L'attività di recupero descritta in generale (indipendentemente dalle particolari architetture) passa per queste fasi:

Identificazione

Trattandosi di modelli di calcolatori non più in commercio non sempre è facile identificare il modello (in certi casi nemmeno la marca). Bisogna rilevare dalle targhette identificative tutte le informazioni possibili. Altre informazioni possono venire dalle scritte sulle schede o sui chip. Se su una scheda di I/O si identifica un chip SCSI, è probabile che un qualche sistema operativo free abbia i driver per quella scheda, e sarà possibile installare il sistema operativo sul disco. Talvolta il calcolatore è accompagnato da manuali, schede tecniche, pubblicità. Anche questo materiale può servire a capire come affrontare l'installazione.

Documentazione

Quasi esclusivamente attraverso Internet e motori di ricerca, reperire informazioni sul modello in questione e sui suoi componenti. La documentazione on-line è ricchissima. Solitamente basta inserire i codici (anche i part number delle schede) in un motore di ricerca per raccogliere molte informazioni sulla composizione dell'hardware, sull'epoca di produzione, su eventuali difetti ricorrenti, esperienze particolari, eccetera.

Non sottovalutiamo la possibilità, specie esponendo le macchine in qualche occasione pubblica, di incontrare qualcuno che vi abbia lavorato che ci possa fornire informazioni di prima mano difficilmente reperibili: in un Linux Day abbiamo incontrato un tecnico (entusiasta) che riparava le Olivetti 101 e aveva ancora la valigetta di riparazione a casa.

La documentazione non va solo letta, va anche scritta, documentando ogni fase importante delle operazioni. Spesso nella foga si tralascia questa parte, ma è importante per trasmettere l'esperienza acquisita e per faticare meno quando situazioni analoghe si ripresenteranno.

Pulizia

Spesso le macchine vecchie sono rimaste abbandonate in cantine umide o sgabuzzini polverosi, magari dopo essere state utilizzate per dieci anni e mai pulite. Se accese senza pulizia possono danneggiarsi o peggio. Vanno sempre pulite prima di essere accese, anche i monitor (avete presente quell'odore da polvere bruciata...). Lo strumento ideale per queste operazioni è l'aria compressa, altri attrezzi utili: panni, pennelli, spazzolini da denti. Per pulire bene bisogna smontare, e non sempre ci si ricorda come rimontare, perciò è bene prendere appunti dettagliati o fotografie, se si dispone di una macchina digitale (questo servirà anche a produrre della documentazione). I gusci di plastica possono essere lavati. Le tastiere sono la cosa peggiore da pulire, specie se -come è capitato- sono rimaste sotto un pino, all'aperto, per mesi. Pe smontare in certi casi si deve disporre di attrezzi se non speciali abbastanza insoliti: è bene avere un buon assortimento di punte.

Lo smontaggio permette di rilevare altre caratteristiche non rilevabili altrimenti (schede nascoste) e le condizioni di alcuni componenti (fusibili, fili volanti sulle schede, cavi) che possono indicare componenti guasti o danneggiati. In certi casi la dismissione della macchina è stata più brusca di quella di hal 9000 in odissea nello spazio: si vedono anche cavi tranciati...

Diagnosi funzionalità hardware

Una volta pulita e rimontata, la macchina può essere accesa e, attraverso i sistemi di auto-diagnostica e l'ispezione diretta si può verificare cosa funziona e cosa no. I sistemi diagnostici di un VAX sono diversi da quelli di una Sun 3/60, per cui bisogna documentarsi sui comandi e sui codici di risposta. A volte capita che alcuni componenti siano guasti: di solito i dischi, e se posibile vanno sostituiti. È bene avere scorte di dischi SCSI come ricambi. Risulta utile sostituire il disco anche se quello originale è funzionante, per i seguenti motivi: maggiore affidabilità, maggiore capacità, conservazione di sistemi operativi e dati originali.

A questo proposito va detto che l'installazione di S.O. liberi non deve condannare all'oblio i vecchi sistemi operativi anche se non liberi, che spesso portano soluzioni ingegnose e originali. Conservate il disco originale o una sua immagine dopo aver annotato che genere di dati contiene.

Se la macchina non ha il suo video/tastiera originali, conviene usare un terminale seriale. Se non avete un VT320 originale con il suo gradevole click, vanno benissimo i vecchi portatili (anche 386) con FreeDOS e il programma di emulazione terminale kermit oppure linux su un floppy con minicom: sono poco ingombranti e permettono anche si salvare il log della sessione. Assicuratevi di aver i cavi seriali e i connettori (tipo il famigerato DEC MMJ) giusti.

Più elusivi sono gli errori sulla RAM e sulla scheda di rete: sembrano funzionare, ma poi danno problemi. Spesso solo l'uso ci dirà se sono affidabili.

In questa fase si raccolgono le ultime informazioni che saranno utili in fase di installazione: indirizzo MAC della scheda di rete, quantità di memoria, caratteristiche dei dischi (topologia, SCSI ID, capacità). Se la RAM è insufficiente si può provare ad aggiungerne dell'altra, a condizione di averne di scorta dello stesso tipo.

Reperimento software

Grazie alla documentazione raccolta è possibile verificare il grado di supporto dei sistemi operativi free per quel determinato hardware. Spesso la CPU e la scheda di rete sono supportate, raramente i sistemi I/O dischi se non sono SCSI, molto raramente le schede grafiche. I Sistemi operativi che offrono migliori garanzie sono OpenBSD, NetBSD e Linux.

Negli elenchi dell'hardware supportato si trovano facilmente i vari componenti identificati e si verifica il grado di funzionalità che si potrà ottenere.

Setup ambiente operativo

Scordiamoci di installare un nuovo S.O. con il floppy o il CD. Ammesso che questo tipo di periferica sia presente, raramente consente il boot, spessissimo è guasta o starata o incapace di leggere i cd masterizzati. Anche i lettori di nastri sono spesso in cattive condizioni.

Perciò servirà predisporre un ambiente operativo per rendere possibile l'installazione da altri calcolatori: tipicamente useremo un server di boot o almeno un altro calcolatore dal quale preparare il disco da installare sul target.

Può essere facile usare un calcolatore potente come server, ma la maggiore soddisfazione la otterrete usando qualche altro calcolatore recuperato in precedenza. Il server andrà equipaggiato con tutti i programmi necessari, solitamente: server DHCP o bootp (o mopd o che altro ...); server NFS, ftp, tftp. Servitranno anche programmi per seguire il transito dei pacchetti nella rete (uno sniffer come tcpdump). Servirà una rete. Detto così sembra facile, ma la rete nel tempo ha preso varie facce, quindi dovremo avere la possibilità di collegarci ai connettori AUI, BNC e TP (sempre che non si voglia usare anche la fibra ottica). Serviranno vari media converter tra i vari transceiver e uno hub con il massimo della diagnostica possibile (le lucette servono a capire se le macchine si parlano).

Installazione

Se come è probabile non potrete installare da floppy/cd/nastro restano due strade possibili, con una terza eccezione:

  1. da rete:
    È l'installazione tipica, quella più facile e che da maggior soddisfazione. Se si pianifica bene tutto è difficile incontrare imprevisti. L'installazione via rete è sempre prevista per macchine in grado di far girare i S.O. menzionati sopra. I passi più delicati dell'installazione sono il partizionamento del disco e l'installazione del boot loader: sono spesso diversi nelle varie architetture e da compiere sempre con prudenza.
  2. preinstallazione su HD:
    Si installa il sistema completo su un disco da un'altra macchina e si trasferisce il disco nella macchina target. Difficile da compiere tra macchine dello stesso tipo. Se fatta tra macchine dello stesso tipo ha senso solo per creare velocemente una macchina di backup. Sennò dov'è il divertimento?
  3. seriale:
    Particolari architetture prevedono di eseguire ricevere un flusso di dati ricevuto via seriale. Non abbiamo finora mai sperimentato questa tecnica, ma va citata per completezza.

L'installazione dei sistemi *BSD e Linux è scandita sempre dai soliti passi, e non varia molto da architettura ad architettura, se non per il bootloader. Per ultimare l'installazione è probabile che dobbiate tornare al firmware per istruire il calcolatore su come fare boot del nuovo sistema operativo.