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Editoriale


Dieci candeline!

Dieci candeline!

Ebbene si, sono ormai passati dieci anni dal primo numero del PLUTO Journal (novembre 1995). Un bel traguardo, non c'è che dire. Non sono molti i giornali online che possano vantare una longevità del genere, con i suoi alti e bassi, non lo nascondiamo.

L'editoriale del primo numero, redatto dall'allora coordinatore generale del PLUTO e direttore del Journal, Davide Barbieri, recitava:

"Nasce con questo numero il PLUTO Journal, la prima rivista telematica italiana interamente dedicata al Linux e liberamente consultabile attraverso quel nuovo strumento di comunicazione che è il World Wide Web. Perché un giornale? Assistiamo ogni giorno al crescere dell'interesse per Linux: il sistema operativo che ha permesso agli amanti di Unix di poter continuare ad usare il proprio sistema operativo preferito anche a casa e che ha fatto scoprire Unix a tante persone legate ad altri sistemi operativi. Sono passati ormai alcuni anni da quando Linux Torvalds ha cominciato a lavorare su Linux. Oggi l'affidabilità di questo sistema operativo è ormai fuori discussione; lo dimostra il fatto che, oltre ai milioni di utilizzatori in tutto il mondo, oggi vi siano anche molte aziende che hanno cominciato a usare Linux nei propri sistemi informatici e altre che hanno cominciato a produrre software commerciale per questo OS. Nel frattempo Linux si è evoluto. Sono passati i tempi in cui i Linuxiani erano definiti dei ``smanettoni'' nati, gli unici in grado di tirare fuori da un sistema operativo Unix-like e freeware, qualcosa di buono. Oggi non è più così installare Linux con certe distribuzioni non è solo facile, ma perfino piacevole. Software a disposizione ve ne è a bizzeffe, per non parlare della documentazione disponibile. In Italia, dopo le prime avventure pionieristiche dell'università di Padova e del gruppo PLUTO ancora nel 1992, si è formata oggi una grossa comunità di utenti Linux. A questi utenti però non possono più bastare gli HOW-TO o i newsgroup, grandi protagonisti dello sviluppo di Linux, perché questi servono più che altro per chi si avvicina a questo mondo. La comunità Linux in Italia, invece, non è solo cresciuta in numero ma anche in qualità ed è perciò più esigente. Oggi quello che noi tutti utenti Linux cerchiamo è un valido strumento di approfondimento. Noi speriamo che questo valido strumento di approfondimento sia il PLUTO Journal [...]"

Di acqua ne è passata sotto i ponti, vero? Molte cose non sono cambiate, o sono cambiate in meglio: la comunità Linux è cresciuta a dismisura ed ha ottenuto il riconoscimento che gli spettava. Ormai si può trovare un LUG anche in paesini con meno di mille abitanti. La voglia di stare insieme e di scambiare le proprie conoscenze con quelle degli altri ha fatto si che il "verbo" di Torvalds si sia diffuso capillarmente. Linux è ormai un sistema operativo maturo, anche per il desktop, e per fortuna non è l'unico a sposare la filosofia open source e a riuscirci piuttosto bene. Il World Wide Web è diventato un luogo insostituibile per lo scambio e la distribuzione di informazioni: un computer fuori rete è statico, obsoleto, immancabilmente impassibile nei confronti di ciò che succede nel mondo. Internet e la connettività a larga banda sono oramai un must per restare aggiornati, scambiare opinioni, ricevere informazioni di prima mano con meno filtri e censure rispetto agli altri media. Dall'ottobre 2001, il PLUTO ha mutato la propria definizione da Linux Users Group a Free Software Users Group, per meglio evidenziare i propri scopi sociali, radicalmente orientati al supporto dell'intero ambito del Software Libero e non solo ad uno specifico, per quanto importante, sistema operativo (c'è pure una pagina che parla del PLUTO su Wikipedia!). In questi anni sono comparse molte altre testate giornalistiche che si occupano di Linux, online e cartacee: la concorrenza si è fatta agguerrita o, meglio, la scelta per i potenziali fruitori di questa tipologia di contenuti si è fatta ancora più ampia. Molte di esse hanno il formato del Journal, con una struttura classica ad uscite mensili o periodiche mentre altre hanno preferito optare per l'inserimento dinamico di informazioni in tempo reale, con un portale che permette loro di diffondere notizie con maggiore prontezza, sacrificando pesantemente, nella maggior parte dei casi, gli approfondimenti. Anche noi avevamo pensato di cambiare formato, ma alla fine ci siamo detti che il nostro modo di fare era quello che ci permetteva di mantenere alti la qualità e il livello di trattazione dei contenuti, non limitandoli ad una fruizione veloce e "superficiale". Ogni scelta che abbiamo fatto nel corso di questi anni, del sottoscritto o di coloro che lo hanno preceduto ed accompagnato al timone della redazione del giornale, è stata ben ponderata e frutto di riflessioni attente. Se siamo riusciti ad andare avanti per così tanto tempo significa che la maggior parte di esse erano corrette, ma ciò non esclude, ci mancherebbe altro, che si siano commessi, come succede ad ogni persona che vive a questo mondo, anche degli errori.

Tirate le somme dei primi dieci anni di attività quali sono gli obiettivi del nostro magazine per il futuro? Sicuramente migliorare la periodicità: pesanti cambiamenti all'interno della redazione si sono succeduti negli ultimi periodi ed hanno portato ad un forte rallentamento (per usare un eufemismo) dei lavori. Cercheremo di porre rimedio a questo problema organizzando il lavoro in modo da renderlo più snello. Cambieremo licenza: prossimamente aggiorneremo la licenza con cui pubblichiamo il nostro giornale con una differente, che permetta ai nostri articolisti di ridistribuire con maggiore libertà il frutto del proprio lavoro anche al di fuori del giornale. Cambieremo layout e modalità di impaginazione: per il momento non vi posso anticipare di più ma nei prossimi mesi ci saranno novità interessanti in tal senso.

Cosa dire ancora se non un buon compleanno PLUTO Journal e altri cento anni di vita?!

Simone Stevanin



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