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Editoriale


Mele Libere

Anzitutto bentrovati :-), mi rendo conto che il progressivo rallentamento delle uscite porta inevitabilmente ad un allontanamento dei lettori. Ringrazio, quindi, quanti ancora attendono le uscite del PLUTO Journal e assicuro loro che ci stiamo attivando per rinfoltire il numero delle uscite e per dare a tutti un PLUTO Journal sempre migliore. Per questo motivo, chiunque si senta in grado di scrivere un articolo inerente al mondo del Software Libero, può tranquillamente prendere carta e penna virtuali e mandarmi all'indirizzo giampa@pluto.linux.it il risultato delle sue fatiche . Gli articoli che a giudizio insindacabile della redazione verranno giudicati migliori saranno pubblicati nei prossimi numeri. Il PJ è il frutto del lavoro volontario di tutti noi ed ognuno è, nel limite delle sue capacità, invitato a parteciparvi.

Alla fine di questo "cappello" passiamo alla parte "burocratica" :-): con grande piacere auguro buon lavoro a Tommaso Di Donato già responsabile della rubrica "Sistemi Liberi", che mi affiancherà nel coordinamento della redazione del PJ.

Veniamo ora al tema di questo editoriale: già il titolo dovrebbe aver fatto suonare qualche campanello negli appassionati di informatica. In questo campo quando si parla di mele ci si riferisce inevitabilmente alla casa di Cupertino in California, madre di quei bellissimi gioielli hardware (e software) che sono i computer Apple. Mi dovevo comprare un computer portatile e la scelta è caduta proprio su una di queste "mele" per una serie di ragioni che spiegherò nel seguito dell'articolo. Qualcuno starà forse già storcendo il naso leggendo un articolo dedicato a software libero per computer Macintosh ma questo giornale, come si legge nella sua testata, si occupa di Software Libero (e niente altro). Software libero che si trova disponibile in grande quantità per questo sistema operativo visto che è derivato direttamente da un SO Unix, nella fattispecie un BSD, e che quindi basta una semplice ricompilazione per la piattaforma di arrivo. Aggiungete anche che per MacOS X è disponibile una versione di XFree86 e capirete così perché si sia arrivati addirittura ad organizzare una distribuzione che comprende molte delle applicazioni care agli utenti LInux. C'è di tutto: dai due ambienti operativi più famosi KDE e Gnome, con relativo seguito di applicazioni, ai semplici tool, ai linguaggi di programmazione (vedi perl, tcl e via dicendo). Una vera miniera se solo si sapesse dove andare a scavare! Sarà mio impegno indicarvelo con una serie di articoli prossimi venturi, cominciando con OpenOffice.

L'unica cosa che non mi piace è il fatto che venga fatta un po' di confusione sul sito della Apple per quanto riguarda le licenze. I software sono raggruppati nella categoria Unix e OpenSource. E' vero il Software Libero è sicuramente OpenSource ma fare una distinzione ulteriore non farebbe male; inoltre nella scheda dei singoli programmi la licenza viene definita freeware e non mi sembra proprio che la GPL possa essere considerata tale. Continua a passare così l'idea del software gratuito e non del Free inteso come Libero. Occorre quindi lavorare, oltre che per far diventare l'APSL sempre più compatibile con la GPL, anche perché si faccia maggiore chiarezza ed un po' più di informazione corretta sui siti ufficiali. Apple in fondo ci guadagna dalla disponibilità di tutto questo software per la sua piattaforma, senza dimenticare che vengono installati di default programmi come l'Apache, linguaggi di programmazione come il PHP, il compilatore gcc, insieme a tutte le utility collegate fino ad arrivare ad una versione ricompilata ad hoc del programma di scacchi della FSF. Non so se Apple abbia sostenuto economicamente in qualche maniera il movimento del Software Libero ma sarebbe il caso che, almeno a livello di informazione, ci fosse una maggiore precisione.

Per il momento è tutto! Alla prossima ... spero presto :-)

Giampaolo Podda


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