Editoriale

Retroscena del PLUTO Meeting

di Davide Barbieri
paci@dei.unipd.it

In questo ultimo periodo sono stato impegnato nell'organizazzione del PLUTO Meeting, che non è altro che un incontro annuale del gruppo PLUTO, nell'ambito del quale si discute di argomenti attinenti a Linux.

Il PLUTO Meeting giunge quest'anno alla terza edizione (la seconda che io organizzo) e per la prima volta alcune ditte hanno, per così dire, ``coccolato'' il PLUTO per poter partecipare, in qualità di espositori, alla nostra convention.
Lusingato da tanto interesse, ho subito cercato di dare spazio anche a queste ditte, ma avevamo bisogno di locali adeguati che avremmo dovuto affittare. Questo voleva dire spendere soldi; soldi che dovevamo trovare in qualche modo: facendo pagare parte dell'affitto alle ditte e parte ai partecipanti. Ho quindi voluto discutere sulle news locali del nostro dipartimento se l'utenza era disposta a pagare un cifra minima per avere al PLUTO Meeting anche qualche espositore.

La mia proposta ha sollevato un vespaio di polemiche ed ne è nata una discussione molto interessante che poi io ho continuato in privato, via mail, con diversi amici.

I più sostenevano che non erano disposti a pagare per venire a vedere della pubblicità di prodotti commerciali, visto che Linux è notoriamente un sistema operativo FREE SOFTWARE per il quale sono stati sviluppati migliaia di programmi FREEWARE. Insomma, Linux è fuori dal commercio ed è grande proprio perché nessun interesse di mercato ne guida lo sviluppo. Meglio, quindi, dare spazio a chi Linux lo usa veramente e non a chi ne vuole fare uno strumento per il proprio interesse personale.

Altri, invece, avrebbero voluto poter dare una occhiata anche a che cosa offre il mercato per Linux, in modo da avere una idea delle nuove potenzialità produttive raggiunte grazie a questi prodotti.

A tal proposito vi voglio dare la mia opinione.
Io sono stato contento che molti abbiano rifiutato la mia proposta, evidenziando il fatto che Linux non è solo un ``prodotto'', ma è anche una ``filosofia''. Cioè grazie alla collaborazione volontaria di molte persone in tutto il mondo si è riusciti ad avere la possibilità di produrre con un computer senza dover spendere soldi per comprare software e applicativi vari. Evidentemente questo spirito di collaborazione ha dato i suoi effetti anche a livello morale.

Ciò non toglie, però, che oggi esiste un mercato Linux del quale bisogna tenere conto. I prodotti commerciali per Linux servono a coprirne le lacune, aumentandone la diffusione, non il contrario. Spesso, in alcuni campi, soltanto dei prodotti commerciali possono raggiungere una certa qualità altre volte solo l'interesse commerciale può creare determinate offerte.
È interesse dell'utente conoscere tutto ciò che può fare con un sistema Linux e visto che noi facciamo parte di un Linux USER Group, mi sembrava giusto pensare prima di tutto all'utente finale.

Alla fine ho deciso di non dare spazio a queste ditte; innanzitutto perché la cosa avrebbe creato troppi problemi a livello tecnico e poi perché spero di concentrare l'attenzione della gente, ancora una volta, sullo spirito che muove lo sviluppo di Linux. Spero di aver fatto la scelta giusta.
In ogni caso il fatto che ci sia stato un interessamento, da parte del mercato, per Linux e in particolare per il PLUTO è indicativo del fatto che Linux si sta diffondendo sempre più inoltre è segno che il PLUTO sta facendo un ottimo lavoro ed è diventato uno dei punti di riferimento per i linuxiani italiani. Insomma, sbagliata o no che sia questa scelta, il nostro lavoro è utile ed è ben accolto da tutti.