Editoriale

PLUTO Meeting

di Davide Barbieri
paci@dei.unipd.it

Nello spazio dedicato all'editoriale, questa volta, vi voglio parlare del PLUTO Meeting, o meglio della seconda parte della manifestazione organizzata dal PLUTO nei giorni 23 e 24 Marzo scorsi.

Voi probabilmente vi chiederete perché non lo faccio nell'articolo che appare su questo stesso numero e dedicato appunto al meeting...

La ragione è semplice: perché voglio evidenziare ciò che di nuovo è venuto fuori durante le ultime battute del nostro incontro.

La seconda parte si è svolta il sabato mattina, giorno infausto per un gruppo che è composto in gran parte di universitari. E infatti l'affluenza è stata minima, ma la cosa ha avuto i suoi pregi, primo tra tutti il fatto che si è potuta svolgere una discussione che ha coinvolto un po' tutti.

La mattinata è iniziata con l'esposizione dei progetti del PLUTO da parte dei rispettivi coordinatori:

Proprio grazie all'Italian-HOWTO il discorso è stato portato su Linux in Italia e quindi sul PLUTO e sul suo futuro.

È iniziata, quindi, a questo punto, una discussione, secondo me, molto interessante e proficua: il PLUTO è, se non ve ne siete accorti, cresciuto quasi a dismisura negli ultimi tempi. Tanto per fare un esempio, l'anno scorso, più o meno in questo periodo, i soci del PLUTO erano 7; oggi non so più quanti sono, ma la cifra si aggira attorno ai 200 iscritti più una 50ina di persone che collabora in vari modi. Senza contare che ormai abbiamo all'attivo diversi progetti a livello nazionale, i quali ci hanno dato una dimensione che sembra andare ben oltre quella della stretta cerchia di amici quale era il PLUTO poco tempo fa.
Tutto ciò ha portato dei grossi problemi organizzativi, che si possono riassumere sostanzialmente in questo: contiamo di una forza notevole, ma non riusciamo a sfruttarla.

In sostanza il PLUTO ormai è formato da moltissime persone che vogliono contribuire in qualche modo allo sviluppo del mondo Linux; il problema è farle lavorare tutte (o quasi) e in modo fruttuoso.

Si è discusso, in particolare, su come organizzare il PLUTO e su come trovare i mezzi per aumentare la nostra produttività.
Per quanto riguarda la modifica della struttura del PLUTO a livello organizzativo, nessuno ha voluto mettere in discussione quella che io chiamo ``gerarchia piatta'', cioè quella forma di autogoverno che prevede di non mettere nessuno sopra gli altri; ma molti hanno evidenziato il fatto che, figure come i ``coordinatori'' sono più che necessarie.

Il discorso mezzi, invece, è un po' più complesso: constatato il fatto che l'università da cui è nato il PLUTO e che ne ospita la sua sede ``centrale'', non intende aiutarci concretamente, si è pensato ad un modo alternativo per ottenere questi mezzi.

La soluzione a entrambi i problemi su esposti è sembrata essere quella di trasformare il PLUTO in una associazione senza scopo di lucro, in modo tale da poter ricevere quelle ``donazioni'' che molte entità ci hanno sempre proposto ma che non hanno mai potuto fare in quanto il PLUTO... ufficialmente non esiste!!!

La trasformazione del PLUTO in una associazione, comporta dei problemi pratici non indifferenti. Sostanzialmente ci servirebbe una sede, alcuni computer, un dominio e una connessione internet, più alcuni fondi annuali.

Conscio dell'interesse che ha suscitato il PLUTO, sono convinto che potremmo anche trovare tutte queste cose, ma la cosa comporta i suoi rischi; in particolare, una cosa troppo ``seria'' temo che farebbe perdere quel connotato di gruppo di amici che tanto ha giovato al PLUTO. Sono comunque convinto che qualcosa cambierà prossimamente;

la mia fiducia è giustificata da alcuni fatti, quali per esempio il ritorno del Prof. Bombi (ex AIPA Autorità per la Informatica nelle Pubblica Amministrazione) nelle file del PLUTO, che subito si è mosso per creare un nuovo laboratorio informatico con macchine Linux qui al DEI;

altra piacevole sorpresa è stata la creazione della sezione di Venezia del PLUTO il cui coordinatore, Federico Bellati, ha avuto l'appoggio del DSI dell'università che ha fornito subito una macchina Linux al gruppo. Segno evidente che ormai è interesse delle stesse entità in cui nascono i gruppi PLUTO appoggiare la nostra opera.

E poi la volontà dei nostri soci, che intendono impegnarsi per il gruppo, ha sempre fatto la nostra forza. Più ognuno di voi collaborerà in qualunque modo con il PLUTO e meno avremo bisogno di mezzi per la nostra opera; in fondo Linus Torvalds, ha fatto e continua a fare la fortuna di Linux usando soltanto il suo computer di casa :-).