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Articolo


Perché "Free Software" è meglio di "Open Source"


Nota del traduttore:

Ho tradotto il seguente testo su indicazione di Richard Stallman che lo considera uno dei primi testi da far conoscere a chi si interessa di software libero e di "open source".

In realtà nella lingua italiana la traduzione del termine "free software", software libero, non possiede quella ambiguità che avrebbe spinto alcuni sviluppatori americani a utilizzare il termine "open source, ("free" ha appunto il doppio significato di "gratuito" e di "libero"). Ciò nonostante anche in Italia molti sviluppatori e utilizzatoti di software libero hanno adottato il termine di "open source", o peggio delle traduzioni del tipo "sorgente libero", mostrando così che il vero motivo, conscio o inconscio, del rifiuto dei termini "free software" e "software libero", non era affatto dovuto alla presupposta ambiguità del termine "free" in inglese ma era proprio dovuto ad un certo disagio a usare il termine "libero" che avrebbe sapore eccessivamente libertario, ideologico, mal gradito dal mondo degli affari.
(Nel testo si parla di Qt come di software non libero, dopo che questo articolo è stato scritto gli sviluppatori di Qt, pur senza adottare la GPL, hanno modificato la licenza in un senso meno restrittivo.)


Alcuni sviluppatori di software libero hanno iniziato a usare il termine "software open source" invece di "free software". Seppure il software libero, con qualunque nome gli diate, vi da la stessa libertà, tuttavia fa differenza quale nome usiate. Questo articolo descrive le due motivazioni che sono state date per il nuovo termine, e spiega perchè in entrambi i casi è meglio restare alla denominazione di "free software".

Ambiguità.

Il termine "free software" ha un problema di ambiguità: possiede un significato non voluto, "Software che potete avere gratis"," e questo significato traduce il termine "free" esattamente come il significato voluto, "software che da agli utilizzatori una serie di libertà".

Noi affrontiamo questo problema diffondendo una definizione più precisa di software libero, ma questa è solo una soluzione parziale: non può risolvere completamente il problema. Un termine corretto, senza ambiguità, sarebbe meglio.

Ma nessuno ha trovato un termine corretto e senza ambiguità come alternativa a "free software" in inglese. (Alcune lingue, come il francese e lo spagnolo, offrono termini ovvi e chiari.) Ogni sostituzione di "free software" comporta lo stesso tipo di problema semantico, o peggiore, come nel caso di "open source". Dove "free software" ha significati diversi, non solo quello voluto, "open source" ha solo un significato, e questo non è quello voluto.

Il significato ovvio di "open source" è "potete avere il codice sorgente." Questa è una categoria distinta, non è la stessa del free software. Include il free software, ma include anche programmi semi-liberi quali Xv, e anche programmi non liberi quale Qt.

Naturalmente è possibile affrontare questo problema fornendo una definizione precisa del termine, proprio come facciamo noi per "free software." Le persone che usano "open source" si propongono proprio di fare così. Ma questa soluzione parziale è limitatamente valida a qualsiasi termine si applichi. Con il termine "free software" dobbiamo insegnare alla gente a usare un significato piuttosto che un altro che si adatta al termine equalmente bene. Con "open source", dovremmo insegnare loro di usare un significato che non si adatta per nulla al termine.

La motivazione principale per l'uso del termine "open source" è che "free sofware" mette alcune persone a disagio. È vero: parlare di libertà, di problemi etici, di responsabilità oltre che di convenienza, richiede alla gente di pensare a cose che vorrebbero invece ignorare; questo provoca disagio. Non se ne deduce però che la società sarebbe migliore se noi smettessimo di parlare di queste cose.

Alcuni anni fa, gli sviluppatori di software libero notarono questa reazione di disagio, e qualcuno iniziò a cercare un approccio per evitarlo. Pensavano che non menzionando etica e libertà, parlando solo dei benefici pratici immediati di certo software libero, potessero essere in grado di proporre il software libero più efficacemente a certi utilizzatori, specie agli uomini d'affari. Il termine "open source" è proposto in questo modo, un modo di essere "più accettabile al mondo degli affari."

Questo approccio si è mostrato efficacie, nei suoi stessi termini. Oggi molti si rivolgono al software libero per pure ragioni pratiche. Questa è una cosa buona, finché funziona, ma non è solo questo quello che dobbiamo fare! Attrarre utilizzatori al software libero non esaurisce il compito, è solo un primo passo.

Prima o poi gli utilizzatori saranno invitati a ritornare al software proprietario per alcuni vantaggi pratici. Innumerevoli società offrono questa tentazione, e perché gli utilizzatori dovrebbero declinare? Lo faranno solo se avranno appreso ad apprezzare la libertà del software libero in se stesso. Spetta a noi diffondere questa idea e per farlo dobbiamo parlare di libertà. Una certa quantità di approccio del tipo "stai quieto" è utile alla comunità, ma dobbiamo anche fare molti discorsi sulla libertà.

Per ora abbiamo molti "stai quieto", ma non abbastanza discorsi sulla libertà. Molta gente coinvolta nel software libero parla poco di libertà perchè vogliono essere più "accettabili al mondo del business." I distributori di software in particolare conoscono questo disegno. Alcune distribuzioni di sistemi operativi GNU/Linux aggiungono pacchetti proprietari al sistema base libero e così facendo si aspettano che gli utilizzatori considerano questo fatto un vantaggio, piuttosto che un passo indietro dalla libertà.

Non siamo in grado di manterere il passo con l'afflusso di nuovi utilizzatori di software libero, non riusciamo ad insegnare alla gente cosa siano la libertà e la nostra comunità così velocemente come entrano. Per questo motivo software non libero come Qt e sistemi operativi parzialmente non liberi trovano un terreno così fertile. Smettere di usare il termine "free" adesso sarebbe un errore; abbiamo bisogno di parlare di più, non di meno, di libertà.

Speriamo che le persone che usano il termine "open source" portino almeno più utilizzatori nella nostra comunità; ma se lo fanno, il resto di noi deve lavorare più duramente per portate la questione della libertà alla attenzione di questi utilizzatori. Dobbiamo dire "È free software e vi da libertà", ancora piùspesso e più forte di prima.

Diffondere l'idea di libertà è un grande compito, necessita il vostro aiuto. Il progetto GNU si atterrà al termine "free software", e spero che voi farete altrettanto.

di Richard Stalmann


La presente traduzione in lingua italiana dell'articolo originale "Why "Free Software" is better than "Open Source" è stata fatta da Giulio Mazzolini su incoraggiamento dello stesso Stallman, che però non ha visto la traduzione, per cui eventuali errori di interpretazioni sono solo di responsabilità del traduttore. Per la traduzione Copyright (C) 1999 Giulio Mazzolini Copie letterali e la loro distribuzione sono permesse con qualsiasi mezzo a condizione che la presente nota sia conservata.
Il testo originale ha la seguente licenza. Copyright (C) 1997 Free Software Foundation, Inc., 59 Temple Place - Suite 330, Boston, MA 02111, USA Verbatim copying and distribution is permitted in any medium, provided this notice is preserved. Updated: 25 Feb 1998 grat-w

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