian
  ### END OF DEBCONF AREA. PLACE YOUR EDITS BELOW; THEY WILL BE PRESERVED.
  192.168.0.1 ws001
  

/etc/hosts.allow

Fa parte del sistema tcp-wrappers per il controllo degli accessi ai servizi della propria macchina. Elenca gli host autorizzati ad accedere al sistema e specifica i demoni.


  # /etc/hosts.allow: elenco di host a cui è consentito l'accesso al
  # sistema.
  # Si vedano le pagine di manuale hosts_access(5), hosts_options(5)
  # e /usr/doc/netbase/portmapper.txt.gz
  #
  # Esempio: ALL: LOCAL @some_netgroup
  # ALL: .foobar.edu EXCEPT terminalserver.foobar.edu
  #
  # Se si deve proteggere il portmapper si deve usare il nome "portmap"
  # per il nome del demone. È utile ricordare che si può usare 
  # solo la parola chiave "ALL" e gli indirizzi IP
  # (NON nome di host o di dominio) per il portmapper. Si veda portmap(8)
  # e /usr/doc/portmap/portmapper.txt.gz per ulteriori informazioni.
  bootpd: 0.0.0.0 in.tftpd: 192.168.0.
  portmap: 192.168.0.
  rpc.mountd: 192.168.0.
  rpc.nfsd: 192.168.0.
  gdm: 192.168.0.
  nasd: 192.168.0.
  

/etc/hosts.deny

Fa parte del sistema tcp-wrappers per il controllo degli accessi ai servizi della propria macchina. Elenca gli host a cui è negato l'accesso al sistema.


  # Esempio: ALL: some.host.name, .some.domain
  # ALL EXCEPT in.fingerd: other.host.name, .other.domain
  #
  # Se si deve proteggere il portmapper si deve usare il nome "portmap"
  # per il nome del demone. È necessario ricordare che si può 
  # usare solo la parola chiave "ALL" e indirizzi IP
  # (NON nomi di host o di dominio) per il portmapper. Si vedano portmap(8) e
  # /usr/doc/portmap/portmapper.txt.gz per ulteriori informazioni.
  #
  # La parola speciale (wildcard) PARANOID controlla qualsiasi host il cui nome 
  # non corrisponde al suo indirizzo. Viene abilitata per essere sicuri che i 
  # programmi che non validano i nomi degli host visitati lascino comunque una 
  # registrazione comprensibile delle operazioni. Nelle precedenti versioni di 
  # Debian era abilitata in modo predefinito.
  # ALL: PARANOID
  

/etc/httpd

I file di configurazione di Apache. Apache è un server HTTP versatile e con alte prestazioni. Apache, il server più diffuso nel mondo, si distingue per uno sviluppo modulare e supporta la selezione dinamica dei moduli di estensione mentre è avviato. I suoi punti di forza sono: l'ampia gamma delle personalizzazioni possibili, la regolazione dinamica del numero di processi server e tutta una serie di moduli disponibili, compresi diversi meccanismi di autenticazione, interpretazione HTML lato server, inclusioni lato server (Server Side Includes), controllo degli accessi, emulazione di metafile CERN httpd, proxy caching, etc. Apache supporta inoltre il virtual homing multiplo.

/etc/identd.conf

Il demone che fornisce il protocollo IDENT per TCP/IP. Implementa il protocollo di identificazione utente IDENT (RFC 1413) per TCP/IP ("proposed standard"); identd opera ricercando specifiche connessioni TCP/IP e restituendo il nome utente del processo che appartiene alla connessione. Può anche restituire altre informazioni oltre al nome utente.


  # /etc/identd.conf - un esempio di file di configurazione


  #-- La funzionalità di syslog per i messaggi di errore
  # syslog:facility = daemon


  #-- Nome dell'utente e del gruppo (dal database di passwd) col quale
  #   avviare il servizio
  server:user = nobody

  #-- Sovrascrive l'identificativo del gruppo
  # server:group = kmem

  #-- La porta da aprire quando è avviato come demone o da /etc/inittab
  # server:port = 113

  #-- Il limite del backlog del socket
  # server:backlog = 256

  #-- Il file contenente l'identificativo del processo su cui scrivere
  # server:pid-file = "/var/run/identd/identd.pid"

  #-- Il numero massimo di richieste ammesse (0 = illimitate)
  # server:max-requests = 0

  #-- Abilita alcune estensioni di protocollo come "VERSION" o "QUIT"
  protocol:extensions = enabled

  #-- Consente richieste multiple per ogni singola connessione
  protocol:multiquery = enabled

  #-- Tempo massimo a disposizione in secondi dalla connessione
  #--   o dall'ultima interrogazione. Zero = disabilita
  # protocol:timeout = 120

  #-- Numero massimo di thread che eseguono controlli nel kernel
  # kernel:threads = 8

  #-- Numero massimo di richieste di controllo in coda
  # kernel:buffers = 32

  #-- Numero massimo di volte che un controllo del kernel dev'essere ripetuto
  #--  in caso di insuccesso
  # kernel:attempts = 5



  #-- Disabilita i controlli sui nomi di utente (ritorna solo numeri uid)
  # result:uid-only = no

  #-- Abilita il file ".noident"
  # result:noident = enabled

  #-- Il token relativo alla serie di caratteri da ritornare nelle risposte
  # result:charset = "US-ASCII"

  #-- Il token relativo al sistema operativo da ritornare nelle risposte
  # result:opsys = "UNIX"

  #-- Utilizza syslog per trascrivere tutte le risposte alle richieste (none == no)
  # result:syslog-level = none


  #-- Abilita la cifratura (disponibile solo se collegato con la libreria DES)
  # result:encrypt = no

  #-- Percorso del file delle chiavi di cifratura di DES (disponibile solo
  #--   se collegato con una libreria DES)
  # encrypt:key-file = "/usr/local/etc/identd.key"


  #-- Include un file di configurazione locale
  # include = /etc/identd.conf
  

/etc/inetd.conf

La configurazione dei servizi avviati dal super server INETD TCP/IP. Ora "inetd" è desueto, e "xinetd" ha preso il suo posto. Si veda /etc/xinet.conf per ulteriori dettagli.


  # /etc/inetd.conf:  si veda inetd(8) per ulteriori informazioni.
  #
  # Database di configurazione del server internet
  #
  #
  # Le righe che iniziano con "#:LABEL:" o con "#<off>#" non dovrebbero
  # essere modificate, a meno non si sia sicuri di quello che si sta facendo!
  #
  # Per disabilitare una voce in modo che non venga alterata durante
  # gli aggiornamenti del pacchetto basta decommentarla con un solo carattere "#".
  #
  #I pacchetti dovrebbero aggiornare questo file usando update-inetd(8)
  #
  # <service_name> <sock_type> <proto> 
  # <flags> <user> <server_path>
  # <args>
  #
  #:INTERNAL: Servizi interni
  #echo	stream	tcp nowait root	internal
  #echo	dgram	udp wait root internal
  #chargen stream tcp	nowait root internal
  #chargen dgram udp	wait root internal
  discard stream tcp nowait root internal
  discard dgram	udp wait root internal
  daytime stream tcp nowait root internal
  #daytime dgram udp wait root internal
  time stream tcp nowait root internal
  #time dgram udp wait root internal

  #:STANDARD: Questi sono i servizi standard.
  ftp stream tcp nowait	root /usr/sbin/tcpd /usr/sbin/in.ftpd	
  telnet stream	tcp nowait telnetd.telnetd /usr/sbin/tcpd 
                                           /usr/sbin/in.telnetd

  #:MAIL: Mail, news e servizi uucp.
  smtp stream tcp nowait mail /usr/sbin/exim exim -bs
  imap2  stream  tcp nowait root /usr/sbin/tcpd /usr/sbin/imapd
  imap3  stream  tcp nowait root /usr/sbin/tcpd /usr/sbin/imapd

  #:INFO: Servizi informativi
  ident	stream tcp wait	identd /usr/sbin/identd	identd
  finger stream	tcp nowait nobody /usr/sbin/tcpd 
                                  /usr/sbin/in.fingerd

  #:BOOT: Il servizio tftp è fornito principalmente per l'avvio.  
  # La maggior parte dei siti esegue questo solo su macchine che agiscono
  # come "server di avvio".
  tftp dgram udp wait nobody /usr/sbin/tcpd 
                             /usr/sbin/in.tftpd -s /tftpboot
  

/etc/init.d


Ordine di esecuzione degli script in /etc/rc?.d
==================================

0. Introduzione.

   Tutti gli script eseguiti dal sistema init sono localizzati in /etc/init.d.
   Le directory /etc/rc?.d (? = S, 0 .. 6) contengono collegamenti relativi a
   quegli script. Questi collegamenti sono chiamati
   S<numero-a-due-cifre><nome-originale> oppure 
   K<numero-a-due-cifre><nome-originale>.

   Se uno script ha il suffisso ".sh" è uno script della shell 
   bourne e PUÒ essere gestito in modo ottimizzato. Il comportamento 
   nell'eseguire lo script in modo ottimizzato non differisce in alcun modo da 
   quello che si ottiene quando viene separato ed eseguito in maniera regolare.

   Sono definiti i seguenti runlevel:

   N       Avvio del sistema (NESSUNO).
   S       Modalità utente singolo (non è fatto per passare
            direttamente a questa modalità)
   0       arresto
   1       modalità utente singolo
   2 .. 5  modalità multiutente
   6       riavvio

1. Avvio.

   Quando il sistema viene avviato, viene eseguito lo script /etc/init.d/rcS .
   Questo esegue in successione tutti gli script S* in /etc/rcS.d in ordine 
   alfabetico (e quindi numerico). Il primo argomento passato agli script 
   eseguiti è "start". Il runlevel a questo punto è
   "N" (nessuno).

   Devono essere eseguite solo le cose che devono essere eseguite una volta per
   portare il sistema in uno stato coerente. La directory rcS.d  NON è
   fatta per sostituire rc.local. Non si devono avviare demoni in questo
   runlevel se non assolutamente necessario. Per esempio, NFS potrebbe
   richiedere il portmapper, per cui  è corretto avviarlo
   per primo nel processo di avvio. Ma questo non è il momento di avviare
   il server proxy squid.

2. Passare alla modalità multiutente.

   Dopo che sono stati eseguiti gli script rcS.d, init cambia al 
   runlevel predefinito come specificato in /etc/inittab, generalmente "2".

   Poi init esegue lo script /etc/init.d/rc che si occupa di
   avviare i servizi in /etc/rc2.d.

   Siccome il runlevel precedente era "N" (nessuno) gli script 
   /etc/rc2.d/KXXxxxx NON vengono eseguiti; non c'è ancora nulla da 
   fermare, il sistema è occupato nella fase di avvio.

   Se per esempio c'è un servizio che dev'essere eseguito nel runlevel 4
   e SOLO in quel livello, ci sarà uno script KXXxxxx in
   /etc/rc{2,3,5}.d per fermare il servizio quando si esce dal runlevel 4.
   Non si deve eseguire quello script a questo punto.
   
   Gli script /etc.rc2.d/SXXxxxx verranno eseguiti in 
   ordine alfabetico, col primo argomento impostato a "start".

3. Commuttare i runlevel.

   Quando si passa (per esempio) dal runlevel 2 al runlevel 3,
   /etc/init.d/rc esegue per primo in ordine alfabetico tutti gli
   script K per il runlevel 3 (/etc/rc3.d/KXXxxxx) con "stop" come primo
   argomento e poi tutti gli script S per il runlevel 3 (/etc/rc3.d/SXXxxxx)
   con "start" come primo argomento.

   Come ottimizzazione, per ogni "servizio" viene eseguito un controllo 
   per vedere se era già in esecuzione sul runlevel precedente. Se era 
   già in esecuzione, e non ci sono script K (arresto) per questo 
   runlevel, non è necessario avviarlo in un secondo tempo, perciò 
   non sarà fatto.

   D'altra parte, se sono presenti script K, si suppone che il servizio sia 
   stato fermato prima di proposito e quindi è necessario riavviarlo.

   Si POTREBBE fare la stessa ottimizzazione anche per gli script di arresto;
   se non era presente nessuno script S nel runlevel precedente, si può 
   supporre che il servizio non fosse in esecuzione e non è necessario 
   fermarlo. In quel caso si può rimuovere il caso particolare di 
   "venire dal level N" menzionato nel punto 2). Ma proprio ora che non 
   è stato implementato.

4. Modalità singolo utente.

   La commuttazione alla modalità singolo utente viene fatta passando al
   runlevel 1. Questo provocherà l'arresto di tutti i servizi
   (ipotizzando che abbiano tutti uno script K in /etc/rc1.d). Gli script del
   runlevel 1 verranno commuttati al runlevel "S" che non ha script; 
   tutto quel che fa è creare una shell figlia direttamente su
   /dev/console per la manutenzione del sistema.

   5. Arresto/riavvio

   Passare al runlevel 0 o 6 provoca, rispettivamente, l'arresto
   o il riavvio del sistema. Per esempio, se si va al runlevel 6 (riavvio) prima
   verranno eseguiti tutti gli script /etc/rc6.d/KXXxxxx in ordine alfabetico con
   "stop" come primo argomento.

   Quindi verranno eseguiti gli script /etc/rc6.d/SXXxxxx in ordine alfabetico
   sempre con "stop" come primo argomento. Il motivo è che a 
   questo punto non c'è più niente da avviare; tutti gli script
   eseguiti sono rivolti a far terminare il sistema.

   In futuro, gli script /etc/rc6.d/SXXxxxx POTREBBERO essere spostati in
   /etc/rc6.d/K1XXxxxx per maggiore chiarezza.

/etc/inittab

Script di configurazione/inizializzazione del sistema all'avvio. Contiene istruzioni per la gestione dei runlevel da parte di init. Imposta i runlevel predefiniti. Viene eseguito per primo tranne quando viene avviato in modalità di emergenza (-b). Inoltre abilita un utente ad avviare una sessione di getty su un dispositivo esterno, come le porte seriali. Per aggiungere terminali o linee di modem dial-in a un sistema, basta aggiungere delle righe a /etc/inittab, una per ogni terminale o linea dial-in. Per maggiori dettagli si rimanda alle pagine di manuale di init, inittab e getty. Se un comando fallisce all'avvio, e init è configurato per riavviarlo, userà una gran quantità di risorse di sistema: init lo riavvia, il comando fallisce, init lo avvia, il comando fallisce, e così via. Per prevenire ciò, init tiene traccia della frequenza di avvio di un comando, e se la frequenza aumenta, attende cinque minuti prima di riavviarlo. /etc/inittab ha anche speciali caratteristiche che consentono a init di reagire a circostanze speciali. powerwait consente a init di interrompere il sistema quando l'alimentazione è insufficiente. Questo presume l'uso di un UPS, e di un software che controlla l'UPS e informa init che manca l'alimentazione. ctrlaltdel fa in modo che init riavvi il sistema quando l'utente preme ctrl-alt-del sulla tastiera della console. Si noti che l'amministratore del sistema può configurare la risposta a ctrl-alt-del diversamente, p.es., ignorare il segnale se il sistema è in un luogo pubblico. sysinit è un comando da eseguire quando il sistema è avviato. Questo comando per esempio svuota la directory /tmp. L'elenco di cui sopra non è esaustivo; si veda la pagina di manuale di inittab per conoscere tutte le possibilità, e per i dettagli di come usare quelle viste in precedenza. Per impostare (o reimpostare) i colori iniziali del terminale, il seguente script di shell dovrebbe funzionare per le console VGA: for n in 1 2 4 5 6 7 8; do setterm -fore yellow -bold on -back blue -store > /dev/tty$n done. Sostituire i colori con quelli preferiti, e usare /dev/ttyS$n per i terminali seriali. Per essere sicuri che siano reimpostati quando l'utente si scollega (se sono stati cambiati) sostituire i riferimenti a getty (o mingetty o uugetty o altro simile) in /etc/inittab con i riferimenti a /sbin/altrogetty: #!/bin/sh setterm -fore yellow -bold on -back blue -store > $1 exec /sbin/mingetty $@. Un esempio di /etc/inittab è riportato qua sotto.


  # /etc/inittab: init(8) configuration.
  # $Id: etc.xml,v 1.10 2004-02-03 21:42:57 binh Exp $
  # The default runlevel. id:2:initdefault:
  # Boot-time system configuration/initialization script.
  # This is run first except when booting in emergency (-b) mode.
  si::sysinit:/etc/init.d/rcS
  # What to do in single-user mode.
  ~~:S:wait:/sbin/sulogin
  # /etc/init.d executes the S and K scripts upon change
  # of runlevel.
  #
  # Runlevel 0 is halt.
  # Runlevel 1 is single-user.
  # Runlevels 2-5 are multi-user.
  # Runlevel 6 is reboot.
  l0:0:wait:/etc/init.d/rc 0 l1:1:wait:/etc/init.d/rc 1
  l2:2:wait:/etc/init.d/rc 2 l3:3:wait:/etc/init.d/rc 3
  l4:4:wait:/etc/init.d/rc 4 l5:5:wait:/etc/init.d/rc 5
  l6:6:wait:/etc/init.d/rc 6
  # Normally not reached, but fallthrough in case of emergency.
  z6:6:respawn:/sbin/sulogin
  # What to do when CTRL-ALT-DEL is pressed.
  ca:12345:ctrlaltdel:/sbin/shutdown -t1 -a -r now
  # Action on special keypress (ALT-UpArrow).
  #kb::kbrequest:/bin/echo "Keyboard Request
  #--edit /etc/inittab to let this work."
  # What to do when the power fails/returns.
  pf::powerwait:/etc/init.d/powerfail start
  pn::powerfailnow:/etc/init.d/powerfail now
  po::powerokwait:/etc/init.d/powerfail stop
  # /sbin/getty invocations for the runlevels.
  #
  # The "id" field MUST be the same as the last
  # characters of the device (after "tty").
  #
  # Format:
  # <id>:<runlevels>:<action>:<process>
  #
  # Note that on most Debian systems tty7 is used by the X Window System,
  # so if you want to add more getty's go ahead but skip tty7 if you run X.
  #
  1:2345:respawn:/sbin/getty 38400 tty1 2:23:respawn:/sbin/getty 38400 tty2
  3:23:respawn:/sbin/getty 38400 tty3 4:23:respawn:/sbin/getty 38400 tty4
  5:23:respawn:/sbin/getty 38400 tty5 6:23:respawn:/sbin/getty 38400 tty6
  # Example how to put a getty on a serial line (for a terminal)
  #
  #T0:23:respawn:/sbin/getty -L ttyS0 9600 vt100 
  #T1:23:respawn:/sbin/getty -L ttyS1 9600 vt100
  # Example how to put a getty on a modem line.
  #
  #T3:23:respawn:/sbin/mgetty -x0 -s 57600 ttyS3

  Caratteristiche non documentate
  
  Le lettere A-C possono essere usate per creare un demone figlio dal
  demome elencato in /etc/inittab.  Per esempio, poniamo di dover
  avviare getty su una porta per ricevere una chiamata, ma solo dopo aver
  ricevuto prima una chiamata voce (e non in modo continuo). Inoltre, poniamo
  che si voglia poter ricevere dei dati o una chiamata fax e che quando si
  riceve il messaggio vocale si voglia fare qualcosa. Si devono inserire due
  nuove righe in /etc/inittab, ognuna col proprio ID, e ognuna con un runlevel,
  poniamo A per i dati e B per il fax. Al momento opportuno, secondo
  necessità, è sufficiente riprodurre il demone appropriato 
  chiamando telinit A o telinit B. 
  L'instanza di getty appropriata è messa sulla linea fino a quando non
  è stata ricevuta la prima chiamata.  Quando il chiamante termina la
  connessione, l'istanza di getty viene abbandonata perché, per
  definizione, le chiamate su richiesta non vengono rieseguite. Le altre due
  lettere, S e Q, sono speciali. S porta il sistema alla modalità di
  manutenzione ed è come cambiare lo stato al runlevel 1. La lettera Q
  è usata per far rileggere inittab da init. Il file /etc/inittab
  può essere modificato ogni volta che serve, ma sarà letto in
  alcune circostanze: uno dei suoi processi termina (bisogna riavviarne un
  altro?); su un segnale forte proveniente da un demone che controlla
  l'alimentazione (o da riga di comando); quando c'è un cambiamento di
  stato attraverso il comando telinit. L'argomento Q fa si che init rilegga il
  file /etc/inittab. Anche se è chiamato il sistema dei runlevel di
  System V i runlevel 7-9 sono runlevel legittimi che possono essere usati in
  caso di necessità.  L'amministratore deve ricordarsi comunque di
  modificare il file inittab e anche di creare i file rc?.d
  richiesti.

/etc/inputrc

File di configurazione generale inputrc per libreadline. Readline è una funzione che riceve una riga da un utente e la modifica automaticamente.

/etc/isapnp.conf

File di configurazione per schede basate su ISA. Questo standard è virtualmente ridondante nei nuovi sistemi. Il pacchetto di programmi di utilità per la configurazione dei Plug-And-Play ISA isapnptools è usato per configurare questi dispositivi. Questi programmi sono adatti per tutti i sistemi, che includano o meno un BIOS PnP. Infatti, il BIOS PnP aggiunge alcune complicazioni in quanto può già attivare alcune schede in modo da farle riconoscere dai driver, e questi strumenti possono deconfigurarle o cambiare le loro impostazioni, causando ogni genere di effetti indesiderati.

/etc/isdn

i file di configurazione di ISDN.

/etc/issue

Il contenuto viene mostrato da getty prima del prompt di login. Generalmente contiene una breve descrizione o un messaggio di benvenuto del sistema. Il contenuto è inserito dall'amministratore del sistema. Debian GNU/\s 3.0 \n \l

/etc/issue.net

Mostra la schermata di benvenuto agli utenti che accedono alla macchina da remoto (mentre /etc/issue determina cosa deve vedere un utente locale al login). Debian GNU/%s 3.0 %h

/etc/kde

Gli script di initializzazione di KDE e di configurazione di KDM.

/etc/kde/kdm

La posizione dei file del K Desktop Manager. kdm gestisce una serie di server X, che possono essere su un host locale o su macchine remote. Fornisce servizi simili a quelli forniti da init, getty, e login su terminali a caratteri: invita all'inserimento del nome di login e della password, autentica l'utente, e avvia una sessione. kdm supporta XDMCP (X Display Manager Control Protocol) e può essere usato anche per eseguire un processo selettore che mostra all'utente un elenco di possibili host che forniscono i servizi di gestione dei display di XDMCP.

/etc/kderc

Script di inizializzazione globale di KDE. I comandi in questo file vengono eseguiti ogni volta che viene caricato l'ambiente KDE. È un collegamento a /etc/kde2/system.kdeglobals


  [Directories]
  dir_config=/etc/kde2
  dir_html=/usr/share/doc/kde/HTML
  dir_cgi=/usr/lib/cgi-bin
  dir_apps=/usr/share/applnk
  dir_mime=/usr/share/mimelnk
  dir_services=/usr/share/services
  dir_servicetypes=/usr/share/servicetypes
  [General]
  TerminalApplication=x-terminal-emulator
  

/etc/ld.so.conf, /etc/ld.so.cache

/etc/ld.so.conf è un file che contiene una lista di directory separate da due punti, spazio, segno di tabulazione, newline o virgola nelle quali devono essere cercate le librerie. Il file /etc/ld.so.cache contiene un elenco ordinato di librerie trovate nelle directory specificate in /etc/ld.so.conf. Questo file non è in un formato leggibile, e non è fatto per essere modificato.

ldconfig crea i collegamenti necessari e aggiorna la cache (per l'uso da parte del linker run-time ld.so) alle più recenti librerie condivise trovate nelle directory specificate da riga di comando, nel file /etc/ld.so.conf e nelle directory appropriate (/usr/lib e /lib). Il comando ldconfig controlla l'intestazione e i nomi di file delle librerie che trova quando determina quali versioni dovrebbero avere i loro collegamenti aggiornati; ldconfig ignora i collegamenti simbolici quando esegue la ricerca delle librerie.

ldconfig tenta di dedurre il tipo di libreria ELF (cioè libc5 o libc6/glibc) risalendo alle librerie C, se ve ne sono, alle quali è collegata la libreria, perciò quando si creano librerie dinamiche, è bene collegarle esplicitamente a libc (usare -lc).

Alcune librerie esistenti non contengono informazioni sufficienti per poter dedurre il loro tipo, comunque il formato contenuto nel file /etc/ld.so.conf permette di specificare un tipo presunto. Questo è usato solo per quelle librerie ELF per cui non è possibile trovare una soluzione. Il formato è del tipo "dirname=TYPE", dove type può essere libc4, libc5 o libc6 (questa sintassi funziona anche da riga di comando). Non sono consentiti spazi. Si veda anche l'opzione -p.

Nomi di directory contenenti un = non sono più validi a meno che non sia specificato un tipo presunto.

ldconfig normalmente dev'essere eseguito come super utente poiché può richiedere i permessi di scrittura su alcune directory e file di proprietà dell'utente root. Generalmente viene eseguito automaticamente all'avvio o manualmente quando vengono installate nuove librerie condivise.

/usr/X11R6/lib

Librerie di X.

/usr/local/lib

Librerie locali.

/etc/lilo.conf

File di configurazione per il bootloader di Linux lilo. Lilo è il programma originale per il caricamento del sistema operativo, e può caricare Linux e altri sistemi operativi. Il pacchetto lilo contiene generalmente lilo (l'installatore) e le immagini del record di avvio per installare Linux, OS/2, DOS, e Boot Sector generici di altri SO. Si può usare Lilo per gestire il Master Boot Record (con un semplice schermo di testo, un menù testuale o un'interfaccia grafica a colori) o chiamare lilo da altri boot-loader per passare al kernel Linux.


  Prompt #Invita l'utente a selezionare un SO di sua scelta all'avvio 
  timeout=300           # Periodo di attesa prima che il SO di default
                        # venga avviato (in ms)
  default=Debian4 #SO predefinito da caricare
  vga=normal #modalità VGA
  boot=/dev/had #posizione dell'MBR
  map=/boot/map #posizione del kernel
  install=/boot/boot-bmp.b #File che dev'essere installato come boot sector
  bitmap=/boot/debian.bmp #immagine di avvio di LILO
  bmp-table=30p,100p,1,10 #Colori
  selectable bmp-colors=13,,0,1,,0 #Colori scelti
  lba32 #Richiesto sulla maggior parte dei sistemai per superare
        #il problema dei 1024 cilindri
  image=/vmlinuz #nome del kernel
  image label=Debian #un'etichetta
  read-only #file system da montare in sola lettura
  root=/dev/hda6 #posizione del filesystem root
  
  image=/boot/bzImage
  label=Debian4
  read-only
  root=/dev/hda6

  image=/mnt/redhat/boot/vmlinuz
  label=Redhat
  initrd=/mnt/redhat/boot/initrd-2.4.18-14.img
  read-only
  root=/dev/hda5
  vga=788
  append=" hdc=ide-scsi hdd=ide-scsi"
  
  image=/mnt/mandrake/boot/vmlinuz
  label="Mandrake"
  root=/dev/hda7
  initrd=/mnt/mandrake/boot/initrd.img
  append="devfs=mount hdc=ide-scsi
  acpi=off quiet"
  vga=788
  read-only

  other=/dev/hda2
  table=/dev/hda
  loader=/boot/chain.b
  label=FBSD
  other=/dev/hda1
  label=Windows
  table=/dev/hda
  
  other=/dev/fd0
  label=floppy unsafe
  

/etc/local.gen

Questo file elenca le localizzazioni che si vogliono creare. Si può trovare un elenco di localizzazioni valide supportate in /usr/share/i18n/SUPPORTED. Sono possibili altre combinazioni, ma può darsi che non siano ben testate. Se si cambia questo file, è necessario rieseguire locale-gen.

/etc/locale.alias

Database degli alias dei nomi di localizzazione.

/etc/login.defs

Definizioni per la configurazione del programma di autenticazione. Un grande numero di attributi può essere modificato attraverso questo singolo file, come la collocazione della posta, il ritardo in secondi dopo un'autenticazione senza successo, abilitare la visualizzazione delle informazioni contenute nel registro degli errori di autenticazione, visualizzazione della mancata autenticazione come utente non riconosciuto, variabili d'ambiente della shell, etc....

/etc/logrotate.conf

Il programma di utilità logrotate è mirato a semplificare l'amministrazione dei file di registro su un sistema che genera una grande quantità di file d registro. Logrotate contempla la compressione dopo la rotazione automatica, la rimozione e l'invio tramite posta dei file di registro. Logrotate può essere impostato per trattare un file di regostro a cadenza giornaliera (daily), settimanale (weekly), mensile (monthly) o quando il file di registro raggiunge una certa dimensione. Normalmente logrotate viene eseguito come un "job di cron" giornaliero.


  # si veda "man logrotate" per i dettagli
  # rotazione settimanale dei file di registro
  weekly

  # tenere per 4 settimane i backup dei file di registro
  rotate 4

  # creare nuovi file di registro (vuoti) dopo la rotazione dei vecchi
  create

  # decommentare se si vogliono comprimere i file di registro
  #compress

  # le informazioni per la rotazione dei file di registro dei pacchetti sono
  # contenute in questa directory
  include /etc/logrotate.d

  # wtmp, o btmp, non appartiene a nessun pacchetto -- la rotazione è impostata qui
  /var/log/wtmp {
      monthly
      create 0664 root utmp
      rotate 1
  }

  /var/log/btmp {
      missingok
      monthly
      create 0664 root utmp
      rotate 1
  }

  # file di configurazione specifici per il sistema possono essere configurati qui

/etc/ltrace.conf

File di configurazione per ltrace (Library Call Tracer). Traccia le chiamate delle librerie runtime in programmi collegati dinamicamente. ltrace è un programma di "debugging" che esegue un determinato comando finché questo non termina. Mentre il comando è in esecuzione, ltrace intercetta e registra le chiamate delle librerie dinamiche che sono chiamate dal processo eseguito e i segnali ricevuti da quel processo. Può anche intercettare e visualizzare le chiamate di sistema eseguite dal programma. Il programma da tracciare non dev'essere ricompilato a questo scopo, così si può usare ltrace per i binari per i quali non si hanno i sorgenti a portata di mano. ltrace viene installato quando si ha necessità di uno strumento di amministrazione per tracciare l'esecuzione dei processi.

/etc/magic

Dati locali relativi ai "magic number" e file di configurazione per il comando file(1). Contiene le descrizioni di diversi formati di file basandosi su quale file deduce il tipo di file. Qui vanno inseriti i dati "magici" personali. Il formato è descritto in magic(5).

/etc/mail.rc

File di inizializzazione di mail. Mail è un sistema di elaborazione intelligente di posta che ha una reminiscenza della sintassi dei comandi di ed, in cui le righe sono sostituite da messaggi. È sostanzialmente una versione di Microsoft Outlook da riga d comando.

/etc/mailcap

File che definisce le azioni eseguibili da metamail. Il file mailcap viene letto dal programma metamail per determinare come visualizzare un file che non è un file di testo nel proprio computer. La sintassi di un file mailcap è piuttosto semplice, per lo meno se paragonata ai file termcap. Ogni riga che inizia con "#" è un commento, le righe vuote vengono ignorate. In tutti gli altri casi, ogni riga definisce una singola voce di mailcap per un singolo tipo di contenuto; le righe lunghe possono essere spezzate in più righe ponendo alla fine di ogni riga un carattere di backslash \ . Ogni voce di mailcap consiste di una specifica del tipo di contenuto, un comando da eseguire, e (possibilmente) una serie di valori "flag" opzionali.

/etc/mailcap.order

Le specifiche di ordinamento di mailcap. L'ordine delle voci nel file /etc/mailcap può essere alterato modificando il file di ordinamento /etc/mailcap.order. Ogni riga di questo file specifica un pacchetto e un tipo mime opzionale. Le voci corrispondenti di mailcap verranno collocate secondo l'ordine di questo file; le voci che non trovano corrispondenza saranno poste alla fine.

/etc/mailname

Il nome di host del server di posta. In genere uguale al nome di host.

/etc/menu, /etc/menu-methods

Il pacchetto "menu" fu ispirato dal programma install-fvwm2-menu del vecchio pacchetto fvwm2. Tuttavia, menu cerca di fornire un'interfaccia più generica per la creazione dei menù. Col comando update-menus di questo pacchetto nessun pacchetto deve più essere modificato per ciascun window manager di X, inoltre fornisce un'interfaccia unificata per i programmi, sia testuali che per X.

Quando un pacchetto predisposto per aggiungere qualcosa all'albero dei menù viene installato, esegue update-menus nel suo script di postinstallazione. Update-menus legge quindi in tutti i file di menù contenuti in /etc/menu/ /usr/lib/menu e /usr/lib/menu/default, e tiene in memoria le voci di menù di tutti i pacchetti installati. Una volta fatto questo, verranno eseguiti i menu-method in /etc/menu-methods/*, e le informazioni sulle voci di menù verranno reindirizzate sullo stdout, in modo da venir lette dai menu-method. Tutti i Window Manager o altri programmi che richiedono l'albero dei menù di Debian, forniscono uno script menu-method in /etc/menu-methods/. In questo script ci sono le istruzioni per generare il file di avvio per quel window manager. Per facilitare quest'attività a chi gestisce il window manager, menu fornisce un programma install-menu. Questo programma può generare i file d'avvio per quasi ogni window manager.

/etc/mgetty+sendfax

I file di configurazione per l'uso di mgetty come interfaccia sulla porta seriale. La routine di mgetty "special routine" ha funzioni speciali per gestire cose come connessioni dial up e connessioni fax.

/etc/mime.types

I MIME-TYPE e le estensioni che li rappresentano. Questo file fa parte del pacchetto mime-support. Nota: gli schemi di compressione come "gzip", "bzip" e "compress" in realtà non sono "mime-types". Essi sono "codifiche" e quindi non devono avere voci in questo file per mappare le loro estensioni. Il "mime-type" di un file codificato si riferisce al tipo di dati che è stato codificato, non al tipo di codifica.

/etc/minicom

i file di configurazione di minicom. Minicom è un programma di comunicazione che assomiglia un po' al programma shareware TELIX ma è libero e col codice sorgente, e gira sulla maggior parte dei sistemi unix. Le sue funzionalità includono: elenco telefonico (dialling directory) con la funzione di richiamata automatica in caso di disconnessione, il supporto per i file di lock in stile UUCP su dispositivi seriali, un interprete del linguaggio di script, la cattura di informazioni su di un file, utenze multiple con configurazioni individuali, e altro ancora.

/etc/modules

Una lista di moduli da caricare all'avvio.


  # /etc/modules: moduli del kernel da caricare all'avvio.
  #
  # Questo file dovrebbe contenere  i nomi dei moduli del kernel da
  # caricare nella fase di avvio, uno per riga. I commenti iniziano con
  # un "#", quindi il resto della riga viene ignorato.
  unix
  af_packet
  via-rhine
  cmpci
  ne2k-pci
  nvidia
  

/etc/modules.conf


  ### Questo file è generato automaticamente da update-modules"
  #
  # Non si deve modificare questo file direttamente. Se si deve cambiare
  # o aggiungere qualcosa dare uno sguardo ai file in /etc/modutils e
  # leggere la pagina man di update-modules.
  #
  ### update-modules: inizio elaborazione di /etc/modutils/0keep
  # NON MODIFICARE QUESTO FILE!
  # Questo file non è contrassegnato come file conf per essere sicuri
  # che se si aggiorna modutils sarà ripristinato nel caso siano state 
  # fatte delle modifiche.
  #
  # Il comando keep è necessario per evitare che insmod e programmi 
  # simili ignorino i comandi incorporati predefiniti di un'istruzione di 
  # percorso incontrata. Finché tutti gli altri pacchetti usano la nuova 
  # istruzione `add path' quest'istruzione keep è essenziale
  # per mantenere in funzione il sistema
  keep

  ### update-modules: fine elaborazione di /etc/modutils/0keep

  ### update-modules: inizio elaborazione di /etc/modutils/actions
  # Azioni speciali necessarie per alcuni moduli

  # Il modulo BTTV non carica il modulo tuner automaticamente,
  # perciò bisogna farlo da qui
  post-install bttv insmod tuner
  post-remove bttv rmmod tuner


  ### update-modules: fine elaborazione di /etc/modutils/actions

  ### update-modules: inizio elaborazione di /etc/modutils/aliases
  # Alias per indicare a insmod/modprobe quale modulo usare 

  # Decommentare i protocolli di rete che non devono essere caricati:
  # alias net-pf-1 off		# Unix
  # alias net-pf-2 off		# IPv4
  # alias net-pf-3 off		# Amateur Radio AX.25
  # alias net-pf-4 off		# IPX
  # alias net-pf-5 off		# DDP / appletalk
  # alias net-pf-6 off		# Amateur Radio NET/ROM
  # alias net-pf-9 off		# X.25
  # alias net-pf-10 off		# IPv6
  # alias net-pf-11 off		# ROSE / Amateur Radio X.25 PLP
  # alias net-pf-19 off		# Acorn Econet

  alias char-major-10-175	agpgart
  alias char-major-10-200	tun
  alias char-major-81	bttv
  alias char-major-108	ppp_generic
  alias /dev/ppp		ppp_generic
  alias tty-ldisc-3	ppp_async
  alias tty-ldisc-14	ppp_synctty
  alias ppp-compress-21	bsd_comp
  alias ppp-compress-24	ppp_deflate
  alias ppp-compress-26	ppp_deflate

  # Moduli crypto  (si veda http://www.kerneli.org/)
  alias loop-xfer-gen-0	loop_gen
  alias loop-xfer-3	loop_fish2
  alias loop-xfer-gen-10	loop_gen
  alias cipher-2		des
  alias cipher-3		fish2
  alias cipher-4		blowfish
  alias cipher-6		idea
  alias cipher-7		serp6f
  alias cipher-8		mars6
  alias cipher-11		rc62
  alias cipher-15		dfc2
  alias cipher-16		rijndael
  alias cipher-17		rc5


  ### update-modules: fine elaborazione di /etc/modutils/aliases

  ### update-modules: inizio elaborazione di /etc/modutils/ltmodem-2.4.18
  # lt_drivers: uso del parametro di autocaricamento e inserimento
  alias char-major-62 lt_serial
  alias /dev/tts/LT0  lt_serial
  alias /dev/modem lt_serial
  # options lt_modem vendor_id=0x115d device_id=0x0420 Forced=3,0x130,0x2f8
  # section for lt_drivers ends

  ### update-modules: fine elaborazione di /etc/modutils/ltmodem-2.4.18

  ### update-modules: inizio elaborazione di /etc/modutils/paths
  # Questo file contiene un elenco di percorsi che modprobe dovrebbe controllare,
  # una volta che sono compilati negli
  # strumenti di modutils.


  ### update-modules: fine elaborazione di /etc/modutils/paths

  ### update-modules: inizio elaborazione di /etc/modutils/ppp
  alias /dev/ppp          ppp_generic
  alias char-major-108    ppp_generic
  alias tty-ldisc-3       ppp_async  
  alias tty-ldisc-14      ppp_synctty
  alias ppp-compress-21   bsd_comp   
  alias ppp-compress-24   ppp_deflate
  alias ppp-compress-26   ppp_deflate

  ### update-modules: fine elaborazione di /etc/modutils/ppp

  ### update-modules: inizio elaborazione di /etc/modutils/setserial
  #
  # Questo è ciò che si sarebbe voluto fare, però logger 
  # è nella directory /usr/bin,
  # che non è caricata quando il modulo viene caricato per la prima volta 
  # nel kernel al momento dell'avvio!
  #
  #post-install serial /etc/init.d/setserial start | 
  #logger -p daemon.info -t "setserial-module reload"
  #pre-remove serial /etc/init.d/setserial stop | 
  #logger -p daemon.info -t "setserial-module uload"
  #
  alias /dev/tts          serial
  alias /dev/tts/0        serial
  alias /dev/tts/1        serial
  alias /dev/tts/2        serial
  alias /dev/tts/3        serial
  post-install serial /etc/init.d/setserial modload > /dev/null 2> /dev/null
  pre-remove serial /etc/init.d/setserial modsave  > /dev/null 2> /dev/null

  ### update-modules: fine elaborazione di /etc/modutils/setserial

  ### update-modules: inizio elaborazione di /etc/modutils/arch/i386
  alias parport_lowlevel parport_pc
  alias char-major-10-144 nvram
  alias binfmt-0064 binfmt_aout
  alias char-major-10-135 rtc

  ### update-modules: fine elaborazione di /etc/modutils/arch/i386
  

/etc/modutils

Questi programmi di utilità sono stati creati per realizzare un kernel Linux modulare gestibile da utenti, amministratori e responsabili delle distribuzioni.

/etc/mtools

File di configurazione predefinito di mtools per Debian. La serie di comandi di mtools funziona con i file e le directory MS-DOS sui dischi floppy. Questo permette di usare Linux con i dischetti formattati MS-DOS su sistemi DOS e Windows.

/etc/manpath.conf

Questo file è usato dal pacchetto man_db per configurare i percorsi per man e cat. È usato anche per definire una "manpath" per quei percorsi non definiti esaminando la variabile d'ambietne PATH. Per i dettagli si veda la pagina di manuale manpath(5).

/etc/mediaprm

È stata denominata ufficialmente /etc/fdprm. Si veda /etc/fdprm per ulteriori dettagli.

/etc/motd

Il messaggio del giorno, che compare automaticamente dopo un login eseguito con successo. Il contenuto è inserito dall'amministratore del sistema. Spesso viene usato per dare informazioni a ogni utente, come avvisi sulle interruzioni programmate. Linux debian.localdomain.com 2.4.18 #1 Sat Mar 15 00:17:39 EST 2003 i686 unknown Most of the programs included with the Debian GNU/Linux system are freely redistributable; the exact distribution terms for each program are described in the individual files in /usr/share/doc/*/copyright Debian GNU/Linux comes with ABSOLUTELY NO WARRANTY, to the extent permitted by applicable law.

/etc/mtab

Elenco dei filesystem attualmente montati. È configurato inizialmente dagli script d'avvio, e aggiornato automaticamente dal comando mount. Viene usato quando serve una lista di filesystem montati, p. es. col comando df. Questo file a volte è un collegamento simblico a /proc/mounts.

/etc/networks

Elenco delle reti usate più comunemente dal sistema. Per esempio, 192.168.0.0.

/etc/nsswitch.conf

File di configurazione per il System Database/Name Service Switch.

/etc/oss.conf

File di configurazione per OSS (Open Sound System).

/etc/pam.d/

Questa directory è la home dei file di configurazione per i PAM, Pluggable Authentication Modules.

/etc/postfix/

Contiene i file di configurazione di postfix. Postfix è attualmente l'MTA preferito dalle distribuzioni Linux. È compatibile con sendmail, offre una maggiore velocità rispetto a sendmail, facilità di amministrazione e sicurezza. Fu sviluppato originariamente da IBM e fu chiamato IBM Secure Mailer; è usato in molte grandi reti commerciali. Adesso è lo standard de facto.

/etc/ppp/

È la posizione dei file di configurazione per le connessioni dial-up. È molto probabile che vengano create dal programma basato su menù di testo pppconfig, o da altri programmi di configurazione di ppp su GUI come kppp o gnome-ppp.

/etc/pam.conf

La maggior parte dei programmi usa un file nella directory /etc/pam.d/ per impostare i moduli di servizio PAM. Anche se questo file viene utilizzato e può essere utilizzato, non se ne raccomanda l'uso.

/etc/paper.config

File di configurazione per il formato della carta.

/etc/papersize

Formato della carta predefinito.

/etc/passwd

È il "vecchio" file delle password. È tenuto per compatibilità e contiene il database degli utenti, con campi che contengono nome utente, nome reale, directory di home, password codificata, e altre informazioni su ogni utente. Il formato è documentato nella pagina man di passwd.


root:x:0:0:root:/root:/bin/bash daemon:x:1:1:daemon:/usr/sbin:/bin/sh
bin:x:2:2:bin:/bin:/bin/sh sys:x:3:3:sys:/dev:/bin/sh
sync:x:4:100:sync:/bin:/bin/sync games:x:5:100:games:/usr/games:/bin/sh
man:x:6:100:man:/var/cache/man:/bin/sh lp:x:7:7:lp:/var/spool/lpd:/bin/sh
mail:x:8:8:mail:/var/mail:/bin/sh news:x:9:9:news:/var/spool/news:/bin/sh
uucp:x:10:10:uucp:/var/spool/uucp:/bin/sh proxy:x:13:13:proxy:/bin:/bin/sh
postgres:x:31:32:postgres:/var/lib/postgres:/bin/sh
www-data:x:33:33:www-data:/var/www:/bin/sh
backup:x:34:34:backup:/var/backups:/bin/sh
operator:x:37:37:Operator:/var:/bin/sh
list:x:38:38:SmartList:/var/list:/bin/sh irc:x:39:39:ircd:/var:/bin/sh
gnats:x:41:41:Gnats Bug-Reporting System (admin):/var/lib/gnats:/bin/sh
nobody:x:65534:65534:nobody:/home:/bin/sh
binh:x:1000:1000:,,,:/home/binh:/bin/bash
identd:x:100:65534::/var/run/identd:/bin/false
sshd:x:101:65534::/var/run/sshd:/bin/false gdm:x:102:101:Gnome Display
Manager:/var/lib/gdm:/bin/false
telnetd:x:103:103::/usr/lib/telnetd:/bin/false
dummy:x:1001:1001:,,,:/home/dummy:/bin/bash

/etc/passwd-

Il vecchio file /etc/passwd.

/etc/printcap

File di configurazione (proprietà) della stampante. La definizione di tutte le stampanti di sistema, sia locali che remote, è memorizzata in questo file. Il suo schema è simile a quello di /etc/termcap ma usa una diversa sintassi.

/etc/profile

File e comandi che devono essere eseguiti dalle shell Bourne o C al login o all'avvio. Questi permettono all'amministratore del sistema di definire le impostazioni globali predefinite per tutti gli utenti.

/etc/profile.d

Script di shell da eseguire subito dopo il login alle shell Bourne o C. Questi script normalmente sono chiamati dal file /etc/profile.

/etc/protocols

File delle definizioni dei protocolli. Descrive i vari protocolli Internet DARPA che sono disponibili dal sottosistema TCP/IP. Dovrebbe essere consultato invece di usare i numeri nei file "include" di ARPA, o peggio tirare a indovinare. Questo file dovrebbe rimanere invariato in quanto i cambiamenti risulterebbero in pacchetti IP sbagliati.

/etc/pcmcia

I file di configurazione per i dispositivi PCMCIA. In genere è utile solo per gli utenti dei portatili.

/etc/reportbug.conf

File di configurazione per reportbug. Reportbug è progettato soprattutto per creare rapporti sui bachi nella distribuzione Debian. Come comportamento predefinito, crea un'e-mail per il sistema di tracciamento dei bachi di Debian /mit@bugs.debian.org con le informazioni sul baco. Con l'opzione -bts è possibile inviare rapporti sui bachi ad altri server che abbiano ddebbugs abilitato, come ad esempio KDE.org. È simile a bug però ha maggiori caratteristiche pur mantenendo la semplicità.

/etc/rc.boot or /etc/rc?.d

Queste directory contengono tutti i file necessari per controllare i servizi di sistema e per configurare i runlevel. Un modello di file si trova in /etc/init.d/skeleton

/etc/rcS.d

Gli script contenuti in questa directory vengono eseguiti una volta quando si avvia il sistema, anche quando si avvia direttamente in modalità singolo utente. I file sono tutti collegamenti simbolici, i file reali si trovano in /etc/init.d/. Per una trattazione più completa di questa tecnica, si veda il file /etc/init.d/README.

/etc/resolv.conf

In questo file si definisce la configurazione di come deve avvenire la connessione ai DNS. Indica dove le librerie del risolutore dei nomi devono andare a cercare le informazioni non presenti nel file /etc/hosts. Questo file ha sempre almeno una riga nameserver, ma è preferibile averne tre. Il risolutore ne utilizza una alla volta. Se ne possono includere altre oltre le prime tre, però tutto ciò che viene dopo le prime tre righe viene ignorato. Due righe che appaiono nel file /etc/resolv.conf sono domain e search. Queste sono opzioni mutualmente esclusive, e quando compaiono entrambe prevale l'ultima. Altre voci oltre le tre di cui si è discusso sono elencate nelle pagine man, però non sono usate spesso.

/etc/rmt

Questo non è un errore. Questo script di shell (/etc/rmt) è stato fornito per compatibilità con altri sistemi tipo Unix , alcuni dei quali hanno programmi di utilità che si aspettano di trovare (ed eseguire) rmt nella directory /etc su sistemi remoti.

/etc/rpc

Il file rpc contiene nomi in forma leggibile che possono essere usati al posto dei numeri di programma assegnati da rpc. Ogni riga contiene le seguenti informazioni: nome del server per il programma rpc, numero di programma rpc, alias. Le voci all'interno della riga sono separate da spazi o caratteri di tabulazione. Un carattere "#" indica l'inizio di un commento; i caratteri fino alla fine della riga non sono interpretati dalle routine che eseguono ricerche nel file.


  # /etc/rpc:
  # $Id: etc.xml,v 1.10 2004-02-03 21:42:57 binh Exp $
  #
  # rpc 88/08/01 4.0 RPCSRC; from 1.12   88/02/07 SMI

  portmapper	100000	portmap sunrpc
  rstatd		100001	rstat rstat_svc rup perfmeter
  rusersd		100002	rusers
  nfs		100003	nfsprog
  ypserv		100004	ypprog
  mountd		100005	mount showmount
  ypbind		100007
  walld		100008	rwall shutdown
  yppasswdd	100009	yppasswd
  etherstatd	100010	etherstat
  rquotad		100011	rquotaprog quota rquota
  sprayd		100012	spray
  3270_mapper	100013
  rje_mapper	100014
  selection_svc	100015	selnsvc
  database_svc	100016
  rexd		100017	rex
  alis		100018
  sched		100019
  llockmgr	100020
  nlockmgr	100021
  x25.inr		100022
  statmon		100023
  status		100024
  bootparam	100026
  ypupdated	100028	ypupdate
  keyserv		100029	keyserver
  tfsd		100037 
  nsed		100038
  nsemntd		100039
  pcnfsd		150001
  amd		300019	amq
  sgi_fam		391002
  ugidd		545580417
  bwnfsd          788585389
  

/etc/samba

I file di configurazione di Samba. Un "LanManager" che è come un server per file e stampanti per Unix. Il pacchetto di software Samba è una raccolta di programmi che implementa il protocollo SMB per i sistemi unix, permettendo di servire file e stampanti ai client Windows, NT, OS/2 e DOS. Questo protocollo a volte è indicato anche come Lan Manager o protocollo NetBIOS.

/etc/sane.d

I file di configurazione di Sane. SANE sta per "Scanner Access Now Easy" ed è un'interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) che fornisce un accesso standardizzato per ogni periferica di scansione di immagini raster (scanner piani, scanner manuali, videocamere, fotocamere, schede di acquisizione video, etc.). L'API di SANE è di pubblico dominio e il dibattito attorno ad esso e lo sviluppo sono aperti a tutti. Il codice sorgente corrente è scritto per UNIX (compreso GNU/Linux) ed è reso disponibile sotto la GNU General Public License (l'API di SANE è disponibile comunque anche per applicazioni e backend proprietari).

SANE è un'interfaccia universale per dispositivi di scansione. Il valore di una tale interfaccia universale è che permette di scrivere un solo driver per ogni dispositivo di acquisizione di immagini, piuttosto che un driver per ogni dispositivo e per ogni applicazione. Nel modo tradizionale, con tre applicazioni e quattro dispositivi si dovrebbero scrivere 12 programmi diversi. Con SANE questo numero è ridotto a sette: le tre applicazioni più i quattro driver. Naturalmente il risparmio diventa più evidente all'aumentare del numero di driver o applicazioni.

Non solo SANE riduce il tempo di sviluppo e le duplicazioni del codice, ma innalza anche il livello al quale le applicazioni possono funzionare. Di conseguenza, rende possibile l'utilizzo di applicazioni precedentemente sconosciute nel mondo di UNIX. Nonostante SANE sia principalmente indirizzato verso un ambiente UNIX, lo standard è stato attentamente progettato per rendere potenzialmente possibile l'implementazione dell'API su qualsiasi periferica o sistema operativo.

SANE è un acronimo di "Scanner Access Now Easy", ma la speranza è naturalmente che SANE sia invece "sane" nel senso di permettere una facile implementazione dell'API fornendo tutte le caratteristiche richieste dalle periferiche e dagli applicativi di scansione oggi esistenti. Nello specifico, SANE dovrebbe essere abbastanza completo da supportare dispositivi come scanner, fotocamere digitali e videocamere, ma anche dispositivi virtuali come filtri per i file di immagini.

Se si ha familiarità con TWAIN, ci si chiederà perché c'è bisogno di SANE. La questione è semplice, TWAIN non separa l'interfaccia utente dal driver di un dispositivo. Questo, sfortunatamente, rende difficile, se non impossibile, fornire un accesso trasparente alla rete ai dispositivi di acquisizione di immagini (il che è utile se si ha una LAN piena di macchine, e i dispositivi di scansione sono connessi solo ad una o due macchine; ovviamente è utile anche per camere controllate da remoto e simili). Questo vuol dire anche che ogni specifico driver TWAIN si abbina meglio a una GUI API specifica (sia essa l'API di Win32 o quella di Mac). Al contrario, SANE separa in modo pulito i controlli del dispositivo dalla loro rappresentazione in un'interfaccia utente. Come risultato, SANE non ha nessuna difficoltà a supportare le interfacce da riga di comando o una scansione trasparente alla rete. Per questo motivo, è improbabile che ci sarà mai un backend per SANE che può dialogare con un driver TWAIN, sebbene la situazione inversa non rappresenti un problema: dovrebbe essere abbastanza semplice accedere a dispositivi SANE da una sorgente TWAIN. In sintesi, se TWAIN fosse stato progettato un po' meglio non ci sarebbe stato alcun motivo di realizzare SANE, ma allo stato attuale TWAIN non è proprio come SANE.

/etc/securetty

Identifica i terminali sicuri, cioè i terminali dai quali si può collegare l'utente root. Tipicamente sono elencate solo le console virtuali, così che diventa impossibile (o per lo meno più difficile) prendere i privilegi di superutente entrando in un sistema attraverso un modem o una connessione di rete.

 
  # /etc/securetty: lista di terminali sui quali l'utente root ha i permessi
  # di accesso. Si veda securetty(5) e login(1).
  console

  # Le console standard
  tty1
  tty2
  tty3
  tty4
  tty5
  tty6
  tty7
  tty8
  tty9
  tty10
  tty11
  tty12

  # Come sopra, ma solo con dispositivi devfs
  vc/1
  vc/2
  vc/3
  vc/4
  vc/5
  vc/6
  vc/7
  vc/8
  vc/9
  vc/10
  vc/11
  vc/12
  

/etc/sensors.conf

File di configurazione di libsensors, un pacchetto di librerie progettate per verificare lo stato delle componenti dell'hardware attraverso i chip sensore della scheda madre. Statistiche utili come la tensione all'interno della CPU e la temperatura della CPU possono essere ottenute con programmi di utilità di terze parti che fanno uso di queste ibrerie, come "gkrellm". Se non si vogliono installare questi pacchetti si può anche sfruttare il carattere realtime del filesystem /proc.

/etc/sudoers

Il file degli utenti abilitati all'uso di "sudo". Questo file dev'essere modificato col comando "visudo" dall'utente root. Il comando sudo permette a un utente autenticato di eseguire un comando autorizzato come root. Sia la UID effettiva che la GID effettiva sono impostate a 0 (fondamentalmente è come essere root). Sudo stabilisce quali utenti sono autorizzati, e quali comandi sono autorizzati ad usare. La configurazione di questo comando avviene tramite questo file.

/etc/shadow

Il file delle shadow password su sistemi che hanno un software per le shadow password installato (PAM). Le shadow password spostano le password cifrate dal file /etc/passwd al file /etc/shadow; l'ultimo non è leggibile da nessuno ad eccezione dell'utente root. Questo rende più difficile l'espugnazione delle password.

/etc/shadow-

Il vecchio file /etc/shadow.

/etc/sysctl.conf

File di configurazione per impostare le variabili di sistema, in particolare i parametri del kernel. Sysctl è un mezzo per configurare alcuni aspetti del kernel al momento della sua esecuzione; questo può essere fatto anche senza bisogno di strumenti particolari, operando direttamente sui file della directory /proc/sys/

/etc/security

È essenziale per la sicurezza. Questa sottodirectory consente agli amministratori di imporre limiti di quota e limiti di accesso, e anche di configurare gli ambienti PAM.

/etc/serial.conf

Configurazione della porta seriale. I parametri che si possono cambiare comprendono speed, baud rate, port, irq and type.

/etc/services

Una definizione delle reti, dei servizi e delle porte associate per ogni protocolllo disponbile su questo sistema. Per esempio, i servizi web (http) sono assegnati in modo predefinito alla porta 80.

 
  # /etc/services:
  # $Id: etc.xml,v 1.10 2004-02-03 21:42:57 binh Exp $
  #
  # Network services, Internet style
  #
  # Si noti che attualmente è la IANA ad assegnare un singolo
  # numero di porta conosciuta (well-known port) sia per TCP che per UDP; 
  # quindi, la maggior parte delle voci qui ha due elementi anche se il 
  # protocollo non supporta le operazioni UDP. Aggiornato da RFC 1700,
  # ``Assigned Numbers'' (October 1994). Non sono incluse tutte le 
  # porte, ma solo le più comuni.
  echo 7/tcp
  echo 7/udp
  discard 9/tcp sink null
  discard 9/udp sink null
  systat 11/tcp users
  daytime 13/tcp daytime
  13/udp netstat
  15/tcp qotd
  17/tcp quote msp
  18/tcp # message send protocol
  msp 18/udp # message send protocol
  chargen 19/tcp ttytst source
  chargen 19/udp ttytst source
  ftp-data 20/tcp
  ftp 21/tcp
  fsp 21/udp  fspd
  ssh 22/tcp # SSH Remote Login Protocol
  ssh 22/udp # SSH Remote Login Protocol
  telnet 23/tcp
  # 24 - private smtp 
  25/tcp mail
  # 26 - unassigned
  time 37/tcp timserver
  time 37/udp timserver
  rlp 39/udp resource # resource location
  nameserver 42/tcp name # IEN 116
  whois 43/tcp nicname
  re-mail-ck 50/tcp # Remote Mail Checking Protocol
  re-mail-ck 50/udp # Remote Mail Checking Protocol
  domain 53/tcp nameserver # name-domain server domain 53/udp
  nameserver netbios-ns 137/tcp # NETBIOS Name Service netbios-ns 137/udp
  netbios-dgm 138/tcp # NETBIOS Datagram Service
  netbios-dgm 138/udp
  netbios-ssn 139/tcp # NETBIOS session service
  netbios-ssn 139/udp
  x11 6000/tcp x11-0 # X windows system
  x11 6000/udp x11-0 # X windows system
    

/etc/shells

Elenco delle shell considerate sicure. Il comando chsh permette agli utenti di cambiare la propria shell di login solo per le shell elencate in questo file. Ftpd, il processo del server che fornisce i servizi FTP a una macchina, controlla che la shell dell'utente sia elencata nel file /etc/shells e non abilita l'accesso all'utente se la sua shell non è elencata in questo file. Ci sono anche alcuni display manager che, passivamente o attivamente (a seconda della distribuzione e del display manager usato), rifiutano un accesso dell'utente al sistema se la sua shell non compare fra quelle elencate in questo file.


  # /etc/shells: shell di login valide
  /bin/ash
  /bin/bash
  /bin/csh
  /bin/sh
  /usr/bin/es
  /usr/bin/ksh 
  /bin/ksh
  /usr/bin/rc
  /usr/bin/tcsh
  /bin/tcsh
  /usr/bin/zsh
  /bin/sash
  /bin/zsh
  /usr/bin/esh
  

/etc/skel/

I file predefiniti per ogni nuovo utente sono memorizzati in questa directory. Ogni volta che viene aggiunto un nuovo utente, questi file modello vengono copiati nella sua directory di home. Un sistema normale dovrebbe avere i file: .alias, .bash_profile, .bashrc e .cshrc. Altri file sono posson essere aggiunti dall'amministratore del sistema.

/etc/sysconfig/

Questa directory contiene i file di configurazione e le sottodirectory per l'impostazione delle specifiche della configurazione del sistema e per il processo d'avvio, come "clock", che imposta il fuso orario, o "keyboard", che controlla la mappatura della tastiera. Il contenuto può variare in maniera considerevole a seconda della distribuzione e dei programmi di utilità installati. Per esempio, su un sistema basato su Redhat o su Mandrake è possibile modificare una gamma infinita di attributi, dal desktop predefinito alla possibilità di decidere se abilitare o meno il DMA per i dispostivi IDE. Sul nostro sistema di riferimento Debian, comunque questa cartella è relativamente conveniente dato che contiene solo due file, hwconf e soundcard, che sono configurati entrambi dai programmi di utilità di Redhat hwconf e sndconfig rispettivamente.

/etc/slip

I file per la configurazione e la gestione dell'interfaccia SLIP (serial line IP). Oggi non è quasi più usato. Questo protocollo è stato sostituito dal protocollo PPP, più veloce ed efficiente.

/etc/screenrc

Questo è il file screenrc di configurazione globale. Si può usare questo file per cambiare il comportamento predefinito di "screen" in modo globale, oppure si può copiarlo come ~/.screenrc e utilizarlo come punto di partenza per le impostazioni personalizzate. I comandi di questo file sono usati per impostare opzioni, associazioni di funzioni di "screen" ai tasti, ridefinire le proprietà del terminale, e stabilire automaticamente una o più finestre all'inizio di una sessione di screen. Questa non è una lista esaustiva di opzioni; si veda il manuale di screen per i dettagli su tutto ciò che è possibile mettere in questo file.

/etc/scrollkeeper.conf

Un sistema di catalogazione elettronica per la documentazione. Immagazzina i metadati come definiti dal http://www.ibiblio.org/osrt/omf/ (Open Source Metadata Framework), e anche alcuni metadati estratti direttamente dai documenti (come i sommari). Fornisce diverse funzionalità pertinenti a questi metadati che servono di aiuto ai browser, come ad esempio ordinare i documenti registrati o ricercare i metadati per i documenti che soddisfano un gruppo di criteri.

/etc/ssh

I file di configurazione di "ssh". SSH (OpenSSH) è un sostituto più sicuro di rlogin/rsh/rcp. Questa è la versione portabile di OpenSSH, un'implementazione libera del protocollo Secure Shell come specificato dal gruppo di lavoro secsh dell'IETF. SSH (Secure Shell) è un programma per autenticarsi ed eseguire comandi su una macchina remota. Fornisce comunicazioni cifrate e sicure tra due host inaffidabili su di una rete insicura; connessioni X11 e porte TCP/IP arbitrarie possono essere reindirizzate sul canale sicuro. È pensato per essere un sostituto di rlogin, rsh e rcp, e può essere utilizzato per fornire alle applicazioni un canale di comunicazione sicuro. Si deve far rilevare che in alcuni paesi, in particolare Iraq e Pakistan, può essere illegale usare una qualsiasi forma di cifratura senza uno speciale permesso.

/etc/syslog.conf

Elenca i punti di destinazione dei file di registro, i messaggi da registrare su di essi e il livello di dettaglio delle informazioni. Le novità di syslog riguardano l'uso di filtri in base al contenuto del messaggio, il controllo dell'integrità dei messaggi, la codifica dei messaggi (in un prossimo futuro), la portabilità e il miglioramento del servizio di inoltro dei messaggi attraverso la rete.

/etc/termcap

Il database delle proprietà del terminale. Descrive la "sequenza di escape" con la quale si possono controllare i vari terminali. I programmi vengono scritti in modo che invece di mandare in output una sequenza di escape che funzioni solo su una particolare marca di terminali, cercano in /etc/termcap la sequenza corretta per fare quello che vogliono fare. Come risultato la maggior parte dei programmi funziona con quasi tutti i tipi di terminale.

/etc/timezone

Il fuso orario locale.

/etc/updatedb.conf

Imposta le variabili d'ambiente usate da updatedb, il quale di conseguenza configura il database per "locate", un programma di utilità che individua un modello in un database di nomi di file e restituisce il nome di file a cui corrisponde.


  # Questo file imposta le variabili d'ambiente usate da updatedb

  # filesystem che updatedb non deve mettere nel database 
  PRUNEFS="NFS nfs afs proc smbfs autofs auto iso9660 ncpfs coda devpts ftpfs"
  export PRUNEFS
  # percorsi che updatedb non deve inserire nel database
  PRUNEPATHS="/tmp /usr/tmp /var/tmp /afs /amd /alex /var/spool"
  export PRUNEPATHS
  # percorsi di rete da aggiungere
  NETPATHS=""
  export NETPATHS
  

/etc/vga

Il file di configurazione per la libreria svgalib è contenuto in questa directory; svgalib fornisce capacità grafiche a programmi che sono eseguiti sulla console di sistema, senza passare attraverso il sistema X Window. Usa un accesso diretto alla scheda video hardware fornendo un accesso di basso livello alle modalità grafiche VGA standard e SVGA. Funziona solo con alcune schede video, per cui va usata con attenzione.

/etc/vim

Contiene i file di configurazione sia per vim che per il suo equivalente per X gvim. Attraverso questi due file si può avere accesso a una vasta gamma di opzioni come l'indentazione automatica, l'evidenziazione della sintassi, etc....

/etc/xinetd.d/

Il demone originale "inetd" ora è stato sostituito dalla versione migliorata "xinetd". Il demone inetd deve essere eseguito all'avvio da /etc/init.d/inetd (o /etc/rc.local su alcuni sistemi). Quindi rimane in ascolto in attesa di connessioni su certi socket Internet. Quando viene trovata una connessione decide a quale servizio il socket corrisponde, e invoca il programma per servire la richiesta. Dopo che il programma è finito inetd continua a rimanere in ascolto sul socket (tranne in alcuni casi). Essenzialmente inetd permette l'esecuzione di un demone per invocarne molti altri, riducendo il carico del sistema. I servizi controllati attraverso xinetd collocano qui i loro file di configurazione.

/etc/zlogin

Il file .zlogin di inizializzazione globale per la shell zsh(1). Questo file interviene solo sulle le shell di login. Deve contenere i comandi da eseguire solo nelle shell di login. Dovrebbe essere usato per impostare il tipo di terminale e per eseguire una serie di comandi esterni (fortune, msgs, from, etc.)

/etc/zlogout

Comandi che devono essere eseguiti quando l'utente esce dalla shell zsh. Il suo controllo è globale, però il file .zlogout per zsh(1) lo sostituisce per ordine di precedenza.

/etc/zprofile

Il file .zprofile di configurazione a livello globale per zsh(1). Questo file viene richiamato solo per le shell di login (cioè le shell invocate con "-" come primo carattere di argv[0], e le shell invocate col flag -l).

/etc/zshenv

Il file .zshenv di configurazione a livello globale per zsh(1). Questo file viene richiamato ad ogni chiamata della shell. Se in questo file è presente l'opzione -f o se è impostata l'opzione NO_RCS tutti gli alri file di inizializzazione vengono ignorati. Questo file deve contenere i comandi per impostare il percorso di ricerca dei comandi, oltre ad altre variabili d'ambiente importanti. Questo file non dovrebbe contenere comandi che producono un output o comandi che prevedano che la shell sia connessa a un terminale tty.

/etc/zshrc

Il file .zsrc di configurazione a livello globale per zsh(1). Questo file è richiamato solo dalle shell interattive. Dovrebbe contenere comandi per impostare alias, funzioni, opzioni, associazioni d tasti, etc.

Per la conformità con il FSSTND è richiesto che le seguenti directory, o collegamenti simbolici alle directory, siano necessariamente presenti in /etc:


  opt       Configurazione per /opt
  X11       Configurazione per il sistema X Window (opzionale)
  sgml      Configurazione per SGML (opzionale)
  xml       Configurazione per XML (opzionale)

  Le seguenti directory, o collegamenti simbolici alle directory, devono essere 
  in /etc, se il sottosistema corrispondente è installato:

  opt       La configurazione per la directory /opt

  I seguenti file, o collegamenti simbolici ai file, devono essere in /etc
  se il sottosistema corrispondente è installato (si raccomanda di
  collocare i  file in sottodirectory di /etc/ piuttosto che direttamente
  in /etc:

  csh.login   File di inizializzazione per il login alla shell C (opzionale)
  exports     Lista per il controllo degli accessi al  filesystem NFS (opzionale)
  fstab       Contiene informazioni statiche sui filesystem (opzionale)
  ftpusers    Lista di controllo degli accessi degli utenti al demone FTP
              (opzionale)
  gateways    File che elenca i gateway per routed (opzionale)
  gettydefs   Impostazioni speed e terminal usate da getty (opzionale)
  group       File dei gruppi di utenti (opzionale)
  host.conf   File di configurazione del risolutore (opzionale)
  hosts       Informazioni statiche sui nomi di host (opzionale)
  hosts.allow File di accesso degli host per i wrapper TCP (opzionale)
  hosts.deny  File di accesso degli host per i wrapper TCP (opzionale)
  hosts.equiv Elenco degli host considerati sicuri per rlogin, rsh, rcp
               (opzionale)
  hosts.lpd   Elenco degli host considerati sicuri per lpd (opzionale)
  inetd.conf  File di configurazione per inetd (opzionale)
  inittab     File di configurazione per init (opzionale)
  issue       File che contiene un messaggio o un'identificazione del sistema
               da visualizzare prima del prompt di login (opzionale)
  ld.so.conf  Lista di directory aggiuntive su cui ricercare librerie condivise
                (opzionale)
  motd        File contenente il messaggio del giorno da visualizzare
	       dopo il prompt di login (opzionale)
  mtab        Informazioni dinamiche sui filesystem (opzionale)
  mtools.conf File di configurazione per mtools (opzionale)
  networks    Informazioni statiche sulle connessioni di rete (opzionale)
  passwd      Il file delle password (opzionale)
  printcap    Il database delle proprietà della stampante lpd (opzionale)
  profile     File di inizializzazione globale della shell sh (opzionale)
  protocols   Elenco dei protocolli IP (opzionale)
  resolv.conf File di configurazione del risolutore (opzionale)
  rpc         Elenco dei protocolli RPC (opzionale)
  securetty   Controllo dell'accesso ai terminali TTY da parte
                dell'utente root (opzionale)
  services    Nomi delle porte per i servizi di rete (opzionale)
  shells      Nomi di percorso delle shell di login valide (opzionale)
  syslog.conf File di configurazione per syslogd (opzionale) 

  mtab non concorda con la natura statica di /etc: fa eccezione per ragioni 
  storiche. Su alcuni sistemi Linux può essere un collegamento
  simbolico a /proc/mounts, nel qual caso non è un'eccezione.

  /etc/opt : I file di configurazione per la directory /opt
  I file di configurazione specifici dell'host per pacchetti di applicazioni 
  aggiuntive devono essere installati nella directory /etc/opt/<subdir>, 
  dove <subdir> è il nome della sottodirectory di /opt dove
  sono conservati i dati statici relativi a quel pacchetto.

  Nell'ordinamento interno della directory /etc/opt/<subdir> non viene 
  imposta nessuna struttura particolare. Se un file di configurazione deve 
  risiedere in una posizione differente affinché il pacchetto o il 
  sistema funzioni correttamente, può essere messo in un'altra
  posizione oltre che in /etc/opt/<subdir>.

  La logica di questo sotto albero si comprende meglio se si fa riferimento
  alla logica per /opt.

  /etc/X11 : La configurazione per il X Window System (opzionale)
  /etc/X11 è la posizione per tutte le configurazioni di X11
  specifiche dell'host. Questa directory è necessaria per consentire
  il controllo locale se /usr è montata in sola lettura.

  I seguenti file, o collegamenti simbolici ai file, devono essere in /etc/X11 
  se è installato il corrispondente sottosistema:

  Xconfig     Il file di configurazione per le prime versioni di XFree86 
               (opzionale)
  XF86Config  Il file di configurazione per le versioni 3 e 4 di XFree86 
	       (opzionale)
  Xmodmap     File globale per modificare la tastiera all'avvio di X (opzionale)

  Tra le sottodirectory di /etc/X11 si possono includere quelle per xdm
  e per ogni altro programma (alcuni window manager, per esempio) per il
  quale serve una sottodirectory in /etc/X11.

  /etc/X11/xdm contiene i file di configurazione per xdm. Questi sono 
  la maggior parte dei file trovati precedentemente in /usr/lib/X11/xdm.
  Alcuni dati variabii locali per xdm si trovano in /var/lib/xdm.

  È bene che quando un window manager ha un solo file di configurazione
  che è un file predefinito .*wmrc, questo file abbia il nome
  system.*wmrc (a meno di un nome alternativo universalmente accettato)
  e non si utilizzi una sottodirectory. Ogni sottodirectory del window manager
  deve avere lo stesso nome del nome effettivo del binario del window manager.

  /etc/sgml : I file di configurazione per SGML (opzionale)
  I file di configurazione generica che definiscono i parametri di livello 
  generale dei sistemi SGML sono presenti in questa directory. I file con
  nomi *.conf indicano dei file di configurazione generica.
  I file con nomi *.cat sono i cataloghi centralizzati specifici del DTD,
  che contengono riferimenti a tutti gli altri cataloghi necessari per 
  utilizzare un determinato DTD.
  Il file di super catalogo catalog referenzia tutti i cataloghi centralizzati.

  /etc/xml : I file di configurazione per XML (opzionale)
  In questa directory si trovano i file di configurazione generica che 
  definiscono i parametri di alto livello del sistema XML.
  File con nomi *.conf indicano dei file di configurazione generica.
  Il file di super catalogo catalog referenzia tutti i cataloghi 
  centralizzati.