Sinistra <- Copertina - Indice Generale - Copertina - AmaroK: un'intervista agli sviluppatori -> Destra

Editoriale


Il consumatore libero e l'orientamento del mercato informatico

Vi pongo una domanda decisamente ricorrente: quale potere può avere il consumatore di influenzare la politica aziendale dei produttori e dei venditori dei prodotti di informatica? E, soprattutto, può averne? La risposta che spontaneamente daremmo tutti è affermativa. Difatti, gestendo oculatamente i propri acquisti, è possibile premiare coloro rilasciano i propri prodotti fornendo il supporto per Linux e per gli altri sistemi operativi liberi e boicottare quelli che non si curano minimamente di farlo. Se miriadi di consumatori sensibili alle problematiche del software libero si accingessero a mettere in atto questo comportamento, potremmo essere certi che sarebbero visti con un occhio differente e che sarebbero tenuti in considerazione da tutte le major dell'informatica mondiale.

Vi faccio un esempio, personale.

Da qualche tempo ho comperato un computer usato, per riutilizzarne alcuni componenti e costruirmi un PC che sostituisse il mio vetusto ma ancora funzionante Pentium III, ceduto ad un amico non prima di averlo indottrinato sulla bontà del software libero (è ancora presto per installargli Linux, ma ci sto lavorando) ed avergli installato Firefox, Thunderbird ed Openoffice.org. Ho valutato attentamente che tutti i suoi componenti funzionassero a dovere sotto Linux, cosa che non avevo fatto all'atto dell'acquisto del PC precedente. All'inizio del 1998, infatti, non seguivo affatto il mondo del software libero, dovevo ancora avere il colpo di fulmine che mi avrebbe portato a partecipare alle attività della comunità che gli gira attorno.

Il vecchio PC era stato acquistato secondo i classici canoni dell'epoca: aveva Windows 98 preinstallato (ciò influiva non poco sul prezzo d'acquisto) e non sarebbe stato possibile rinunciarvi ed ottenere il rimborso della licenza se non mediante una lotta non da poco con la casa di Redmond. Era stato comperato senza pensare alla compatibilità delle periferiche con altri sistemi operativi, facendomi trovare qualche anno dopo a dover imprecare non poco per configurare, per esempio, lo scanner SCSI. Stavolta, invece, ho ponderato per bene l'acquisto: niente sistema operativo preinstallato (è un PC usato!), periferiche perfettamente compatibili con Linux ed un inevitabile problema: il vecchio scanner SCSI che possedevo, per funzionare, aveva bisogno di uno SCSI adapter, di cui ero in possesso, ma che non sarebbe mai stato possibile utilizzare sul nuovo computer, che in quanto tale non ha nessuno slot ISA. Questo, unito al fatto che il vecchio scanner inseriva una bellissima e decorativa striscia azzurrognola al centro dell'immagine, mi ha fatto propendere per l'eliminazione del vecchio compagno di mille scansioni e per l'acquisto di un prodotto nuovo che funzionasse con la porta USB.

Il caso ha voluto che abbia trovato da un amico che ha un negozio di informatica una occasione: per 29 euro mi sono portato a casa uno scanner entry level ma che per le poche scansioni che faccio in un anno va più che benone. Non l'ho comprato a caso: vista l'offerta mi sono documentato per bene sul tipo di supporto che aveva da parte di Sane, ed ho visto che non era completo ma che sarebbe bastato un po' di smanettamento per arrivare ad avere uno scanner funzionante sia sotto Windows (come previsto dal produttore, dato che a corredo ha il suo bravo CD con tutti i driver per i vari Windows 9X, ME, 2000 e XP) che sotto Linux.

Basta quindi con la necessità di dover riavviare il PC per effettuare una semplice scansione!

Se avessi comprato un PC nuovo quali altre accortezze avrei dovuto mettere in atto? Sicuramente, sarebbe stato il caso di non acquistare un computer con un sistema operativo preinstallato o, meglio, di optare per un prodotto che avesse una distribuzione Linux pronta da utilizzare. Se tutti gli estimatori del software libero si comportassero in questo modo l'offerta di PC "nudi" aumenterebbe a dismisura ed il risparmio sarebbe assicurato. In che senso? Ricordate che la presenza di un sistema operativo non libero già installato vi pone dei vincoli contrattuali capestro molto fastidiosi (nessuno la legge ma c'è una licenza da rispettare) e che avrete pagato il PC un prezzo superiore (i sistemi operativi proprietari, oltre a non essere liberi, non sono praticamente mai gratuiti, ed ogni produttore paga per ogni copia di Windows che preinstalla una royalty a Microsoft) rispetto a quelle che sono le vostre reali necessità. Dove trovare un negozio che venda computer senza sistema operativo o con un sistema operativo libero senza impazzire? C'è chi ci ha già pensato ed ha fatto il lavoro per voi! Il progetto LinuxSì!, infatti, si propone di raccogliere i dati dei negozi di computer che vendono computer con Linux installato, o almeno senza una copia (costosa) di Microsoft Windows. Nella pagina di ricerca, dove si vedono i negozi di tutte le province italiane, sono già presenti più di 50 esercizi commerciali, presso i quali potrete avanzare le vostre richieste ed ottenere facilmente quel che cercate.

Ora non avete più scuse: il vostro prossimo computer potrà essere facilmente compatibile con qualsiasi sistema operativo libero ed in questo modo premierete indirettamente i produttori di periferiche per le quali esiste supporto per i sistemi operativi liberi. Se sarete accorti, inoltre, risparmierete senz'altro qualche euro non acquistando licenze che vi autorizzerebbero ad utilizzare sistemi operativi che non vi servono!

Riferimenti:
Progetto LinuxSì!
Come ottenere il rimborso per Windows

Simone Stevanin


Sinistra <- Copertina - Indice Generale - Copertina - AmaroK: un'intervista agli sviluppatori -> Destra