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Intervista a Paolo Didonè, presidente dell'Associazione Software libero

Intervista a Paolo Didonè, presidente dell'Associazione Software libero

di Simone Stevanin

L'articolo...

Un'intervista a Paolo Didonè, presidente dell'Associazione Software libero, in merito alla recente sentenza del TAR del Lazio, contro un bando di gara che poneva come condizioni arbitrarie la fornitura di una suite applicativa di software proprietario per ingenti somme, senza alcuna giustificazione in merito all'adozione di tale tecnologia piuttosto che altre.



Ciao Paolo. Per iniziare una domanda quasi scontata: che cosa è Assoli (Associazione Software Libero) e cosa si prefigge?

Come indica la pagina di presentazione sul nostro sito web, siamo un'associazione senza scopo di lucro che ha come obiettivi principali la diffusione del software libero in Italia ed una corretta informazione sull'argomento.

Questo importante ruolo è stato riconosciuto ufficialmente dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio l'11 Dicembre 2006 con sentenza n. 428/07.

L'Associazione è nata nel Novembre dell'anno 2000 dall'iniziativa comune di un gruppo di persone da tempo attive in Italia e all'estero nell'ambito del software libero.

Nel tempo i soci fondatori sono cresciuti di numero e, nel Maggio 2002, l'associazione è diventata l'affiliata italiana della Free Software Foundation Europe.

Fino al 2005 l'Associazione per il Software Libero ha svolto un'importante attività di militanza a favore del software libero, riuscendo a stabilire la tematica nell'agenda di figure politiche e accademiche di livello nazionale.

Dopo un periodo di inattività durato quasi un anno nel quale sono rimasti solo 6 soci attivi, il direttivo ha preso la decisione di modificare lo statuto eliminando tutti gli elementi che impedissero a chiunque di partecipare attivamente in qualità di soci alla vita dell'associazione stessa. E' stata abolita la distinzione fra soci "effettivi" e "sostenitori" e sono state cambiate le modalità per l'elezione del Consiglio Direttivo, consentendo maggiore stabilita ed al contempo maggiore dinamicità.

Nel 2006 abbiamo concluso l'affiliazione con Free Software Foundation Europe, con la quale continua ad esistere, ove possibile, una collaborazione su varie iniziative, mantenendo però una grande autonomia in termini decisionali e strategici. In quest'ottica abbiamo avviato una seria discussione con altre realtà europee ed extra europee per coordinare azioni più efficaci.

Le nostre attività sono regolarmente pubblicate sul nostro sito (il nuovo sito dovrebbe essere online nei giorni in cui questa intervista verrà pubblicata). Utilizziamo le nostre liste di discussione per mantenere costanti contatti con le persone interessate ai nostri stessi obiettivi, ed usiamo una lista di distribuzione di annunci a bassissimo traffico per chi vuole tenersi aggiornato sulle nostre iniziative più importanti.

Come mai le adesioni sono state "chiuse" nel primo periodo di vita dell'associazione?

Nel 2000, quando abbiamo fondato l'Associazione, sembrava la scelta più ovvia ed effettivamente nei primi anni di vita ha dato risultati importanti.

L'abbiamo fatto per due motivi: il primo era il desiderio di non avere soci "dormienti" che si iscrivono all'associazione e poi non fanno nulla di concreto; la seconda preoccupazione era quella di vagliare con attenzione le candidature, in modo da essere sicuri che i nuovi soci conoscessero bene il Software Libero e avessero la concreta intenzione di sostenerlo attivamente. Come dicevo, questa impostazione funziona molto bene per i primi anni, però poi quando i soci attivi cominciarono a dedicare meno risorse all'Associazione, le nostre attività ne risentirono pesantemente e la nostra capacità di fare cose cala drasticamente: mancava un ricambio.

Agli inizi dello scorso anno le cose sono cambiate, forse in meglio. Abbiamo modificato lo statuto e il regolamento di ammissione dei soci, eliminando la distinzione tra soci effettivi e soci sostenitori (ora sono tutti soci ordinari). Per diventare soci ora basta fare una richiesta via mail al Consiglio Direttivo confermando di aver letto lo statuto, in particolare di condividere quanto riportato dall'articolo 3, che indica i nostri scopi e obbiettivi e pagare ovviamente la quota associativa annuale.

Con il nuovo sito la procedura sarà automatizzata e basterà selezionare la voce "Iscriviti ad Assoli" e seguire le istruzioni.

Come è nata l'idea di ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio per avere il diritto di perseguire i vostri scopi statutari?

È di questi giorni la notizia che la nostra avventura presso il Tribunale Regionale del Lazio è terminata e come è possibile leggere nel comunicato stampa che stiamo diffondendo, è finita nel modo migliore: abbiamo vinto! Il Ministero ha infatti ritirato il bando che noi avevamo impugnato.

Tutto è nato all'inizio del 2006, quando è stato pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali un bando di gara comunitaria per la fornitura di licenze d'uso riferite a prodotti software di marca Microsoft per l'ammontare di oltre 4.500.000.

Potevano partecipare alla gara, solo ed esclusivamente i rivenditori autorizzati da Microsoft a commercializzare i suoi prodotti secondo la qualifica di Large Account Reseller. Un'istituzione della Repubblica indice un bando e il fornitore può decidere chi deve partecipare?. È come se, quando vado a fare la spesa al supermercato, un commesso mi conducesse il carrello e dicesse quali marche posso comprare e quali no. Per inciso nel nostro paese esistono attualmente undici imprese che possiedono la qualifica richiesta.

Quando poi abbiamo cominciato a chiedere ragione al Ministero di questa limitazione e abbiamo chiesto di visionare gli incartamenti relativi alla gara, ci è stata chiusa la porta in faccia. In particolare abbiamo chiesto di avere copia dell'analisi comparativa prevista dalla direttiva Stanca, e successivamente dal Codice dell'amministrazione digitale. Sospettavamo - a ragione - che non fosse nemmeno stata fatta.

Per chi non lo sapesse la normativa (art. 68 del Codice dell'amministrazione digitale) stabilisce che "Le pubbliche amministrazioni [...] acquisiscono, secondo le procedure previste dall'ordinamento, programmi informatici a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico". Nel confrontare le soluzioni disponibili sul mercato, vanno considerati anche "acquisizione di programmi informatici a codice sorgente aperto". Vorrei citare un professore esperto di queste cose, che commentando la nostra ricerca dell'analisi comparativa ha detto: In Italia le leggi spesso vengono disattese o mal applicate, ma non ho mai visto un obbligo tanto disatteso quanto questo dell'analisi comparativa. A dire il vero non ho mai nemmeno visto un'analisi comparativa.

Insomma nessuno voleva ascoltarvi anche se nel vostro statuto avevate palesato con forza la vostra propensione alla difesa del software libero.

Esatto, alla fine siamo ricorsi ad un legale per interloquire con il Ministero con più efficacia, ma di fronte all'ennesimo muro abbiamo deciso di procedere secondo l'unica via possibile: un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.

Il nostro maggior timore era che i giudici non ci riconoscessero legittimazione attiva, ossia che non ci riconoscessero il diritto di impugnare quel bando o di intraprendere azioni simili. Invece anche di fronte a numerose eccezioni della difesa in tal senso, tutte respinte, i giudici dopo aver verificato il nostro statuto e aver letto gli scopi che ci prefiggiamo (art. 3) ci hanno dato ragione, e hanno detto che avevamo tutto il diritto di difendere i diritti degli associati e di "impugnare il bando [...] per la tutela degli enunciati scopi statutari".

L'ottima notizia è arrivata prima ancora dell'ultima sentenza: il Ministero ha comunicato di aver ritirato il bando e quindi chiedeva al Tribunale di non procedere oltre.

E' stato oneroso portare avanti una causa legale del genere?

È stato molto oneroso per noi. Per far fronte alle spese vive che si avvicinano ai 3000 euro, abbiamo lanciato una sottoscrizione pubblica con la campagna "Ricorri anche Tu!". Speravamo di raccogliere molto di più, infatti avevamo promesso di devolvere a Debian i soldi in eccesso. Purtroppo il saldo dell'operazione è ancora pesantemente negativo come sarà possibile verificare sul nostro nuovo sito dove trasparentemente diamo conto in modo dettagliato della nostra situazione patrimoniale. Voglio ancora una volta ringraziare pubblicamente tutte le persone che ci hanno aiutato economicamente in questa impresa.

Ma l'impegno non è stato solamente economico, l'avvocato Marco Ciurcina di Torino ci ha seguito pro bono e ha fatto un lavoro veramente enorme, aiutato e consigliato anche dall'avvocato Antonio Bertoldini. E poi tempo, telefonate, viaggi a Roma...

In che cosa consisterà l'integrazione di documenti richiesta alla difesa?

L'Avvocatura dello Stato che difendeva il Ministero sosteneva che l'analisi comparativa non era stata fatta perché questo bando consisteva solo in un aggiornamento di software, e la precedente fornitura era stata fatta alla luce di un parere positivo del CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione) il "parere CNIPA 70/04". Beh, la verità è che in primo luogo il bando che noi abbiamo impugnato non consisteva in un semplice aggiornamento, e in secondo luogo il parere 70 del CNIPA non c'entra nulla con tutto questo.

Il giudizio però non si è ancora concluso: la decisione nel merito specifico del ricorso è stata rimandata. Potreste spiegare con un esempio che cosa significa in concreto?

I giudici chiedevano di avere a disposizione tutti i documenti citati da noi e dalla difesa nelle varie memorie con le quali abbiamo ognuno raccontato la propria versione dei fatti. Una volta che il tribunale ci ha riconosciuto la legittimazione attiva di cui parlavo prima, l'unica difesa del Ministero era legata a quel parere del CNIPA che non era però ancora stato consegnato né al tribunale, né a noi. I giudici con la precedente sentenza chiedevano alla difesa di produrre il documento mancante. Con tutte le carte sul tavolo allora avrebbero detto chi aveva ragione e chi torto.

Ma purtroppo questo i giudici non hanno fatto in tempo a verificarlo, dato che il bando è stato ritirato. Possiamo dire che abbiamo vinto per abbandono del campo da parte dell'avversario.

In ogni caso nelle prossime settimane trascriveremo e pubblicheremo tutti gli atti, così sarà evidente che in ogni caso la ragione stava dalla nostra parte.

Credete di essere in grado di sopportare i costi economici intrinseci nel volere/potere difendere il software libero in tutte le sedi? Potreste dover intentare non poche cause, che comporteranno costi legali non indifferenti.

Non vogliamo per forza concentrare la nostra azione nel perseguire in tribunale, i cattivi. Noi crediamo nell'importanza dell'informazione e dell'educazione e azioni positive di confronto e discussione. Crediamo che anche la Pubblica Amministrazione, magari aiutandola a conoscere e a capire, possa comportarsi correttamente studiando quali sono le opzioni disponibili quando si parla di adottare tecnologie; secondo noi si finirebbe inevitabilmente ad usare molto più software libero di quanto ne usino ora. E poi c'è una grossa operazione di sensibilizzazione da fare sulla necessità di adottare formati aperti.

Per tornare alla domanda: la risposta è "no". Non abbiamo le risorse per rincorrere tutte le pubbliche amministrazioni ed eventualmente di portarle davanti ad un giudice come ultima razio. La nostra idea è quella di mettere a disposizione la nostra esperienza e i nostri strumenti, proponendo alle realtà che operano sul territorio di vigilare e, magari con il nostro aiuto, anche di proporre. Se parteciperemo alla prossima LugConference pensiamo di proporre queste idee, parlando con tutti i Linux User Group.

Come si può supportare la vostra associazione?

Ci sono molti modi di aiutarci, ma i più semplici sono due: uno è quello di supportandoci economicamente. La campagna "Ricorri anche Tu!" è ancora aperta, le donazioni raccolte finora coprono solo una piccola parte delle spese. Un altro modo per supportare l'Associazione per il Software Libero è quello di iscriversi e dare una mano concreta dall'interno.

Abbiamo in cantiere, tra le altre, due iniziative che mirano a potenziare la nostra capacità di affrontare gli impegni necessari a portare avanti la nostra azione. Una riguarda una campagna per coinvolgere un maggior numero di soci, in modo... direi innovativo. E un'altra mira a coinvolgere le imprese che operano con il Software Libero.

Possono farlo anche le aziende oltre che i privati?

Certo, la nostra iniziativa rivolta alle imprese che operano con il Software Libero va in questa direzione. Stiamo ancora definendo gli ultimi dettagli: ne sentirete parlare presto.


Grazie a Paolo per la gentilezza e la cortesia ed a presto!


L'autore

Simone Stevanin
Coordinatore Generale del PLUTO Project


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