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Lo sforzo bovino

Da qualche tempo è in corso uno "sforzo globale" per craccare una chiave a 56 bit... si chiama "lo sforzo bovino" (e il logo è, naturalmente... una mucchina!). Lo scopo è di dimostrare che con la potenza di calcolo attuale non è impossibile craccare una chiave a 56 bit in un tempo ragionevole. La pagina web dell'organizzazione si trova su http://rc5.distributed.net . Ci sono molti gruppi che partecipano, e c'è anche un gruppo di linuxisti... linux@linuxnet.org . A tutt'oggi, però, il gruppo di Linux è solo il secondo per potenza di calcolo e per blocchi processati, e il primo è il gruppo dei ragazzi della Apple. Li vogliamo per caso fare vincere? :)

Insomma, serve il vostro aiuto. Basta avere un PC o una qualsiasi macchina con un collegamento in rete, anche via modem. Bisogna far girare un client, che trovate sul sito della rc5... è piccolino (l'eseguibile è 252K) e gira a nice più alto possibile, quindi non dà fastidio.

Scaricate il client dalla pagina http://rc5.distributed.net/rc5v2-clients.html... quello per Linux è rc5v2b4-linux-x86.tar.gz, ma ci sono per tutti i sistemi operativi (che ne so, se avete accesso ad una super-macchina parallela.. :) ). Scaricato il client, questo va configurato con

rc5v2 -config

Ecco il menù che vi si presenta:

CLIENT CONFIG MENU
------------------
1)  Email to report as [default:rc5@distributed.net] ==> rc5@distributed.net
2)  Blocks to Buffer [default:5] ==> 5
3)  Blocks to complete in run [default:0] ==> 0
4)  Hours to complete in a run [default:0] ==> 0
5)  Keys per timeslice - for Macs etc [default:65536] ==> 65536
6)  Level of niceness to run at [default:0] ==> 0
7)  File to log to [default:] ==> 
8)  Network communication mode [default:1] ==> 1
14)  Optimize performance for CPU type [default:-1] ==> -1
0)  Quit and Save

Il campo 1) va impostato all'indirizzo linux@linuxnet.org (altrimenti il vostro sforzo aiuta la concorrenza! :) )

Il programma si collega via rete ad un proxy, che gli fornisce dei blocchi di chiavi da generare. Questi blocchi vengono messi in un file locale, buff-in.rc5, poi vengono processati e messi in un secondo file di buffer, buff-out.rc5, che periodicamente viene spedito al proxy. I campi di configurazione 2) e 3) vengono usati appunto per configurare questo procedimento: se avete una connessione stabile alla rete potete lasciare i default; se vi collegate con il modem vi conviene alzare il massimo di blocchi nel buffer, diciamo a 50 o 100 (io, che da casa mi collego molto raramente, ho messo il massimo (200)), e mettere il numero di blocchi per run allo stesso valore (altrimenti alla fine di un run smetterà di calcolare).

ANCHE PER CHI GIÀ PARTECIPA: nella configurazione della rete (campo 8) potete impostare l'opzione 5 (expert mode) e scegliere come keyproxy stud.pg.infn.it , che si trova in Italia, e quindi evita il collegamento ai proxy predefiniti, che sono tutti piuttosto lenti.

Finita la configurazione potete avviare il programma. Fatelo come utente, e non create più di una copia del programma, anche se dovete usarne più (ad esempio se lo usate via NFS): gestisce tutto da solo, usando sempre gli stessi file di buffer.

Con una connessione stabile in rete ora ve lo potete anche scordare... sta lì e macina chiavi da solo. Se siete collegati con un modem, ogni tanto gli dovete dire di scaricare altri blocchi da processare e di mandare al proxy le chiavi generate: si fa con

rc5v2 -flush (per mandare le chiavi)

rc5v2 -fetch (per prenderne altre)

oppure, uniti in un solo comando,

rc5v2 -update

E allora, che aspettate?

di Eugenia Franzoni


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